Frantz, la recensione: tra gli intrighi è nata una stella, Paula Beer

Autore: Elisa Giudici ,

Germania, 1919. In una cittadina termale dove i padri piangono la morte dei propri figli nella guerra appena perduta, arriva un giovane ragazzo francese di nome Adrien. Lo sconosciuto visita la tomba di Frantz, uno dei tanti caduti in battaglia, figlio del medico locale. La promessa sposa e quasi vedova di Frantz lo invita nella casa dei genitori di lui, con cui vive da anni, quasi fosse una figlia. Adrien viene spinto a raccontare come ha conosciuto il defunto, ma appare chiaro che l'argomento sia particolarmente doloroso per il giovane straniero. 

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François Ozon incanta con Frantz
Gli splendidi protagonisti di Frantz: Adrien Niney e Paula Beer

Girato in un impeccabile e moderno bianco e nero, liberamente ispirato al lungometraggio datato 1932 di Ernst Lubitsch Broken Lullaby, Frantz era uno dei film più attesi tra quelli in concorso a Venezia 73 e non ha davvero deluso le aspettative, risultando tra i più amati dell'edizione, pur portando a casa un solo premio minore. François Ozon non ha di che dispiacersi però, dato che il film si sta già configurando come un trampolino di lancio per la sua protagonista, la fino ad oggi sconosciuta Paula Beer.

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Se il melodramma funziona, lo si deve anche alla profondità emozionale e intellettiva che quest'attrice tedesca quasi esordiente ha saputo dare alla giovane quasi vedova attraverso cui viene narrata la vicenda. Lo spettatore conosce solo i dettagli della storia noti alla ragazza, che pian piano scoprirà più segreti di quanti poi rivelerà agli anziani genitori di Frantz, ma che è all'oscuro di tante informazioni che non sembrano dar pace al povero Adrien, interpretato dal già lanciatissimo (e ingiustamente trascurato nelle recensioni post Venezia) Pierre Niney.

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La recensione di Frantz da Venezia 73
Quale sarà il segreto che tormenta Adrien?

Il grande istrione però rimane il regista François Ozon, un cineasta capace di rilanciare il già grande Fabrice Luchini (Nella Casa, ad oggi ancora il suo film migliore) o mettere la mani sul talento e sul corpo di Michael Fassbender (Angel) ancor prima che venisse lanciato a livello internazionale. Con la scelta di Paula Beer il regista francese conferma di avere l'occhio lungo in fatto di casting, ma stavolta più che in passato si nasconde dietro lo sguardo puro e intenso della sua protagonista per costruire un mistero. Già nella sua apertura pacata e innocente, il regista lavora alacremente all'imbroglio finale nei confronti di chi guarda. 

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Sia chiaro, è un'imbroglio sottile, malinconico e bellissimo, che rende Frantz l'ennesima prova di quanto François Ozon sia di fatto uno dei più grandi esponenti moderni del genere melodrammatico, così impervio e insidioso, soprattutto considerando le sue vetuste convenzioni e i gusti del pubblico contemporaneo.

Spesso è stato accostato dalla critica italiana a Ferzan Ozpetek per via delle ricorrenti ambiguità e sensualità che permeano le loro opere. Se il regista italiano tende però a replicare un medesimo tipo di storia e atmosfera, François Ozon si dimostra camaleontico e malleabile, capace di adattarsi a nuove storie e nuovi generi e a reinterpretarli con il suo stile, senza mai divenirne schiavo. 

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La recensione del film di Venezia Frantz
La locandina del film

Con Frantz però il regista francese torna tra le pieghe di un genere a lui particolarmente congeniale e il risultato è di molto superiore ai suoi recenti Giovane e Bella e Una Nuova Amica. Spendere qualche parola in più sul film rischia di compromettere la scoperta della sua raffinata specularità, dei corsi e i ricorsi dell'amore e del destino, sempre pronti a giocare tiri beffardi a personaggi feriti dalla Prima guerra mondiale. 
François Ozon non ha paura delle aspettative del pubblico, ma anzi ci gioca, inducendo quanti conoscono bene la sua filmografia a credere di aver già intuito tutto, mentre in realtà, come rimprovera Anna ad Adrien in una delle scene più tese del film, non hanno capito ancora nulla, o quasi. 

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Quando si è in compagnia di François Ozon, specialmente se in questo stato di forma (e a questo ancora inedito livello di consapevolezza e maturità), sbagliarsi rimane sempre un grande piacere, anche se malinconico e poetico, così come i suoi personaggi. Se questa settimana avete voglia di recuperare un buon film da Venezia 73, la vostra scelta obbligata è Frantz. Imperdibile. 

Frantz è nelle sale italiane dal 22 settembre 2016.

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