Federica Gasbarro, l'intervista all'autrice di 'Diario di una striker'

Autore: Cristina Migliaccio ,

Il mondo intero guarda a Greta Thunberg come una paladina della giustizia ambientale ma noi, in Italia, abbiamo un altro nome a cui fare riferimento: Federica Gasbarro è una delle attiviste italiane che ha saputo portare il suo messaggio in giro per il mondo e che, da qualche settimana, ha riempito gli scaffali delle librerie con il suo libro Diario di una striker. Io e Greta per il clima dalle piazze all'ONU.

Quello di Federica è un resoconto di ciò che le è accaduto negli ultimi dodici mesi, da quando ha deciso di sposare la causa e schierarsi al fianco di Greta e di tutti gli altri attivisti nella lotta contro il cambiamento climatico.

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Abbiamo scambiato due chiacchiere con Federica, per capire da dov'è nata questa esigenza di trasmettere agli altri il proprio pensiero e fin dove si è spinta per portare i suoi ideali.

Quand’è che è saltata fuori l’idea di pubblicare il tuo diario?

Federica Gasbarro: L'idea del Diario è nata a valle di tutte le esperienze che in circa un anno ho avuto il privilegio di vivere! Ho sempre appuntato ciò che accadeva in quel periodo, magari con brevi pensieri o frasi. Così mi sono detta: "Perché non scrivere qualcosa?". Ho pensato di poter dare coraggio a tanti ragazzi che hanno vissuto situazioni simili alle mie, di poter far capire in qualche modo la crisi che stiamo vivendo e l'importanza delle azioni. Infine, il mio intento è stato quello di chiudere lasciando qualcosa di concreto, arricchendo il tutto con spiegazioni scientifiche ma semplici e un manuale per essere sostenibili!

Cos’è cambiato da quando l’hai scritto a oggi?

Sono successe molte cose, ho viaggiato tantissimo per l'Italia/mondo. Ho girato scuole e partecipato a numerosi convegni, tra cui un simposio UNESCO nella sede veneziana, COP21 sul mediterraneo e COP25 a Madrid. Sono cresciuta molto e, entrando in contatto con ragazzi provenienti da ogni estrazione/angolo della Terra, ho avuto modo di vivere un po' delle loro vite... prendere coscienza ed imparare!

Piemme
Federica Gasbarro in primo piano
Diario di una striker, il libro di Federica Gasbarro

Nel tuo diario sottolinei spesso che, per quanto difficile, è importante apportare dei cambiamenti per salvare il mondo: c’è qualcosa di cui non riesci proprio a fare a meno, pur sapendo che nuoce al pianeta?

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Purtroppo, mi sono accorta nel tempo che molti prodotti cosmetici sono difficilmente sostituibili. Puoi comprare cose alla spina o usare il sapone solido, però non è per tutte le cose così. Per esempio, in quanto ragazza, il mascara con una confezione biodegradabile o una valida alternativa è estremamente complesso da trovare... così come tante altre cose legate all'ambito.

Durante questo lungo anno, qual è stata l’esperienza che ti ha spaventato di più? E quale la più bella?

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L'esperienza che mi ha spaventata di più è stata la consegna della borsa di studio dalla fondazione Mike perché avrei dovuto incontrare il Principe Alberto II di Monaco e parlare di fronte ad una platea composta da persone molto importanti, invitate dalla famiglia Bongiorno. Non volevo deluderli. Di belle in realtà ce ne sono moltissime, forse quella più emozionante è stata l'ONU. Primo viaggio oltreoceano, primo viaggio da sola oltreoceano, prima volta al Palazzo di Vetro con i Leader e i capi di stato di 196 paesi nel mondo. I riflettori dell'Italia, per quanto riguarda i giovani, erano puntati solo su di me. Volevano notizie in tempo reale e, con il fuso, è capitato che mi chiamassero alle 4 del mattino. Sicuramente ho sentito una bella pressione e una bella responsabilità percorrermi il corpo durante quei giorni. Di punto in bianco mi sono ritrovata in uno dei posti più importanti, per decidere le sorti del pianeta e con le principali emittenti televisive che aspettavano di sapere il primo vertice sul clima dei giovani come fosse andato e le impressioni sull'assemblea generale.

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C’è mai stato un momento in cui avresti voluto dedicare il tuo tempo a tutt’altro piuttosto che occuparti di FFF? E quanto quest’impegno ha rivoluzionato (o meglio danneggiato) la tua vita privata?

Ammetto che per i primi sei mesi sono riuscita a portare avanti sia università che attivismo, le interviste erano sempre come membro del movimento. Quindi non c'era una vera e propria attenzione su di me. Da settembre è stato tutto più complesso. Qualsiasi cosa lo è diventata, dall'incontrare le amiche per una pizza (che poverine è capitato non vedessi per un mese e mezzo) allo studiare, all'andare in palestra, vedere i genitori ... non sono stata a Roma per due giorni di fila per 2 mesi. È stato complesso, banalmente, avere una vita normale… ma rifarei ogni singola cosa! Spesso invece si è rivelato poco piacevole ricevere commenti o messaggi sui social da parte di persone che mi davano contro per il gusto di farlo. Ho cominciato a prestare un’attenzione maniacale a qualsiasi foto condividessi e a non sentirmi più molto libera. Poi nei mesi ho imparato a lasciarmi scivolare le cose di dosso. Per quanto riguarda il resto, ora pian piano, sto cercando un nuovo equilibro che mi permetta di continuare a spingere come ho fatto finora con l'attivismo, ma allo stesso tempo mi permetta almeno di studiare. Voglio laurearmi e proseguire gli studi di pari passo al resto.

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Parliamo appunto dei social, un’arma a doppio taglio. Qual è stata la critica più forte, che non hai mai dimenticato?

Ce ne sono state molte che mi hanno ferita, di ogni genere o pesantezza. In questi casi preferisco lasciar correre e rispondere con gentilezza.

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Hai replicato la tua plastic free challenge? 

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Ancora no, ma ci sto lavorando e a breve voglio farlo più organizzata e preparata! We can do it!

Hai più visto o sentito Greta?

Cerco di disturbare il meno possibile, poveretta è sempre di corsa e circondata da gente. Ci siamo viste di persona a metà dicembre e poi, tramite un ragazzo del suo team che la segue fisicamente e conosce l'italiano, ho avuto modo di mostrarle il libro e farle tradurre delle pagine!

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Cosa prevede il tuo futuro da qui a qualche anno?

Bella domanda! Sicuramente laureata e specializzata... e a lavorare per il nostro pianeta!

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