15 film e serie TV consigliati a chi ama Inception e Shutter Island

Autore: Maico Morellini ,

Considerare la realtà che ci circonda come qualcosa di variabile, di incerto e persino ingannevole: ecco uno dei concetti alla base di Shutter Island e seppure in maniera differente, di Inception. Due pellicole, queste, che fanno della destrutturazione della realtà un saldo principio. Perciò ecco il senso di questi consigli cinematografici e televisivi: dieci film e cinque serie TV che mettono in dubbio ciò che pensiamo di sapere rispetto alla realtà o rispetto alla percezione della realtà. Non si tratta di pellicole (o serie TV) con colpi di scena più o meno estremi ma di opere che vogliono erodere, quasi distruggere, la concezione stessa di realtà, la percezione del presente e del mondo che ci circonda. Qui in ordine rigorosamente cronologico cercando di tracciare una rotta che conduca all'assenza di realtà.

Film da vedere

1) ll Pasto Nudo - di David Cronenberg (1991)

Pellicola totalmente psicotropa ispirata all'omonimo romanzo psichedelico di William S. Burroughs e diretta dal maestro canadese David Cronenberg. Peter Weller interpreta il disinfestatore ed ex scrittore William Lee (alter ego dello stesso Burroughs) che sviluppa una forte dipendenza dal piretro, l'insetticida che usa per sterminare gli scarafaggi. Da qui inizia un percorso allucinato nel quale William Lee si trova ingaggiato dagli stessi scarafaggi che uccide per contrastare i piani oscuri della Interzone Incorporated, opaca multinazionale in cui milita sotto copertura anche Joan, la moglie di William. Tutto il film è un viaggio nella psiche di William Lee, nei suoi deliri, nei rari momenti di lucidità che gli sono concessi e nel disorientamento che questi gli causano. Cosa è vero e cosa non lo è? Lo spettatore non può far altro che abbracciare il delirio di Lee.

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Jeremy Thomas, Gabriella Martinelli, Recorded Picture Company
Una delle allucinazioni del protagonista ne Il Pasto Nudo

2) Nirvana - di Gabriele Salvatores (1997)

Pellicola italo-francese diretta da Gabriele Salvatores che raccoglie al suo interno un cast variegato (tra gli altri Paolo Rossi, Diego Abatantuono, Stefania Rocca, Christopher Lambert, Claudio Bisio, Silvio Orlando) e che affronta il grande tema della realtà illusoria. Al netto di un ritratto cyberpunk affrescato dalla mano intelligente di Salvatores, Nirvana offre allo spettatore un film dentro al film. Diego Abatantuono, il personaggio di un videogame che diventa auto-cosciente di sé, anticipa di un paio d'anni il tema poi ripreso magistralmente da Matrix: quello di una realtà virtuale indistinguibile da quella che ci circonda. E se tutti fossimo personaggi di un videogame senza sapere di esserlo?

Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusic, Maurizio Totti
Alcuni dei protagonisti di Nirvana

3) Dark City - di Alex Proyas (1998)

In quello che può essere un conto alla rovescia concettuale verso l'anno zero del cinema contemporaneo - il 1999 di Matrix - il regista egiziano Alex Proyas offre allo spettatore una visione cupa, disturbante e claustrofobica della città. John Murdoch (Rufus Sewell) si sveglia nella vasca da bagno vittima di un'amnesia e da quel momento in poi la sua vita cambia in modo drastico. Misteriosi inseguitori, un coma che colpisce tutti gli abitanti della Dark City dopo la mezzanotte, parassiti alieni e il velo della realtà destinato a lacerarsi fino a rivelare la più inquietante delle verità. Non sogni, non psicosi ma un vortice oscuro nel quale la concretezza di un presente in apparenza confortevole viene polverizzata distruggendo l'inganno che lo conteneva.

4) Matrix - di Andy (Lilly) e Larry (Lana) Wachowski (1999)

Un film che non ha bisogno di presentazioni, una pellicola che ha semplicemente segnato un'epoca e che ha tracciato un solco tra il prima e il dopo Matrix. Il nostro mondo è una menzogna. Elevando all'ennesima potenza i concetti presentati con un condimento meno ricco da Nirvana e Dark City, i registi ci informano che tutto ciò che conosciamo semplicemente non esiste. Che una sofisticata simulazione virtuale ci tiene intrappolati sotto il giogo di un nemico che nemmeno conosciamo. È questo l'inception (l'inizio) del signor Anderson (Keanu Reeves). È questo il pensiero innestato nella mente del prescelto: cosa è Matrix? Cosa è la realtà? Cosa c'è nella tana del Bianconiglio? Un mondo parallelo, quello delle macchine, riflesso al contrario del mondo dei sogni di Inception. Citando Morpheus:"Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero?". I sogni del nostro mondo sono una verità fittizia. In Matrix è la nostra contemporaneità a esserlo.

