Francis Ford Coppola, gli 80 anni del padrino del cinema: ecco i suoi film più belli

Autore: Emanuele Zambon ,

A 80 anni Francis Ford Coppola non è pago del successo. Neppure del set. Inseguiva il suo film dei sogni - Megalopolis - da vent'anni. Lo ha finalmente trovato e lo girerà con lo stesso entusiasmo di un ragazzino nella notte di Natale.

Con lui Hollywood, nei primi anni '70, si è fatta nuova, il cinema si è scoperto arrabbiato, i suoi contenuti eversivi, avvezzi alla provocazione. La sua fama di abile storyteller è seconda solo a quella di straordinario realizzatore di istantanee manifesto, scolpite a caratteri indelebili nell'immaginario collettivo. Che siano la testa di un cavallo mozzata oppure la giungla devastata dal napalm, le visioni estreme di Coppola sono ormai sedimenti del nostro inconscio.

Advertisement

United Artists
Francis Ford Coppola e Dennis Hopper sul set di Apocalypse Now

Francis Ford Coppola, gli 80 anni del "padrino" dell'anti-Hollywood

Lucano di origine (i suoi nonni erano emigranti originari di Bernalda, provincia di Matera), con quel "Ford" aggiunto all'anagrafe in segno di riconoscenza e buon auspicio (il padre Carmine era un jazzista nell'orchestra i cui spettacoli erano sponsorizzati dal colosso americano delle auto), Coppola ha rappresentato assieme ad un'intera generazione di registi - da Scorsese a Spielberg - la frattura fra il vecchio e nuovo modo di intendere il cinema, il desiderio di rottura e di scoperta e sperimentazione di nuovi linguaggi.

Non certo un regista facile, fin da subito in guerra con l'establishment hollywoodiano, Coppola si è spesso rifiutato di piegare la propria volontà (e la propria vitalità artistica) alle imposizioni dei produttori. Egli è stato uno dei (pochi) baluardi a difesa della libertà creativa dei cineasti, soffocata dai diktat degli studios e dal loro rispondere unicamente alle logiche del mercato.

Advertisement

Paramount Pictures
Francis Ford Coppola accanto a Marlon Brando sul set de Il padrino
Ne ha pagato le conseguenze (come testimoniano i tracolli finanziari della sua casa di produzione, l'American Zoetrope) rimanendo isolato nel panorama dei filmaker, vittima di un cognome ingombrante seppur prestigioso (un destino in parte condiviso con l'altro scomodo di Hollywood, Cimino). Ma si è anche aggiudicato diversi round, come quando impose alla Paramount prima un nome inviso (il "difficile" Marlon Brando) e successivamente un attore semisconosciuto (Al Pacino) per poter girare Il padrino, oppure quando ingaggiò una battaglia durata tre anni con la United Artists per imporre senza condizioni l'apologo antimilitarista per eccellenza, Apocalypse Now
Advertisement
, completato nonostante tifoni, tentativi di suicidio e tiremmolla col governo filippino.

I film di Coppola sono stati spartiacque del Novecento, ritratti impietosi di un'America (e non solo) contraddittoria che oggi vengono percepiti come classici, film di culto da citare a memoria. Eppure ci si trova di fronte ad uno sperimentatore di forme e linguaggi, col Vietnam nell'animo, che ha saputo sgretolare i codici tradizionali della narrazione (Peggy Sue si è sposata), fare a pezzi l'american dream (Non torno a casa stasera), generare un cortocircuito tra estetica e pensiero (il bianco e nero di Rusty il selvaggio), anticipare il rapporto morboso e ambiguo dell'uomo con la tecnologia (La conversazione).

