C'è un nuovo modo di classificare i film, in Italia

Autore: Rina Zamarra ,

Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha cancellato la censura cinematografica. Non esisterà più il sistema di controllo statale che dal 1914 ha attuato tagli sui film prima dell’uscita in sala. 

Il Ministro ha pubblicato un decreto che prevede l’istituzione di una commissione presso la Direzione Generale Cinema. Si tratta di un gruppo di 49 esperti che entreranno a far parte della Commissione per la classificazione del cinema, il cui compito consisterà nel verificare la correttezza delle dichiarazioni degli operatori. Saranno cioè i produttori a indicare a quale categoria appartiene il loro film secondo il nuovo sistema di classificazione. 

Censura cinematografica: il nuovo sistema di classificazione dei film 

Il decreto abolisce la possibilità di censurare i film. Non ci sarà più cioè una commissione che impedisce l’uscita in sala di un film o che attua tagli a scene considerate immorali. 

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Le pellicole verranno classificate secondo quattro categorie: 

  • film adatti a tutti
  • film non adatti ai minori di 6 anni 
  • film vietati ai minori di 14 anni - con possibilità di accesso in sala ai 12enni accompagnati da un genitore
  • film vietati ai minori di 18 anni - con possibilità di accesso in sala ai 16enni accompagnati da un genitore


I produttori comunicheranno la categoria di appartenenza del loro film e la commissione farà una verifica. Nel caso in cui i membri non dovessero concordare con la dichiarazione della produzione, potranno proporre una modifica ma non imporre tagli o bloccare l’uscita del film. 

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La commissione sarà presieduta da Alessandro Pajno, Presidente emerito del Consiglio di Stato, e sarà costituita da sociologi, pedagogisti, critici, studiosi e autori cinematografici, educatori, magistrati, avvocati e rappresentanti di associazioni di genitori e di associazioni ambientaliste. 

Il decreto ha stabilito, inoltre, che la commissione ha a disposizione 20 giorni di tempo per confermare o proporre una modifica alla classificazione del film. 

Film oggetto di censura 

Da quanto è stata istituita con decreto regio la censura ha operato alacremente. Il picco di attività si è avuto nel dopoguerra quando a occuparsene c'era Giulio Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo spettacolo e censore attivo. Uno dei film più noti finiti sotto la sua lente di ingrandimento è stato Umberto D di Vittorio De Sica, colpevole di offrire un’immagine troppo impietosa dell’Italia di quel periodo storico. 

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Tanti comunque i casi eccellenti come quello di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, condannato addirittura alla distruzione con una sentenza della Corte di Cassazione del 1976. Solo nel 1987, il film con Marlon Brando è stato finalmente riabilitato. 

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Qui di seguito, un piccolo elenco di film oggetto di censura: 

  • Senso (1954) e #Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti 
  • Totò e Carolina (1955) di Mario Monicelli 
  • Totò e i re di Roma (1952) di Steno e Mario Monicelli
  • L’avventura (1960) e #Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni
  • Mamma Roma (1962), La ricotta (1963), Salò e i 120 giorni di Sodoma (1975) di Pierpaolo Pasolini
  • #I diavoli (1970) di Ken Russel 
  • La grande abbuffata (1973) di Marco Ferreri 
  • #Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci
  • Il pap’occhio (1980) di Renzo Arbore
  • Totò che visse due volte (1998) di Daniele Ciprì e Franco Maresco

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