Dio perdona... io no!, frasi e scene memorabili del film con Bud Spencer e Terence Hill

Autore: Emanuele Zambon ,

Sarebbe potuta andare diversamente, se solo Peter Martell - all'anagrafe Pietro Martellanza - non si fosse fratturato un piede. È assai probabile, altrimenti, che non avremmo mai visto una delle coppie più amate del cinema: Bud Spencer e Terence Hill.

Il loro sodalizio, i loro nomi d'arte debitori a Hollywood e quella chimica così unica (per cui si può parlare di un solo precedente: Stan Laurel e Oliver Hardy) nacquero nella seconda metà degli anni '60 su un set nell'assolata Almería, in Spagna. Il film, diretto da Giuseppe Colizzi, avrebbe dovuto intitolarsi Il gatto, il cane e la volpe, ma uscì nelle sale italiane come Dio perdona... io no!, primo capitolo di una trilogia western di cui avrebbero poi fatto parte anche I quattro dell'Ave Maria e La collina degli stivali.

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Il genere era quello dello spaghetti western (solo tre anni dopo sarebbe stato realizzato il cult Lo chiamavano Trinità), nato sull'onda del successo della "trilogia del dollaro" di Sergio Leone.

Un fantasma, un bottino e la dinamite

Le vicende raccontate in Dio perdona... io no! riguardano un bandito scaltro - il famigerato Bill Sant'Antonio, impersonato da Frank Wolff - che ha finto la propria morte per ingannare bounty killer e tirapiedi. Dopo una spettacolare quanto sanguinaria rapina ad un treno che sembra portare la sua firma, sulle tracce di Sant'Antonio si lanciano un abile pistolero (il Cat "Doc" Stevens di Terence Hill) con un conto in sospeso col presunto morto e il "tutto muscoli e zero cervello" Hutch "Earp" Bessy (chi, se non Bud Spencer?), al servizio di una compagnia di assicurazioni.

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La pellicola di Colizzi ha il merito di svettare in mezzo alle centinaia di produzioni western di quegli anni. Merito di uno script interessante ispirato a Esopo, della presenza di Wolff (che, prima di suicidarsi nel '71, prenderà parte a due cult come C'era una volta il West e il poliziesco noir Milano calibro 9) e dell'alchimia venutasi a creare tra Spencer e Hill nelle scene in cui recitavano assieme.

Abbiamo raccolto alcune scene e diverse frasi memorabili del film:

Le scene memorabili del film

La morte corre sul treno

Nella prima sequenza di Dio perdona... io no! gli abitanti di una piccola cittadina fanno una macabra scoperta: sul treno della MKT che trasportava 300mila dollari, diretto da El Paso a Canion City, i passeggeri sono tutti morti (o, meglio, quasi tutti). Chi ha compiuto un tale orribile massacro?

Partita a poker (e scazzottata)

Uno dei momenti ricorrenti delle produzioni western: l'immancabile, tesa, partita a poker. La scena in questione serve ad introdurre il personaggio interpretato da Terence Hill, di cui non viene mai mostrato il volto nei primi secondi. La macchina da presa indugia invece sul tavolo da gioco, sulle mani e sul tic del protagonista (che rotea continuamente un sigaro spento). La partita a carte, che rivedremo molte volte nei film di Spencer e Hill, finirà come sempre: con una sonora azzuffata. Nasce forse qui l'idea di trasformare i due attori italiani in icone di una comicità fisica e di situazione spesso giocata su ceffoni e pugni in stile cartoon.

Mexican standoff finale

Colizzi sceglie di giocarsi la resa dei conti dei protagonisti con una rivisitazione dello stallo alla messicana utilizzato da Sergio Leone nell'epilogo de Il buono, il brutto, il cattivo. Il duello che sembra profilarsi è tra il luciferino Bill Sant'Antonio e lo "svelto" Doc Stevens. Ma un terzo incomodo rischia di rovinare tutto. Come se non bastasse, una miccia accesa è collegata ad un quantitativo di dinamite in grado di far saltare in aria una collina intera.

Le frasi cult di Dio perdona... io no!

CG Entertainment
Terence Hill in una scena di Dio perdona... io no!
  • "E sono molti i miei uomini, Doc"
  • "Con chi vuoi parlare?"; "Con Sant'Antonio!"; "E perché non con il Padreterno in persona"
  • "Guarda, guarda chi si rivede"
  • "Se tieni in bilico due uomini - come due animali, del resto - non succede mai che muoiano nello stesso istante"

Le curiosità su Dio perdona... io no!

  • Riportiamo uno stralcio dell'intervista a Terence Hill realizzata dal sito www.terencehill.it in cui l'attore parla di come riuscì ad ottenere il ruolo del pistolero Stevens nel film:
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Accadde che l'attore che doveva fare il gatto (Cat Stevens), Peter Martell, litigava sempre con la fidanzata ed una sera, durante una lite violenta, le tirò un calcio ma lei si scansò, colpì il muro e si ruppe un piede. Il regista Colizzi arrivò di corsa a Roma per cercare un altro attore, mentre la troupe era ancora là. La cosa simpatica è che io ero con il produttore Manolo Bolognini, il fratello del famoso regista (n.r. Mauro Bolognini di Pistoia), e stavo facendo Little Rita nel west e disse a Colizzi: "Guarda, io c'ho questo qui, se tu gli metti un cappello nero, visto così, ha gli occhi azzurri, somiglia a Franco Nero". E fu così che fui assunto, poi quel film divenne Dio perdona... io no! ed ebbe un successo strepitoso, anche se il western era finito, dato che ormai se ne facevano 300 l'anno. Il film ebbe comunque successo anche perché c'era già un pizzico di ironia e si stava formando casualmente questo feeling simpatico tra Bud Spencer e me. Poi cominciammo con le scazzottate e quando facemmo I quattro dell'Ave Maria con Eli Wallach, Colizzi andò a vederlo in giro per l'Italia e notò che quando c'erano le scene con noi due insieme, la gente si divertiva di più: "Quando tu stai insieme a Bud" mi disse "la gente prova più simpatia, ridono, insomma non capisco ma vi metto insieme!".

  • Il film è stato girato in Italia e nella provincia di Almería (nel Deserto di Tabernas), in Spagna. Le scene iniziali con il treno a vapore sono state girate nel Lazio lungo la tratta (ora in disuso) che collegava Capranica-Civitavecchia, tra le stazioni di Barbarano Romano-Vejano e quella di Blera, dove è stato ripreso l'arrivo del treno con i passeggeri uccisi. La locomotiva è una 625 del deposito di Roma Trastevere camuffata da locomotiva del far west.
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