Paladino dell'anti-Hollywood, allergico ai compromessi, testardo nell'inseguire la sua idea di cinema, anche a costo di un flop (ne sono arrivati tanti, troppi): in occasione degli 80 anni di Francis Ford Coppola, abbiamo selezionato le 10 migliori pellicole (in ordine cronologico) di un regista che "ha sempre visto il mondo in modo diverso dalla gente comune":

1) Non torno a casa stasera

Un Coppola prima maniera, uscito dalla scuola di Roger Corman, fa a pezzi l'immagine rassicurante della famiglia borghese (e di un'America tutta) attraverso il ritratto di una donna in fuga dalle proprie responsabilità, che sulla propria strada incrocia prima un ragazzo ritardato e poi un poliziotto aggressivo. Finale in tragedia per un film on the road che segna - come farà 10 anni dopo Apocalypse Now - il passaggio di un'epoca, il punto di non ritorno che segnerà una linea di demarcazione, netta, tra un passato avvertito come inadatto a conciliarsi con la società contemporanea.

Advertisement

In Non torno a casa stasera, oltre alla protagonista Shirley Knight, recitano James Caan e Robert Duvall, future presenze nel cast de Il padrino.

2) Il padrino

Paramount Pictures
Coppola, Brando e Pacino sul set del film

Nel '72 Coppola mette mano al best-seller di Mario Puzo e rivela al mondo che la mafia, non solo al cinema, è "cosa nostra", tra detti da età patriarcale ("Le donne possono essere imprudenti ma l'uomo no!", sbotta il Don del film, Vito Corleone) e dinamiche criminali che affondano le proprie radici nelle cupole nostrane.

Advertisement

La pellicola di Coppola fa leva sull'interpretazione memorabile di Marlon Brando, affiancato da un cast superlativo: l'impulsivo Sonny di James Caan, il pavido Fredo di John Cazale, fino al reduce di guerra (e futuro padrino) Michael Corleone, personaggio cardine del film che consente ad Al Pacino - che l'aveva spuntata su Ryan O'Neal e Robert Redford - di entrare a Hollywood dalla porta principale.

Il padrino incarna la forza evocativa del mito e il pathos tipico delle tragedie greche (in pratica è la storia di un dio o di un re con tre figli dalle differenti virtù). Bilancia ad ogni fotogramma il cinema di ampio respiro e l'efferatezza della cronaca nera, permettendo a Coppola di confezionare alcune delle sequenze più celebri di tutti i tempi: dalle assillanti richieste degli invitati ad un pomposo matrimonio all'assassinio del primogenito del boss, crivellato dai proiettili dei mitra ad un casello autostradale. Quella del filmaker italoamericano è un'offerta - dell'opera omnia del genere gangsteristico - che il cinema non potrà certo rifiutare e che pagherà con 3 Premi Oscar.

3) La conversazione

Palma d'Oro a Cannes nel '74, uno dei film che meglio descrivono il senso di paranoia dell'era tecnologica. Ne La conversazione un metodico detective privato esperto di intercettazioni rimarrà invischiato in un caso dai risvolti inquietanti. Un Gene Hackman sontuoso, tutto sax, manie e cimici spia.

4) Il padrino - Parte II

Paramount Pictures
Robert De Niro in una scena del film

Un sequel, la possibilità di rovinare quanto di buono fatto in precedenza, l'occasione per raccontare le origini di un boss con cui il pubblico ha legato in modo sorprendente: Il padrino - Parte II, con quelle sue carrellate indolenti e le dissolvenze a scandire il tempo di un racconto sospeso tra passato e presente, bissa (se non supera) il successo del film precedente, raccontando di faide sicule, compromessi fragili nella Little Italy e commissioni d'inchiesta nel Nevada.

Un'immagine su tutte testimonia la caratura biblica di Coppola: un boss sprezzante (Gastone Moschin), di bianco vestito, che passeggia (osservato dall'alto) per il mercato durante la festa del Santo Patrono del quartiere, ignaro che la sua fine è vicina.

5) Apocalypse Now

"Apocalypse Now non è un film sul Vietnam; è il Vietnam. Proprio come gli americani in Vietnam, ci siamo trovati in mezzo alla giungla con troppi uomini, troppi mezzi, troppi soldi, e poco alla volta siamo impazziti." L'inferno vietnamita che prende vita sulle note dei Doors, poi nella testa del capitano Willard. La follia di Kurtz, lo squilibrio del tenente colonnello Kilgore, a cui piacciono l'odore del napalm al mattino e il surf tra le bombe.

