Film tratti da graphic novel: da Sin City a 5 è il numero perfetto

Autore: Emanuele Zambon ,

Romanzi da vedere, oltre che da leggere. Storie a fumetti che divengono best-seller in cui scrittura e grafica si intrecciano in un connubio affascinante. Quando si parla di graphic novel è come se le vignette indossassero l'abito da sera per un'occasione che si rivela essere, il più delle volte, assai speciale.

Sono numerosi, infatti, i titoli di successo capaci di attirare addirittura l'attenzione del cinema. Perché se è vero che i cinecomic, attualmente, la fanno da padrone al box-office, è altrettanto certo che anche altri generi cinematografici - dal noir alla fantascienza post-apocalittica - hanno pescato dal fumetto d'autore.

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L'ultimo in ordine cronologico, come mostra il video celebrativo che trovate in cover, è 5 è il numero perfetto, l'adattamento cinematografico dell'omonima opera cartacea di Igort ambientata in una Napoli cupa e fumosa come solo le notti senza luna sanno esserlo, bagnata da pioggia e sangue.

La pellicola, affresco partenopeo che riflette sull'amicizia tradita e sulle seconde occasioni, è un pop noir che ruota attorno alla figura di Peppino Lo Cicero (a interpretarlo è un irriconoscibile Toni Servillo), killer della camorra ormai in pensione che fa ritorno a Napoli dopo l'omicidio del figlio, caduto in un agguato. Assieme al complice di una vita, Totò ‘O Macellaio (Carlo Buccirosso), l'anziano guappo scatenerà la propria vendetta.

C'è l'ironia in 5 è il numero perfetto e c'è pure il dramma misto al crime. Soprattutto, è presente una rappresentazione di Napoli che mescola la realtà e la tradizione dell'hard boiled, del pulp. Ci si perde tra il labirinto di vicoli della città, nei porticati insidiosi, passando tra le insegne dei negozi mentre intorno è tutto un fischiare di proiettili. 

La pellicola, diretta dall'autore dell'omonimo romanzo a fumetti, Igort, arriverà nelle sale italiane il 29 agosto distribuita da 01 Distribution. Segna un nuovo step sia nella filmografia a sfondo camorristico che in quella degli adattamenti cinematografici di graphic novel. Complice il filmato in calce all'articolo, l'occasione è propizia per passare in rassegna i film più apprezzati tradotti dai romanzi grafici. 

Sin City, Watchmen, V per Vendetta: da graphic novel a film cult

Warner Bros. Pictures
Una scena di V per Vendetta

Due nomi, su tutti, guidano tutta una serie di autori di graphic novel a cui il cinema ha strizzato spesso l'occhio: Alan Moore e Frank Miller. Del primo non si contano le trasposizioni sul grande schermo dei suoi lavori, a partire forse dal più noto, V per Vendetta, storia di una rivoluzione nascosta dietro una maschera di Guy Fawkes. Il film, ormai divenuto di culto, poggia sull'idea di libertà - anche se nel graphic novel ciò che guidava V era l'anarchia - contrapposta ai totalitarismi, sullo sfondo di un'Inghilterra immersa in un futuro a tinte fosche. Ancora maschere, come quelle della pellicola con protagonisti Hugo Weaving e Natalie Portman, caratterizzano pure un altro lavoro di Moore, adattato per il cinema da Zack Snyder. Si tratta di Watchmen, il più "anti" dei cinecomic con quelle sue atmosfere insieme oniriche e filosofiche.

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Il nome di Moore si lega inoltre a due pellicole che trasudano storia: la prima, La vera storia di Jack lo squartatore con Johnny Depp protagonista, è tratta dall'opera ideata da Moore (e disegnata da Eddie Campbell) "From Hell", basata sulla figura del noto serial killer che sul finire del XIX secolo terrorizzò Londra con almeno 5 efferati omicidi accertati da Scotland Yard. La leggenda degli uomini straordinari, invece, raggruppa alcuni dei più celebri personaggi della letteratura - dal capitano Nemo al dr. Jekyll - per sventare la minaccia di una guerra mondiale bramata da un losco figuro noto come il Fantasma. Il film, che segna l'ultima apparizione sul grande schermo di Sean Connery, è l'adattamento della vittoriana serie a fumetti di Moore intitolata "La Lega degli Straordinari Gentlemen".

