Farout, scoperto il corpo celeste più distante del sistema solare

Autore: Danilo Abate ,

I ricercatori Scott Sheppard (Carnegie Institution for Science), David Tholen (Università delle Hawaii) e Chad Trujillo (Università dell’Arizona Settentrionale) sono riusciti a fare una nuova scoperta di vitale importanza per l'ardua missione di cercare di venire a capo dei misteri dell'Universo.

Dopo la recente conferma della teoria della relatività di Einstein a opera della rete di satelliti Galileo degli ultimi giorni, si parla addirittura dell'identificazione di un nuovo pianeta.

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I tre scienziati pare abbiano infatti scoperto Farout (far out in inglese significa “lontano”), pianeta situato a una distanza dal Sole ben 120 volte superiore rispetto a quella terrestre.

Roberto Molar Candanosa/Scott S. Sheppard/Carnegie Institution for Science.
Farout comparato agli altri corpi celesti del sistema solare
La distanza di Farout paragonata a quella degli altri corpi celesti del sistema solare

Farout è stato scovato utilizzando un telescopio giapponese Subaru, sul vulcano di 4205 metri d'altezza chiamato Mauna Kea, situato nell’isola di Hawaii e, ironia della sorte, tale nuovo pianeta è stato trovato durante una delle sessioni d’osservazione degli addetti ai lavori intenti a cercare il Pianeta 9.

Farout, il cui nome in codice è 2018 VG18, sarà oltremodo importante per riuscire a svelare cosa accade negli angoli più remoti del sistema solare, considerando che, giusto per darvi un’idea ulteriore, il nuovo pianeta scovato da Sheppard e co. è distante dal Sole circa tre volte e mezzo in più se paragonato a Plutone. Inoltre Farout non subisce l’attrazione gravitazionale di Saturno e Giove.

David Tholen spiega inoltre nel dettaglio cosa comporta per il nuovo pianeta nano una distanza così rilevante dal Sole:

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Al momento siamo a conoscenza solo della sua distanza estrema dal Sole, del suo diametro approssimativo, che si aggira intorno ai 500 chilometri, e del suo colore rosato, un colore che solitamente appartiene ai pianeti ghiacciati. Una cosa però è certa: a causa della distanza di Farout, esso impiega più di mille anni per descrivere un’orbita completa intorno al Sole.

Dunque Farout costituirà per gli scienziati uno strumento di vitale importanza per arrivare a una comprensione dell’Universo e, in particolare, del sistema solare, mai vista prima d’ora.

E voi che ne pensate? Credete che la scoperta di Farout possa aiutare gli addetti ai lavori a svelare alcuni misteri dell’Universo oggi irrisolti?

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