I film di guerra non saranno più gli stessi dopo Apocalypse Now, una delle produzioni più tormentate e ammirate di sempre.

6) Rusty il selvaggio

È il Gioventù bruciata degli anni '80, seguito ideale de I ragazzi della 56ª strada, precedentemente diretto da Coppola. Quello che ha per protagonisti Matt Dillon e Mickey Rourke - oltre a Dennis Hopper - è un film sul divario generazionale, che si interroga sul disagio giovanile. Lo fa in bianco e nero per la quasi totalità della durata, facendo calare il sipario su un passato mitico, irrecuperabile.

7) Peggy Sue si è sposata

Ritorno, nostalgico, al passato. Peggy Sue si è sposata è uno dei film più intimi di Coppola, che qui antepone i sentimenti alla fantascienza (a differenza della saga con Micheal J. Fox e di Terminator, entrambi di quegli anni).

Kathleen Turner è una madre insoddisfatta del proprio matrimonio che ha la possibilità di rivivere i 18 anni, e di conseguenza compiere o meno scelte differenti da quelle prese in passato. Un sogno lungo 104 minuti, agrodolce, con un Nicolas Cage col ciuffo a banana biondo.

8) Tucker - Un uomo e il suo sogno

Coppola sposta il tiro della sua guerra personale a Hollywood, concentrando il fuoco sui poteri forti dell'industria statunitense. Il pretesto è un biopic su Preston Tucker, ingegnere americano che sul finire degli anni '40 osò sfidare le grandi case automobilistiche statunitensi con un modello rivoluzionario, l'omonima Torpedo. Venne boicottato, la sua impresa fallì e, nel frattempo ammalatosi di cancro ai polmoni, morì qualche anno più tardi, nel '56, quando ancora sognava una seconda possibilità.

La confezione del cineasta possiede toni sgargianti, in linea con i sogni di gloria dell'epoca raccontata e con lo slancio vitalistico del suo protagonista, il futuro drugo Jeff Bridges

9) Dracula di Bram Stoker

Columbia Pictures
Gary Oldman in una scena del film

È il 1462 quando un cavaliere romeno, Vlad III conosciuto anche con il nome di "Draculia”, si muove in difesa del mondo cristiano dalla minaccia turca. Tornato a casa vittorioso, scopre che la moglie Elisabetta si è suicidata a causa della falsa notizia della sua morte. Per il dolore della perdita della moglie, Vlad rinnega Dio invocando i poteri del male, trasformandosi nel noto vampiro Dracula. Qualche secolo più tardi, nella Londra vittoriana, Dracula vede in Mina Murray, fidanzata di Jonathan Harker (avvocato incaricato dell'acquisto di case in Inghilterra per conto del nobile transilvano) la reincarnazione della sua defunta sposa Elisabetta. Inizia così una contesa bagnata nel sangue tra il vampiro e l'accademico Van Helsing. Soltanto quando il conte Dracula verrà dapprima trafitto e poi decapitato uscirà dalla propria condizione di “non morto”.

Horror gotico dotato di una narrazione scandita da autentici momenti di orrore patinato, Dracula di Bram Stoker è forse l'ultimo, vero acuto di Coppola prima del lento e inesorabile declino. Un dramma dal lirismo esasperato che nei primi anni '90 rinnova al cinema il mito del conte della Transilvania. Tre premi Oscar e un cast portentoso, da Gary Oldman a Anthony Hopkins.

10) L'uomo della pioggia - The Rainmaker

Rudy Baylor, neolaureato idealista e con la necessità di sbarcare il lunario, attraverso una serie di circostanze viene in contatto con la famiglia di un ragazzo malato terminale di leucemia a cui, però, l’assicurazione (corrotta) non vuole riconoscere alcuna indennità. Inizia, così, una lunga battaglia in tribunale, che si risolverà con una pesante sentenza a carico della compagnia assicurativa, la quale, però, fallirà.

Legal drama che Coppola dirige a partire da un best-seller di John Grisham in maniera asciutta, coreografando un match tra avvocati - il novellino Matt Damon e lo smaliziato Jon Voight - all'interno di un'aula di tribunale.

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!

Sto cercando articoli simili...