Caitlyn Jenner posa con la sua medaglia olimpica su Sports Illustrated

Autore: Silvia Artana ,

40 anni dopo l'oro alle Olimpiadi di Montreal, Bruce Jenner è di nuovo protagonista della copertina di Sports Illustrated. Il suo nome, però, ora è Caitlyn e, al posto dei celebri pantaloncini blu e canotta rossa, indossa una scintillante jumpsuit dorata.

La medaglia vinta nel decathlon, invece, è portata orgogliosamente al collo e rappresenta il trait d'union tra passato e presente, tra la vita come uomo e atleta e quella dopo, come donna e attivista transgender. Perché, come ha spiegato la stessa Caitlyn in una lunga (ed emozionante) intervista:

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[Lo sport, n.d.r.] è parte della mia vita, mi ha resa quello che sono.

Sports Illustrated
Caitlyn Jenner su Sports Illustrated
40 anni dopo Montreal, Caitlyn Jenner (allora Bruce) è di nuovo sulla copertina di Sports Illustrated

Caitlyn è la persona più famosa ad aver condiviso pubblicamente il processo di transizione da un sesso all'altro e rappresenta un simbolo e una speranza per chi, come lei, sente di vivere in un corpo che non gli (le) appartiene.

Per questo, non si è mai nascosta e, anzi, ha utilizzato la sua condizione privilegiata per abbattere pregiudizi e ipocrisie. La stessa ragione per cui ha deciso di posare (di nuovo) sulla copertina di Sports Illustrated:

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È un'immagine che porta l'attenzione su questo argomento. Questa è la cosa importante. Ed è per questo che ho indossato la medaglia.

La vittoria di Montreal, infatti, è stata la "molla" del cambiamento e l'ha indirizzata lungo il percorso che l'avrebbe portata a essere la donna transessuale più celebre del mondo:

Per me il decathlon era l'emblema della virilità, come la intende la gente. Quindi era un buon posto per nascondermi. Avevo bisogno di dimostrare a me stessa che, forse, la donna che viveva dentro di me in realtà non c'era. [...] Ho amato quello che facevo, ero il migliore al mondo nella mia specialità. Ma sapevo che [le Olimpiadi del 1976, n.d.r.] sarebbero state l'ultima volta che avrei gareggiato. Continuavo a pensare: 'Vivi il momento, vivi il momento! Ricordatelo, sta passando così in fretta. Dopo, hai una lunga vita che ti aspetta'.

Sports Illustrated
Bruce Jenner su Sports Illustrated nel 1976
Bruce, prima di diventare Caitlyn, sulla copertina di Sports Illustrated, nel 1976

Nonostante la fama seguita all'oro olimpico (o, forse, proprio per questo), Caitlyn per lungo tempo ha faticato ad accettare il suo passato, ma nel momento in cui ci è riuscita, si è resa conto che ad attenderla c'era una sfida molto più difficile e molto più importante:

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Lo sport non è la vita reale. Vai là fuori, lavori duro, ti fai il c***o, vinci le Olimpiadi. Sono molto orgogliosa di quella parte della mia vita e non voglio rinnegarla. Sono io, è dentro di me. Ma quello di cui mi occupo ora, riguarda ciò che siamo come essere umani. Che cosa ho fatto per la società nel 1976, oltre forse spingere qualcuno a fare un po' di attività fisica? Non ho fatto la differenza nel mondo.

E fare la differenza come attivista trasgender, oggi, è la sua missione:

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Questa questione riguarda l'umanità, il genere umano. Non ha confini e interessa il mondo intero. E sì, lo ammetto, un po' dello spirito competitivo di Bruce vive ancora dentro di me: non avrei potuto fare tutto ciò senza di lui, questo è sicuro.

Oltre alla copertina e all'intervista, Caitlyn ha realizzato per Sports Illustrated anche un documentario, Jenner: 40 Years After Gold, in cui racconta la strada verso le Olimpiadi e come quell'esperienza l'ha cambiata, fino alla decisione di diventare donna.

Nel breve filmato, della durata di 22 minuti, compaiono anche il suo vecchio allenatore, Bert Bonanno, e un compagno di squadra ai Giochi del 1976, Al Feuerbach.

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