L'Effetto Acquatico, la recensione: imparare a nuotare e ad amare

Autore: Elisa Giudici ,

Dopo aver visto una giovane donna respingere con grande grinta e sdegno le avance di un provolone di provincia in un bar, il manovratore di gru Samir si innamora perdutamente di Agathe. Dopo aver scoperto che la donna lavora nella piscina comunale di Montreuil, l'operaio si reca immediatamente sul posto e, desideroso di trascorrere del tempo con lei, finge di non saper nuotare per poter seguire un corso con l'istruttrice dei suoi sogni. Questa tattica però è destinata a non durare a lungo, ma Samir è deciso a fare e andare ovunque sia necessario pur di convincere Agathe a dargli una chance. 

Comincia così L'Effetto Acquatico, l'ultimo film scritto e diretto da Sólveig Anspach, presentato a Cannes 2016 come lavoro postumo, in quanto la regista islandese è scomparsa l'anno scorso. La pellicola ha vinto il premio SACD nella sezione Quinzaine des Réalisateurs e ha fatto parlare di sé come una commedia romantica e frizzante, sospesa tra Francia e Islanda, i due poli culturali di riferimento per la realizzatrice. Anspach ha scritto e diretto questo film la cui morale sembra risiedere in un delicato mix di ricordi rivissuti e nuove esperienze, il tutto consumato tra il mesto mormorio delle acque clorate della piscina comunale. 

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La Nostra recensione di L'Effetto Acquatico
La locandina del film L'Effetto Acquatico

La commedia ruota tutta attorno alle bugie sempre più macroscopiche che il povero Samir è costretto via via a inventarsi sul momento per trascorrere qualche ora con la sua amata Agathe, a mollo nell'acqua della piscina comunale, un microcosmo di istruttrici mangiatrici di uomini e addetti alle strutture surreali e istrionici.

Come in ogni colpo di fulmine che si rispetti, non è ben chiaro cosa renda l'operaio (interpretato da Samir Guesmi) così attratto dall'istruttrice (Florence Loiret Caille). La sua ossessione per lei però si realizza solo in impacciati, timidi tentativi di aver con lei un contatto fisico. Agathe però sembra distante e sfuggente, almeno fino a quanto una notte, complice una porta malfunzionante, Samir rimarrà chiuso con lei all'interno dell'impianto, scoprendone il lato più intimo e affascinante. 

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La recensione di L'Effetto Acquatico
Agathe e Samir in L'Effetto Acquatico

Tra i punti forti di una commedia romantica capace di sbarcare a Cannes c'è sicuramente la regia di Sólveig Anspach, decisamente attenta alla composizione delle immagini e dotata di una cerca ricercatezza nella profondità delle inquadrature, che si muovono e si spostano nelle inquadrature fisse apparendo e scomparendo da scorci, finestre e porte a vista.

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Rendere un ambiente comune come una piscina un luogo ora magico ora sognante non è certo un compito facile, eppure L'Effetto Acquatico riesce in questa impresa, nonostante l'evidente ristrettezza di budget. Forse è dovuto alla fascinazione che ambienti peculiari come le piscine esercitavano sulla regista, che aveva dichiarato a riguardo: 

Le piscine sono luoghi molto particolari, luoghi senza tempo che mettono insieme persone molto diverse, le cui motivazioni possono sembrare misteriose. Le piscine riescono a esercitare uno strano effetto su alcuni di noi. In piscina ci si va sopratutto per nuotatore, ma poi li si trovano desideri meno semplici da ammettere a se stessi... La piscina è un spazio nel quale è possibile sentire l'eco del mondo intero.

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Peccato davvero che nel costruire la sceneggiatura della sua commedia degli equivoci la regista perda questo tocco leggero e misurato: nel secondo tempo (e in particolare sul finale) le situazioni si facciano così paradossali da perdere un po' il coinvolgimento emotivo del film.

In particolare nella parte islandese della pellicola non mancano i buchi di sceneggiatura (soprattutto quando entrano in scena i personaggi di Anne e Frosti) e, ogni volta che si tenta a posteriosi di fornire una spiegazione logica, lo si fa davvero in maniera artificiosa e impacciata, degna di un principiante. 

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La recensione di NoSpoiler di L'Effetto Acquatico
Agathe e Samir in L'Effetto Acquatico

Tirando le somme, L'Effetto Acquatico è una gradevole commedia francese (con una punta di fatalismo islandese) che parte davvero bene, salvo poi perdere molto smalto nella seconda parte e vanificare parecchio di quanto fatto sul gran finale.

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Se il film risultato comunque divertente lo deve al duo di interpreti protagonisti, capaci di accattivarsi le simpatie dello spettatore anche nelle svolte più paradossali. A conti fatti è consigliabile senza riserve solo per appassionati del genere. 

L'Effetto Acquatico sarà nelle sale a partire dal 30 agosto 2016.

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