La vita impressa su pellicola: la recensione di Chiamami col tuo Nome

Autore: Elisa Giudici ,

Se ne sta sospeso in un microcosmo senza tempo il nuovo film di Luca Guadagnino, Chiamami col tuo Nome. I luoghi sono quelli dei laghi lombardi, gli ambienti quelli delle famiglie più che benestanti, la musica e l'abbigliamento è indubbiamente quello degli anni '80.

Eppure Chiamami col tuo Nome vive di quella fascinazione che solo certe estati vissute in gioventù sanno evocare, sia quando le vivi sia quando anni dopo ti tornano alla mente. Il tempo per i due protagonisti - Elio è un'adolescente che trascorre l'estate nella villa estiva di famiglia, Oliver è uno studente universitario ospite del padre del protagonista, noto professore di archeologia - e per lo spettatore in sala perde il suo scorrere rettilineo e univoco.

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Nel film il tempo assume quella grana unica delle settimane di vacanze estive, dove tutto sembra vivere di un'eterna sospensione e stasi, salvo poi scivolare viva velocissimo tra le dita delle mani.

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Timothée Chalamet è Elio
Timothée Chalamet dà un'interpretazione capace di definire una carriera in Chiamami col tuo nome

Sarebbe un delitto pretendere di riassume (e anticipare) in poche righe un viaggio emozionale come quello vissuto da Elio in un'estate cruciale per la sua vita, quindi limitiamoci all'essenziale. Attratto ed insieme infastidito dai modi affabili ma distanti di Olivier - il prototipico ragazzone americano statuario, biondo, occhi azzurri e consapevole del suo fascino - Elio trascorrerà l'estate ad avvicinarsi ed allontanarsi al suo oggetto del desiderio. "Parlare o tacere a costo di morire?" s'interroga il cavaliere nella fiaba che la madre gli legge in una serata di tempesta. Elio è già un groviglio di energia che non sa che direzione prendere, scisso tra una consapevolezza che gli deriva dall'ambiente agiato ed intellettuale in cui vive e l'angoscia di scoprirsi completamente sprovvisto di nozioni per affrontare i turbamenti del suo cuore. 

È quando Elio decide di diventare il cavaliere della sua storia che Chiamami col tuo Nome precipita verso un punto di non ritorno. Emozionalmente è indescrivibile, parla a chiunque, a chi ha amato follemente e a chi si è guardato dal parlare alla principessa della sua fiaba e ha anestetizzato la propria vita. Cinematograficamente la comunione di spiriti e di corpi del film si riflette in uno stato di grazia che capita una, due volte all'anno (e solo in anni fortunati). A guardarlo il film di Luca Guadagnino - uno che si scontra da anni con l'aperto astio della critica nostrana e il disinteresse del pubblico italiano - sembra un pezzo di vita vera intrappolato su pellicola, qualcosa di così sentito che è l'onda dell'emozione a imprimere l'immagine sul singolo fotogramma, non la cinepresa. 

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La locandina di Chiamami col tuo nome
Chiamami col tuo nome è uno dei grandi film del 2017

Invece il progetto gli è stato passato di seconda mano, dopo che James Ivory ha adattato il libro di André Aciman ma ha rifiutato la regia a fronte di un compenso troppo basso. In questa prospettiva emerge inesorabilmente la maestria di un cineasta che ci hanno dovuto segnalare da Oltreoceano, per nostra manifesta cecità. Timothée Chalamet rivela il suo incredibile talento, Armie Hammer si ritrova nel ruolo che esalta tutto ciò che da attore ha da dare e Michael Stuhlbarg con una sola scena ci costringe a rivalutare la sua intera carriera. Non si può che fare mea culpa vedendo come un cast nella sua miglior forma possibile non solo è coadiuvato ma anche esaltato, accompagnato, guidato e infine elevato dai movimenti della cinepresa, dalla perizia con cui tutto è girato e montato. 

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Non è un mestierante o uno bravo incappato nel film giusto, Luca Guadagnino. È un cineasta competente e maturo, che attraverso piccoli accorgimenti rivela una sensibilità da vero maestro per il dettaglio e per il sentimento. Chiamami col tuo Nome è un film perfetto, che amalgama elementi di qualità eccelsa senza che lo spettatore se ne renda nemmeno conto, sopraffatto dalla sua storia d'amore viva e palpitante. 

I suoi protagonisti sorprendono e commuovono per la loro bontà, non esente da difetti e ripicche, ma ancor più toccante perché frutto di riflessione. I genitori che tutti vorremmo avere e l'amore che tutti desideriamo vivere non accadono per caso in Chiamami col tuo Nome, così come il bene che facciamo agli altri e a noi stessi non dovrebbe semplicisticamente ridursi a "la scelta che mi dicono essere giusta".

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Essere amanti, amici, genitori e figli migliori, anche a costo di esporre se stessi al dolore, perché solo così si può essere autentici verso se stessi: in un mondo di cinema che semplifica e riduce, Chiamami col tuo Nome è un miracolo di complessità necessaria per guardare all'umanità dei nostri sentimenti.

Il film di Guadagnino, candidato agli Oscar 2018, è nelle sale italiane a partire dal 25 gennaio 2018

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