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5) eXistenZ - di David Cronenber (1999)

Seconda pellicola di David Cronenberg: il regista canadese è un maestro nel deformare la realtà. Qui alla base di tutto c'è un videogioco - eXistenZ - e la minaccia che la realtà virtuale su cui si basa il videogame possa finire per fagocitare la realtà materiale. I realisti attentano alla vita della game designer Allegra Geller (una spericolata Jennifer Jason Leigh) e l'apprendista Ted Pikul (Jude Law) si trova invischiato nello scontro tra gli avversari di Allegra e il gioco stesso. Pikul installa una bio-porta (innesto cerebrale alla Matrix) che gli consente la connessione con il gioco e tutto, realtà compresa, viene messo in discussione. Di nuovo - ma erano gli anni novanta e la realtà virtuale prometteva più di quanto ha mantenuto - un mondo digitale a prendere il posto di quello in carne e ossa.

6) Insomnia - di Christopher Nolan (2002)

Christopher Nolan qui alle prese con un thriller in apparenza piuttosto classico. I detective Will Dormer (Al Pacino) e Hap Eckhart (Martin Donovan) vengono inviati a Nightmute, in Alaska, per dare supporto alla polizia locale nelle indagini sull'omicidio di una ragazzina diciassettenne. Prima ancora dell'assassino, prima ancora della diffidenza dei locali e dell'entusiasmo del detective Ellie Burr (Hilary Swank), tutto il film ci racconta una lenta ma inesorabile erosione della realtà. La luce perenne del profondo nord, l'assenza di sonno (Insomnia?), la nebbia, i rimorsi, i sensi di colpa e un passato non proprio specchiato costringono Will Dormer a una lotta costante contro le proprie percezioni. Ricorda davvero ciò che ha fatto? Vuole ricordare davvero ciò che fatto? O la realtà che cerca di vivere è l'unico compromesso accettabile tra ciò che Dormer è e ciò che vorrebbe essere? 

7) Spider - di David Cronenberg (2002)

Di nuovo David Cronenberg, ma questa volta alle prese con un thriller psicologico e disturbante che si muove ai margini della più sconvolgente malattia mentale. Dennis "Spider" Cleg (un Ralph Fiennes in stato di grazia) torna in libertà dopo un lungo internamento all'interno di un ospedale psichiatrico e trova dimora in una struttura di inserimento, un luogo incastrato tra le vie del quartiere nel quale Dennis era cresciuto. Insieme alla ritrovata libertà arrivano i ricordi che si affastellano sulla mente fratturata di Spider confondendolo, mettendo in dubbio tutto ciò che credeva di sapere (ricordare?) e finendo con il rivelargli più di quanto avrebbe mai voluto sapere. Perciò non un mondo iper-reale o virtuale, quanto una ricostruzione della realtà tutta a uso e consumo di una mente disturbata. Non vi ricorda Shutter Island?

8) Alta Tensione di Alexandre Aja (2003)

Film horror francese, omaggio dichiarato agli splatter anni '70 ma con una componente psicologica piuttosto interessante. Marie (Cécile De France) e Aléx (Maïwenn Le Besco) sono due giovani amiche. stanno andando a trascorrere qualche giorno dai genitori di Aléx approfittando della tranquillità della casa di campagna per dedicarsi allo studio universitario. Durante la prima notte però un feroce assassino irrompe nella casa e inizia così per le due ragazze un lunghissimo incubo. Ma anche in questo caso la realtà è pronta a essere messa in discussione. Splatter, crudo, violento: ma la cifra psicologia di questo film non passa inosservata. Così come la sua capacità di stravolgere le percezioni.

9) Martyrs - di Pascal Laugier (2008)

Martyrs rappresenta un piccolo azzardo all'interno di questa lista. È un film horror composto quasi da due pellicole unite dal filo della violenza. Un film crudo e disturbante (vietato ai minori di diciotto anni) diretto dal brillante Pascal Laugier, uno dei più talentuosi registi horror in circolazione, una pellicola cha donato nuova linfa al cinema horror francese. Un'adulta Lucie (Mylène Jampanoï) dopo abusi subiti da bambina, irrompe in una casa e uccide tutti i suoi abitanti. Madre, padre e due figli. Poi chiama l'amica Anna (Morjana Alaoui) e le confida di aver finalmente vendicato le terribili violenze subite anni prima. Da qui inizia un percorso allucinatorio, una serie di scatole cinesi che fanno collassare la realtà e ciò che pensavamo di sapere. La morte della famiglia innesca una fragorosa valanga che finisce con il travolgere tutte le coordinate fino a quel momento offerteci dal regista. Un incubo nell'incubo. 

