Il creatore di Rambo è mortificato per essere associato a Last Blood

Autore: Alessandro Zoppo ,

Rambo: Last Blood, il quinto capitolo della saga cult con Sylvester Stallone, è uscito nelle sale statunitensi il 20 settembre 2019. Se l'accoglienza al box-office, come riportato da Variety, è stata positiva con 18 milioni di dollari incassati al primo week-end, non si può dire lo stesso per le recensioni arrivate sulle riviste e online.

Il film diretto da Adrian Grunberg è stato letteralmente massacrato dalla critica americana: su Rotten Tomatoes i giudizi degli utenti sono positivi (si raggiunge l'86% con oltre 2mila ratings) mentre i giornalisti assegnano uno scarso 27%.

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Particolarmente severi i giudizi di David Edelstein, che su Vulture definisce Last Blood "troppo schifoso per perdere tempo a rimuginarci su", e di Scout Tafoya, che su Consequence of Sound lo bolla come "una fantasia Trumpiana" e "il sogno bagnato dei Repubblicani nel 2019".

Queste stroncature hanno provocato una curiosa reazione in David Morrell. Lo scrittore canadese di First Blood, il romanzo del 1972 dal quale è stato tratto il primo Rambo, è intervenuto sui social per "dissociarsi" da questo progetto. 

Sono d'accordo con queste recensioni di Rambo: Last Blood. Il film è un disastro. Sono imbarazzato di avere il mio nome associato ad esso.

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Morrell ha linkato al tweet un articolo di USA Today nel quale si passano in rassegna le recensioni negative di Last Blood.

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Si va dagli strali di Peter Bradshaw del Guardian che se la prende per la rappresentazione razzista dei messicani fornita dal film, alle obiezioni di Frank Scheck di Hollywood Reporter che deride la sceneggiatura "assolutamente abbozzata e grossolana".

Non mancano le obiezioni sulla violenza gratuita, sottolineate da Glenn Kenny sul New York Times, mentre David Fear di Rolling Stone suggerisce a Stallone si iniziare a pensare seriamente alla pensione.

Lionsgate
Sylvester Stallone in una scena del film Rambo: Last Blood
Sylvester Stallone in una scena di Last Blood

Sollecitato dagli utenti su Twitter in una serie di botta e risposta successivi, Morrell ha addirittura aggiunto di aver "odiato" il film, definito una scopiazzatura riuscita male di Violenza ad una minorenne, action del 1976 con il figlio di Robert Mitchum, James, nei panni del protagonista.

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Lo scrittore rivela anche di essere stato contattato da Stallone nel 2016: i due hanno avuto "lunghe telefonate" perché l'attore voleva realizzare un Rambo più "profondo" ("soulful", scrive Morrell). Il risultato, invece, è proprio "senz'anima", ha "dialoghi inutilmente esplicativi" e "cattivi da annotazione su un post-it", "non è brillante abbastanza da sfruttare la demonizzazione dei diversi di Trump" e "non arriva neanche al livello del camp".

Sull'argomento ci ha scherzato su lo stesso Sly, che in un post su Instagram ha pubblicato una clip del film invitando i suoi follower ad andare al cinema a vedere un film "incredibilmente crudele", come è stato definito da un critico neozelandese.

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Nella sua apparizione al Festival di Cannes, Stallone aveva parlato proprio di quello che i fan dovrebbero aspettarsi dal film.

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Rambo affronta il lato oscuro della natura umana con cui la maggior parte delle persone convive. Rocky è diverso, è più ottimista. In questo film, Rambo torna a casa, ma in un certo senso non arriva mai. È lì, ma non lo è. È attorno a questo che si costruisce tutta la storia. Non appena esce dalla porta, non ha più controllo. È il mondo a controllarlo.

Con questo carico di premesse contrastanti, Rambo: Last Blood arriverà nelle sale italiane il 26 settembre 2019. Voi cosa farete, andrete a vederlo?

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