Chi è morto in Élite? Vittime, assassini, incidenti e finte sparizioni

Autore: Alice Grisa ,

In Élite la morte di qualcuno è un passaggio doloroso da affrontare per il coming of age, una maturazione e un traghettamento nell’età adulta. O almeno, è così per alcuni dei personaggi, come Samuel o Carla, che assistono alla morte dei loro compagni di classe. O per Polo, che attraverso la colpa arriva a una dura espiazione.

È la prima morte, un mistero apparentemente insolubile, a innescare le dinamiche che vediamo nella prima e, di conseguenza, nelle stagioni successive di Élite.

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L'uccisione di Marina, colpita alla testa con un trofeo alla festa della scuola, attiva una serie di flashback che riportano indietro il tempo al momento in cui Samuel, un nuovo studente borsista di Las Encinas, ha conosciuto la ragazza e si è innamorato di lei.

Solo dopo due anni Marina troverà verità e giustizia. Ma il processo di indagini (indagini private, da parte dei liceali) e di ritorsioni per la sua morte si arresterà solo con un altro omicidio-incidente, quello di Polo.

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Una scena di Elite
La resa dei conti alla fine della terza stagione

Per arrivare alla classica chiusura del cerchio, si passa anche attraverso un grave incidente, una sparizione e una presunta ipotetica morte, quella di Samuel, che ha adottato un espediente per far emergere la verità, al prezzo di tradire la ragazza che ama, Carla.

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ATTENZIONE: Data la natura dell'articolo sono presenti vari spoiler su tutte le stagioni della serie

Chi è morto in Élite?

In Élite sono morte due persone:

  • Marina Nunier
  • Leopoldo Benavent Villada (Polo)

Prima stagione

Nella prima stagione si consuma il delitto che fa da motore alla storia: quello di Marina, uccisa da Polo.

La morte di Marina

Interpretata da Maria Pedraza (che abbiamo visto anche ne La Casa di Carta e in Toy Boy), Marina Nunier è una ragazza bella e ricchissima, ma anche sensibile e dalla mentalità aperta. Marina è sieropositiva ma questo non le impedisce di vivere una vita normale, tra la scuola e la sua grande passione, la danza. La sua famiglia abita in una villa a Madrid; suo padre è il capo della società di costruzioni Nunier S.A, responsabile del crollo della scuola frequentata precedentemente da Samuel e Nadia.

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La morte di Marina si colloca a metà tra omicidio preterintenzionale, incidente e omissione di soccorso. Gli eventi che portano a questo momento sono riassunti tramite lunghi flashback.
Samuel s’innamora immediatamente della sua compagna di classe e spera di essere contraccambiato, ma la ragazza, che comunque prova amicizia e simpatia per lui, si fidanzerà con suo fratello, un piccolo criminale di nome Nano, la classica “testa calda”.

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Marina in una scena di Elite
Lo sfortunato destino di Marina

La relazione tra i due, ostacolata da Guzmán, fratello di Marina, e dalla sua famiglia, porterà Marina a scappare di casa per stare con Nano, e a convergere sul fratello di Samuel tutti i sospetti per l’omicidio.

Nano prima di conoscere Marina aveva intenzione di derubare la famiglia Nunier per saldare un debito con alcuni criminali. Alla fine è Marina a procurargli indirettamente i soldi, indirizzandolo verso il furto di alcuni costosi orologi che appartengono al padre della sua amica Carla, la marchesina.

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Uno di questi orologi, però, nasconde delle informazioni compromettente sulle famiglie di Carla e Marina. Accertato il coinvolgimento di Marina (che è incinta di quattro settimane) nel furto, Carla cerca di recuperare la refurtiva, aiutata dal suo fidanzato Polo. Marina però, dopo aver affrontato il suo dilemma sulla responsabilità a proposito del sabotaggio della sua stessa famiglia, decidere di fuggire con Nano con i soldi degli orologi.

Alla festa della scuola, dopo l'addio tra la ragazza e Samuel in piscina, Polo raggiunge l’amica di Carla e le chiede la restituzione dell’orologio rosso, quello più “pericoloso” per il futuro delle famiglie. Al rifiuto di Marina, la colpisce istintivamente alla testa con il trofeo scolastico.

La ragazza cade a terra in una pozza di sangue, ma non muore immediatamente. Invece che chiamare i soccorsi, Polo avvisa Carla e Christian. La marchesina per coprire la loro responsabilità gli intima di tacere e attende che gli altri trovino il corpo.

Una richiesta tempestiva di soccorsi avrebbe salvato la vita a Marina. Ma non è andata così.

Seconda stagione

Nella seconda stagione della serie non muore nessuno, ma Christian subisce un terribile incidente che rischia di lasciarlo paralizzato, nel momento in cui vorrebbe raccontare la verità. Per arrivare a dimostrare quello che crede, Samuel mette in atto la propria finta sparizione.

