Episodio 1.4 - I fili dell'aquilone

Autore: Redazione NoSpoiler ,
Altre avventure per Martin e Jake, questa volta tutte incentrate sul ricordo di mamma Sarah…

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“Noi esseri umani abbiamo l’impulso innato di condividere le nostre idee”. Le parole (come sempre rivolte solo a noi) di Jake, ancora una volta commentano le immagini che introducono i personaggi di questo episodio. O meglio: li reintroducono. Nell’episodio di Touch trasmesso ieri sera da FOX è infatti tornato Randy, il vincitore della lotteria. Ed è arrivata una busta del medico legale, che Martin non ha il coraggio di aprire subito: la busta che gli conferma l’impossibilità di seppellire sua moglie, l’impossibilità di ritrovare il suo corpo. Una ferita aperta nel cuore di Martin e in quello dell’America per l’attentato dell’11 settembre, ma anche una ferita aperta per tutti coloro che hanno perso i loro cari in circostanze che non hanno restituito un corpo su cui piangere.

Ma non è certamente un caso l’introduzione del tema, perché come sappiamo Randy ha vissuto gli ultimi 10 anni cercando di espiare il senso di colpa per la morte di Sarah Bohm. Stesso destino di Bobby, l’uomo che Martin vede al cimitero, e di cui non sapeva nulla. Il sospetto (anche grazie all’affermazione “Non portava la fede”) che Bobby avesse avuto una relazione con Sarah è fondato. Lo pensiamo per una buona parte dell’episodio, soprattutto dopo che abbiamo scoperto che la figlia di Bobby si chiama Sarah e che lui è molto restio a raccontare la natura del loro rapporto, di cui nemmeno sua moglie è a conoscenza. Ci chiediamo, insomma, perché Jake abbia fatto in modo che Martin arrivasse a casa di Bobby, anziché permettergli di parlarci al cimitero.


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La ragione è chiara: il filo rosso che ci lega gli uni agli altri, quello di cui si parlava nell’episodio pilota, diventa tangibile con l’aquilone rosso che Jake lascia andare in un momento preciso, per poi seguirlo (e che dà anche il titolo all’episodio). Anche il ritorno di Abdul, il ragazzino iraqeno che già conoscevamo, ci chiarisce che in Touch non si vive di personaggi “mordi e fuggi”. Ciascuno ha il suo ruolo, ma non è detto che ci venga chiarito nell’arco dell’episodio in cui lo vediamo, o in quello successivo, in cui torna. Non è chiaro il suo ruolo né il modo in cui si connetterà agli altri. Come dimostra la scelta di Jake per Bobby, è evidente che per ogni incontro ci sono un luogo ed un momento designati.


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Come per lo scontro a fuoco in Iraq, o per la chiacchierata fra Randy e Padre Steve, alla fine della quale entrambi trovano il loro destino. Padre Steve può tornare da Laura, la soldatessa ferita in Iraq, suo perduto amore. Perché qualcuno si prenderà cura della chiesa di suo padre, e quel qualcuno è Randy (che pare aver trovato le “risposte” che cercava). Così ciò che tutti i personaggi cercano emerge chiaramente: la redenzione. Bobby e Randy hanno sulla coscienza la morte di Sarah (sanno che avrebbero potuto fare di più, insomma). Salvando la vita a Jake ed impegnandosi per ampliare la chiesa di Padre Steve, trovano entrambi la strada giusta per il perdono.

Il senso di colpa di chi è legato alla morte di Sarah fa da filo conduttore fra i personaggi, conducendoli fino a Martin (come conferma il racconto-confessione di Randy al prete, ossessione per i numeri inclusa). E se Abdul, che era pronto a morire con una bomba per far avere un forno ai suoi ora è attaccato alla vita, se i soldati americani feriti vengono ritrovati grazie al corto circuito del suo amplificatore, se Martin capisce che Jake vuole essere seguito da Bobby per farsi salvare, allora i numeri sono un segno. Destino, colpa, espiazione, numeri e tutto il resto: tutto s’intreccia con le storie dei personaggi e le letture dei “segni” che scelgono di collezionare. Un grande puzzle i cui tasselli vanno messi a posto, poco alla volta, in modo che tutti diano il loro contribuito. Come una fede ritrovata dopo tanti anni. Un anello e una fede religiosa. Qualcosa da conservare. Qualcosa su cui piangere. Perché come recitava la puntata della settimana scorsa, uno più uno è uguale a tre: Jake, il numero tre, ha reso Martin e Sarah una famiglia. E fa in modo che gli schemi invisibili fra le persone vengano seguiti da suo padre.
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