C'era una volta a… Hollywood: anche la figlia di Bruce Lee critica Tarantino

Autore: Francesco Ursino ,

L’arrivo ufficiale nelle sale di C'era una volta a… Hollywood, il nuovo film di Quentin Tarantino, è previsto negli Stati Uniti il prossimo 26 luglio 2019, ma la sua apparizione al Festival di Cannes ha già dato il via a reazioni contrastanti. Se la prima proiezione del film sulla Croisette è stata accolta con un’ovazione di sei minuti, è anche vero che le polemiche non sono mancate.

Emmanuelle Seigner, moglie di Roman Polanski, ha espresso il suo disappunto per il mancato coinvolgimento del regista nella produzione del film. Va ricordato, infatti, che C'era una volta a… Hollywood è ambientato nel 1969 e racconta anche la storia di Sharon Tate. La donna, in quel periodo, era sposata proprio con Polanski, e fu uccisa dagli adepti di Charles Manson all'ottavo mese di gravidanza.

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Questa volta, però, è il turno di Shannon Lee, che in un’intervista rilasciata a Deadline non ha lesinato critiche nei confronti dell’operato di Tarantino.

Un omaggio sgradito

Fin dall’uscita del primo trailer ufficiale di C'era una volta a… Hollywood, la presenza di Bruce Lee (interpretato da Mike Moh) ha fatto drizzare le antenne di fan ed esperti, alla ricerca di teorie e collegamenti con il contesto storico della pellicola. Tra le reazioni più importanti, però, c’è proprio quella della figlia di Bruce, Shannon Lee, che ricopre il delicato compito di preservare il patrimonio e la memoria del padre.

Shannon spiega che nessun membro del team di produzione del film le ha chiesto il permesso di includere le fattezze del padre nella pellicola. La figlia di Bruce Lee osserva disillusa:

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Situazioni come queste possono essere gestite in molti modi diversi. Se mi avessero contattata, avrei potuto essere completamente irragionevole, una vera spina nel fianco, e fare ogni tipo di richiesta stupida – ma loro non sanno che non lo avrei fatto. Molte volte, la cosa migliore da fare sembra essere: ‘Teniamoci alla larga da questa cosa, così non dobbiamo nemmeno aprire quel vaso di Pandora.'

Il fastidio di Shannon sembra sfociare nella delusione quando la donna spiega che Tarantino, al contrario del suo caso, ha contattato altre persone direttamente coinvolte nella pellicola. Anche gli attori si sono confrontati con persone vicine ai personaggi da loro interpretati. Basta ricordare che Margot Robbie, che nel film interpreta Sharon Tate, ha dichiarato di essere entrata in contatto con la sorella di Sharon per poter portare al meglio il suo personaggio su schermo. Shannon spiega:

Nel caso del film di Tarantino, il fatto di non essere stata coinvolta in alcun modo, quando so che invece altre persone sono state contattate, mi dà tantissima noia – e c’è una parte di me che dice che la faccenda non è degna né del mio tempo, né delle mie energie. Aspettiamo e vediamo quali sono i piani dell’universo per questa storia.

Sony Pictures Entertainment
La coppia DiCaprio e Pitt, protagonista di C'era una volta a... Hollywood

Un’eredità faticosa

Il peso di portare avanti l’eredita di un’icona mondiale come Bruce Lee sembra non pesare sulle spalle di Shannon, che però riconosce che destreggiarsi tra gli affari e le faccende personali costituisce un esercizio di equilibrio piuttosto complesso:

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Non importa che sia io o qualcun altro a gestire la memoria di mio padre: le persone vorranno sempre fare cose usando la figura di Bruce Lee. Per come la vedo io, chi altri potrebbe avere almeno il diritto di dare la propria opinione in queste faccende se non la sua famiglia? Ma diventa sempre più complesso, perché io stessa ho i miei desideri e sogni riguardo ai progetti su mio padre.

Quando parla di “desideri e sogni”, Shannon si riferisce probabilmente anche a Warrior, la serie TV di cui ricopre il ruolo di produttrice esecutiva che sarebbe nata da un’idea dello stesso Bruce Lee. In ogni caso, come sottolineato anche da The Indipendent, Sharon non si definisce una "maniaca del controllo":

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Il mio unico obiettivo è che ogni progetto legato a mio padre sia in linea con la sua eredità culturale, e con quella della mia famiglia.

Shannon specifica meglio questo concetto spiegando:

Possiamo essere creativi e liberi e fare tutte le cose fantastiche di questo mondo, ma se tu vieni da me e mi dici: ‘Voglio fare un film su una coppia di poliziotti dove Bruce Lee va in giro a uccidere la gente con un solo colpo e a scalare mura come Spider-Man’, allora ti dirò di no.

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Cosa ne pensate del ruolo di Bruce Lee in C’era una volta a… Hollywood?

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