Edward Norton in disaccordo con Spielberg: 'Sono i cinema a rovinare i cinema'

Autore: Claudio Rugiero ,

Mentre si prepara ad aprire la Festa del Cinema di Roma 2019 (dal 17 al 27 ottobre) con Motherless Brooklyn - I segreti di una città (nelle sale italiane dal prossimo 7 novembre), film da lui stesso diretto, prodotto, scritto e interpretato, Edward Norton si è trovato a parlare di cinema e streaming nel corso di un'intervista rilasciata a The Daily Beast.

L'ex Derek Vinyard di American History X ha innanzitutto raccontato il suo nuovo lungometraggio da regista (il secondo dopo Tentazioni d'amore del 2000), adattamento di un omonimo romanzo di Jonathan Lethem.

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La conversazione si è poi spostata sul mercato del cinema e sui servizi di streaming. Il punto di vista di Norton si è posto in aperta opposizione a quanto precedentemente sostenuto da Steven Spielberg.

Come ricorderete, il regista premio Oscar per Schindler's List e Salvate il soldato Ryan ha avviato una vera e propria crociata contro lo streaming, dopo che l'anno scorso l'Oscar per il miglior film straniero è andato a Roma di Alfonso Cuarón, distribuito da Netflix.

Secondo Spielberg, la nota piattaforma di streaming non avrebbe giocato attenendosi alle regole dell'Academy e, più in generale, per il  regista di Cincinnati i film distribuiti online dovrebbero rientrare in competizioni destinate al piccolo schermo, come ad esempio gli Emmy. Un punto di vista che non è stato condiviso dalla regista Ava DuVernay e dall'attore Bruce Campbell.

Va precisato che la posizione di Spielberg è soltanto l'ultima all'interno di un lungo dibattito che tra i professionisti del cinema si è fatto sentire già dal Festival di Cannes 2017, quando l'allora presidente della Giuria, Pedro Almodóvar, manifestò il proprio dissenso circa la presenza in concorso di due film Netflix (Okja e The Meyerowitz Stories).

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Cosa ne pensa Norton al riguardo? Le sue dichiarazioni lasciano ben poco spazio alla libera interpretazione:

[Netflix] ha portato nei cinema di tutto il mondo un film in bianco e nero in lingua spagnola [Roma appunto, n.d.r.]. In centinaia di sale, non solo in alcune, tante quante ne avrebbe fatte Sony Pictures Classics. Hanno investito più soldi in un contesto cinematografico di quanto avrebbe fatto chiunque altro. 

Norton non solo evidenzia quanto i distributori abbiano investito nelle sale per un film come Roma, ma sembra anche entusiasta all'idea che la fruizione online permetta l'accesso a più tipi di storie e l'emergere di nuovi autori:

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Stanno succedendo molte cose grazie a Netflix, e a quello che era l'avanguardia, che rappresenta un periodo senza precedenti di opportunità mature per molti tipi di storie e per più voci da ascoltare, raccontare e celebrare. 

Certo, è pur vero che viviamo in un'era in cui in molti preferiscono restare a casa a vedere i film o aspettare la loro uscita online piuttosto che il rilascio nelle sale, vuoi per una questione economica, vuoi per una questione di tempo. E di chi è la colpa? In risposta a questa domanda le opinioni si dividono: per molti i servizi di streaming si prendono il successo e il controllo che tradizionalmente spetterebbe alle sale cinematografiche. Per Norton invece la colpa è proprio dei cinema, e in particolare delle catene cinematografiche, che a suo dire non permettono allo spettatore di godere di una visione di qualità:

Le sale spendono due centesimi per le lampadine. La gente non ha idea di quanti cinema lo facciano. Molti registi e direttori della fotografia che conosco, e che hanno iniziato ad accorgersi di questo, affermano che oltre il 60% delle sale americane utilizza il proprio proiettore con quasi la metà della luminosità richiesta dal contratto per la proiezione.

Sono le catene cinematografiche che stanno distruggendo l'esperienza in sala, punto e basta. Nessun altro. Stanno offrendo un suono scadente e un'immagine sfocata, e nessuno li sta richiamando. Se i cinema offrissero quello che dovrebbero, la gente direbbe: 'Wow, è fantastico, non è come a casa'.

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Norton ha quindi concluso:

Io voglio che le persone entrino in sala, trovino il proprietario e dicano: 'Se si vede scuro, mi restituirete i soldi. Perché sto pagando, e sto pagando per un'esperienza di primo livello'.

Severo ma giusto.

Sicuramente l'esperienza in sala è qualcosa di unico e irripetibile e gli spettatori dovrebbero poterne usufruire in una visione di alta qualità, un requisito essenziale per poter essere coinvolti nella storia. Tutto quello che si vede o si sente sul grande schermo esiste per una ragione e il costo del biglietto, come giustamente osserva Norton, include anche questo.

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Voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con Norton?

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