Warner Bros. Pictures
Gerard Butler nel film 300

A Frank Miller si devono invece due tormentoni degli anni Duemila: il noir in bianco e nero Sin City, che a episodi mette in scena un'orgia di morti, duri a morire, pupe e gangster, e l'esagerato peplum 300, ricostruzione con più di una licenza della battaglia delle Termopili del 480 A. C. che vide gli spartani soccombere all'offensiva persiana (voluta da Serse I) dopo un'eroica resistenza condotta in inferiorità numerica al grido di "Questa è Sparta!". Dose generosa di effetti speciali per un affascinante esperimento cinematografico - realizzato da Zack Snyder - capace di regalare a Gerard Butler il ruolo della vita. 

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Quando si parla di fumetto e cinema, il nome di Miller è indubbiamente accostato anche alla trilogia de Il cavaliere oscuro, l'apprezzata serie di film sul pipistrello di Gotham diretta da Christopher Nolan che trae parziale ispirazione proprio dalla mini-serie "Batman: Anno uno" dell'autore.

Gangster e fantascienza a fumetti: da Era mio padre a Snowpiercer

Il panorama del cinema mondiale nasconde insospettabili adattamenti di graphic novel. Un esempio? Era mio padre, epico gangster movie firmato da Sam Mendes nel 2002 e tratto dall'opera a fumetti "Road to perdition" del romanziere Max Allan Collins. Un noir on the road in cui tragedia e crimine si fondono, magistralmente recitato da Tom Hanks (e con un Paul Newman al suo ultimo acuto sul grande schermo).

New Line Cinema
Viggo Mortensen in una scena del film

È una storia di criminali anche quella raccontata in A History of Violence, thriller diretto da David Cronenberg, adattamento dell'omonimo romanzo grafico scritto da John Wagner e illustrato da Vince Locke. Un enigmatico Viggo Mortensen è il proprietario di una tavola calda scambiato da un boss della mafia irlandese di Filadelfia per un gangster svanito nel nulla da oltre vent'anni. È lui o non è lui? Sembra un tormentone alla Drive In, invece è il pretesto di sceneggiatura per un dramma teso - diretto con piglio sicuro dal regista di Videodrome - con un protagonista che palesa più di qualche ombra.

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Il mistero e la violenza avvolgono anche il capolavoro di Park Chan-wook, Old boy, tratto dal manga omonimo di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya. La storia è quella di un uomo imprigionato per anni in un grattacielo per poi essere liberato al fine di scoprire l'enigma della propria detenzione. Tra gli adattamenti di graphic novel più insospettabili figura pure il dramma lesbo - piuttosto spinto - La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, Palma d'oro al Festival di Cannes del 2013. La pellicola porta sul grande schermo il romanzo a fumetti "Il blu è un colore caldo" di Julie Maroh.

Dall'incontro tra la fantascienza e le storie a fumetti sono nati straordinari romanzi grafici tradotti con successo anche per il cinema: se Tom Cruise vive, muore e ripete nell'action distopico Edge of tomorrow - Senza domani, ispirato alla light novel All You Need Is Kill scritta da Hiroshi Sakurazaka ed illustrata da Yoshitoshi Abe, l'ex Captain America, Chris Evans, è un (povero) sopravvissuto ad una nuova era glaciale che guida una rivolta a bordo di un treno in corsa nello sci-fi Snowpiercer. Singolare, poi, il caso di uno dei capolavori del genere, Blade Runner, a cui è stata dedicata una serie sequel a fumetti.

Tra i più recenti (ed ottimi) esempi di graphic novel prestati al cinema, ecco My Friend Dahmer, tratto dall'omonima opera illustrata del fumettista John Backderf, che in maniera autobiografica ripercorre i tempi in cui fu compagno di scuola del serial killer Jeffrey Dahmer, uno degli assassini seriali più disturbati dell'intera storia degli Stati Uniti.

Ricorda invece il mondo dei sicari di John Wick la sorpresa Polar, diretto da Jonas Åkerlund a partire dal romanzo grafico di Victor Santos. Mads Mikkelsen è il "Black Kaiser", un sicario prossimo alla pensione che viene tradito dalla sua stessa organizzazione per motivi economici. Gelide atmosfere, sequenze mozzafiato e momenti di riflessione fanno di questo film targato Netflix già un piccolo cult.

Per chiudere, anche la sventola che uccide Charlize Theron nella Berlino anni '80 (il film è Atomica Bionda) arriva direttamente dai fumetti: la graphic novel di riferimento è "The coldest city", di Antony Johnston e Sam Hart.

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