10) Predestination - dei fratelli Spierig (2014)

Adattamento cinematografico di Tutti Voi Zombie - racconto di Philip K. Dick - questo film ci riporta alla fantascienza. Un agente temporale al soldo del governo viene spedito indietro nel tempo per fermare il terrorista "Fizzle Bomber", responsabile di un sanguinoso attentato. È coinvolto in diverse missioni, resta sfigurato e poi riprende a lavorare in un bar, sotto copertura. Qui incontra John e la vita dei due si intreccia tessendo un complesso affresco all'interno del quale i viaggi del tempo la fanno da padrone. Visionario, complesso, elegante e pervaso da una sottile inquietudine sulla predestinazione, Predestination unisce la visione di Inception a quella di Shutter Island giocando con la realtà in modi differenti. Nel cast un crepuscolare Ethan Hawke e una bravissima Sarah Snook

Serie TV

1) In Viaggio nel Tempo (Quantum Leap) (1989)

Ingredienti della serie culto di fine anni '80? Un incidente di laboratorio, uno scienziato, il viaggio nel tempo e un ologramma capace di spostarsi tra passato, presente e futuro. Samuel Beckett (Scott Bakula) - e forse non è un caso che per lo scienziato abbiano scelto questo nome, lo scrittore Samuel Beckett morirà proprio nel 1989, anno di inizio della serie - rimbalza nel tempo, forse guidato da una misteriosa forza benevola e ogni volta la sua realtà viene completamente ribaltata. Si trova a vivere la vita di persone in difficoltà che in qualche maniera deve aiutare per poter effettuare un nuovo salvo. Aiutato dal fido Albert 'Al' Calavicci (Dean Stockwell), Sam vive esperienze che mettono in crisi la sua percezione delle cose.

2) Lost (2004)

Non inserire Lost in questa lista - serie culto firmata da J.J. Abrams - sarebbe stato un puro e semplice delitto. Una serie che ha fatto di realtà illusoria, capovolgimenti, apparenze e mistificazioni più che un semplice biglietto da visita. Li ha istituzionalizzati facendone un vero e proprio marchio di fabbrica, a volte persino fino all'eccesso. Quella che inizia come la storia dei 48 sopravvissuti dell'incidente aereo del volo 815 della Oceanic Airlines, diventa poi un visionario triangolo delle Bermuda post-litteram, un'inquieta e inquietante storia di misteri, di ripetizioni, di cortocircuiti e di "Altri". Quasi un manifesto generazionale che ha portato fortuna a molti membri del cast tra cui Matthew Fox ed Evangeline Lilly.

3) Fringe (2008)

C'è sempre la mano di J.J. Abrams dietro questo X-Files dei viaggi nel tempo. Fringe è un prodotto complesso, sotto molti aspetti ancora oggi all'avanguardia e con un cast in stato di grazia (il trittico Anna Torv, Joshua Jackson e John Noble è semplicemente perfetto). Walter Bishop (John Noble) è uno scienziato tanto brillante quanto psicologicamente instabile che viene liberato dalla casa di cura in cui era rinchiuso: i suoi talenti vengono messi al servizio di una divisione dell'FBI si sta infatti occupando dello "Schema", una misteriosa successione di eventi che rappresenta una minaccia globale. Mutazioni, teoria delle stringhe, poteri paranormali e controllo della mente: ogni puntata mette in dubbio la realtà in quanto tale e sottotraccia (ma nemmeno tanto) rivela la minaccia totale dello Schema

4) Westworld (2016)

Serie firmata Jonathan Nolan e Lisa Joy, ispirata all'omonimo film del 1973 (in Italia arrivato con il titolo "Il Mondo dei Robot") diretto da Michael Crichton. Cos'è Westworld? Un parco di divertimenti animato da robot in tutto e per tutto simili agli esseri umani, programmati per sottostare a tutti i desideri dei turisti e per non ribellarsi mai. Ma qualcosa va storto. Alcuni dei robot sembrano conservare ricordi che vanno oltre la loro programmazione ed è la loro realtà, non quella di noi esseri umani, che viene messa in dubbio. Un cambio di punto di vista rispetto a quanto mostrato in Inception e in Shutter Island, una visione che fonde le filosofie dei due film. I sogni dei robot sono la loro realtà alternativa, quella che li vede liberi dal giogo del parco di divertimenti. I loro desideri sono ciò che vorrebbero ma non possono fare. Con Anthony Hopkins nei panni del semi-divino creatore del parco Robert Ford, Ed Harris nei panni dell'uomo in Nero e Evan Rachel Wood nei panni della battagliera Dolores Abernathy.

5) Dark (2017)

Tutte e cinque le serie TV di questa lista hanno una cosa in comune: i viaggi nel tempo. Metaforici o stratagemmi narrativi che siano. Dark alza l'asticella facendo del viaggio nel tempo un labirinto in grado di frammentare ogni certezza, di polverizzare ogni logica, di invertire l'apparente flusso di causa ed effetto. La città tedesca di Winden è teatro della sparizione di due bambini ed è questo l'evento che porterà poi al dissotterramento degli oscuri segreti sepolti dietro le porte e le finestre di Winden. A questo si aggiungeranno strani fenomeni e sparizioni del passato. Dark confonde e la realtà che mette in discussione è proprio quella a cui siamo più legati: l'inevitabile consequenzialità tra passato, presente e futuro.

E voi? Li avete visti tutti?

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