L'incidente di Christian

Nella morte di Marina viene involontariamente coinvolto anche Christian, interpretato da Miguel Herrán, che conosciamo anche per La Casa di Carta (in cui veste i panni di Rio). Christian, atletico e prestante, ha imbastito un ménage à trois con Carla e Polo, allo scopo di ambire a un gradino superiore nella scala sociale, e avere la vita più facile.

Il ragazzo è al corrente della dinamica che ha portato alla morte di Marina, e aiuta il colpevole a nascondere le sue tracce. Poi, però, avrà una crisi di coscienza che lo porterà a essere completamente ingestibile, in funzione dello scopo di Carla e Polo, ovvero dissimulare le responsabilità.

Christian, amico di Samuel, vuole confessare tutto alla polizia anche per scagionare Nano. Ma, prima che possa farlo, subisce un grave incidente, probabilmente tutt'altro che casuale.

Viene ricoverato in ospedale con gravi ferite e il rischio di perdere l'uso delle gambe. Per mandarlo fuori gioco, il padre di Carla gli promette di pagargli le cure in Svizzera in cambio del silenzio. Christian si trasferisce all'estero nella seconda stagione e non riappare più.

La sparizione di Samuel

La morte di Marina sconvolge profondamente Samuel, sia perché era innamorato di lei sia per le accuse contro suo fratello. Per trovare la verità e scagionare Nano, Samuel nella seconda stagione comincia a indagare sulla morte della ragazza, scontrandosi con l’odio di Guzmán, che lo ritiene responsabile.

Samuel scopre il coinvolgimento di Carla e Polo e decide di sedurre la marchesina per ottenere più informazioni. La sua strategia è pericolosa, perché i due finiranno per innamorarsi. L’avvicinamento a Samuel cambia profondamente Carla, che ha una crisi di coscienza e sarà la chiave per accertare la colpevolezza di Polo.

Per indurla a dire la verità, Samuel decide di sparire, con la complicità, di scoprirà poi, di Guzmán, che finalmente gli crede e lo nasconde a casa dei suoi nonni. Lo stesso Guzmán si allontana sia da Polo che da Ander, che sapeva tutto e non ha detto niente.

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Samuel in una scena di Elite
Samuel è pronto a tutto per dimostrare la colpevolezza di Polo

Carla cade nella trappola e confessa alla polizia la responsabilità di Polo, per la paura che prova per Samuel. Samuel è vittorioso ma ha perso per sempre la ragazza che amava: la marchesina ora lo odia per essere stata raggirata.

Alla fine della seconda stagione, però, scopriamo che il piano di Samuel rischia di essere mandato a monte. Cayetana, grata a Polo per averle dato una via d’uscita dalla sua pessima condizione sociale, fa sparire l’arma del delitto. Polo torna a scuola.

Terza stagione

Con la terza stagione si chiudono i giochi. Gli assassini vengono svelati (e pagano un prezzo altissimo per le loro colpe) e gli studenti si preparano per l'università dopo la prova più dura.

La morte di Polo

La terza stagione è basata completamente sull’espiazione e la responsabilità di Polo. Il ragazzo passa da carnefice a carnefice-vittima, ma solo dopo aver fatto un percorso di trasformazione, presa di coscienza e redenzione.

Inizialmente scagionato dall’aiuto di Cayetana e dalla ritrattazione di Carla, convinta da suo padre, Polo sembra libero, anche se a scuola Samuel e Guzmán lo hanno emarginato. Intreccerà una relazione a tre con Cayetana e Valerio, da cui poi riemergerà distaccandosi, dopo aver preso coscienza di non amare nessuno dei due.

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Polo in una scena di Elite
La trasformazione di Polo

La malattia di Ander e l’odio di Guzmán, uniti al bullismo subito a scuola (e agli attacchi dai social media in tutto il mondo, con tweet contro di lui) e all’atteggiamento delle sue madri, che vorrebbero insabbiare le sue responsabilità, portano Polo a una drammatica presa di consapevolezza. Pronto ad ammettere le proprie colpe e a vivere in modo diverso, viene ucciso accidentalmente da Lu alla festa finale della scuola, dopo che aveva attaccato la ragazza per la sua predisposizione a umiliarsi dietro a Guzmán, che non la ricambia.

In un moto di rabbia Lu, che aveva in mano una bottiglia rotta, gli infila i vetri nella carne, causandogli un’emorragia interna.

Prima di morire dissanguato e per le gravi lesioni, Polo si riunisce con l’amico storico Guzmán, che lo perdona e gli dice addio.

Prima dell’arrivo della polizia, i ragazzi di Las Encinas decidono di non incolpare nessuno per la morte accidentale di Polo. Accusandosi a vicenda, proteggono tutti Lu e lasciano la detective a indagare a vuoto. Ora che gli studenti si sono diplomati (anche quelli sospesi), si può pensare all’università.

Polo ha lavato la propria colpa, riconoscendo i propri errori e trovando una cruenta espiazione nella stessa tipologia di morte preterintenzionale che era toccata alla sua vittima, Marina.

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