Fuga nella giungla, il finale del film e la sua spiegazione

Autore: Alessandro Zoppo ,

Josh C. Waller e Zoë Bell tornano a fare coppia. Dopo l'horror action Raze, il regista e l'attrice stuntwoman si tuffano nel sottogenere survival drama con Fuga nella giungla, scritto stavolta dal produttore Daniel Noah.

L'inquietante colonna sonora electro-dark del misterioso Kreng (il musicista belga Pepijn Caudron) accompagna il pericoloso, drammatico e ansiogeno viaggio della protagonista, popolato da personaggi ambigui e scontri violenti.

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Sulla strada per la salvezza, nessuno si dimostra ciò che è realmente: tutti non sono quel che sembrano. Una lotta per la sopravvivenza che si conclude con la chiusura del cerchio: un finale sanguinario e liberatorio.

Fuga nella giungla Fuga nella giungla Nel 1985 la fotografa di guerra Avery Taggert si è già costruita una solida carriera divenendo nota per la distanza emotiva che mantiene con i soggetti ritratti. Quando si avventura ... Apri scheda

La trama del film

La vicenda di #Fuga nella giungla è ambientata nella Colombia del 1985. È un anno cruciale nella storia del Paese sudamericano. Nel 1982 si è insediato alla presidenza Belisario Betancour Cuartas, che ha cercato un dialogo con le forze guerrigliere: EPL, M-19, ELN e FARC. Tre anni dopo, l'M-19 ha assaltato il Palazzo di giustizia di Bogotà, prendendo in ostaggio 350 giudici della Corte Suprema. L'esercito ha deciso di passare all'attacco e nell'azione hanno perso la vita centinaia di persone tra guerriglieri e giudici, uccisi in realtà dalle pallottole dei militari.

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Il 1985 è anche l'anno dell'eruzione del Nevado del Ruiz, il secondo vulcano più elevato della Colombia che il 13 novembre si risveglia dopo quasi settant'anni anni di dormienza, causando la morte di 23mila persone. Quel disastro è ricordato soprattutto grazie agli scatti di due celebri fotoreporter, Michel duCille e Frank Fournier. Avery Taggert è una fotografa come loro: è stata mandata nella giungla colombiana da Donald (Kevin Pollak), il direttore della rivista Mill.

Avery ha una vita piuttosto incasinata, ma scatta come nessun altro. Come Eve Arnold, ama il bianco e nero ed è pronta a rischiare la vita pur di poter catturare il momento decisivo, quell'istante unico che immortala la storia. Le sue immagini sono diventate simboli della crudeltà della guerra: per questo Taggert ha appena ricevuto il premio per il fotoreporter dell'anno e punta decisa al Pulitzer.

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Zoë Bell in una scena del film Fuga nella giungla
Il talento di Avery Taggert

Avery è nella giungla della Colombia per catturare la verità dietro un gruppo di "missionari", una formazione armata che lotta per la rivoluzione e liberare il Paese dall'oppressione militare e dal soffocante capitalismo occidentale. Il capo della banda è il carismatico leader Guillermo Dias Rojas (Nacho Vigalondo, il regista di #Timecrimes e Extraterrestre), un guerrigliero spagnolo noto come "El Guero". La squadra di mercenari è completata da Alejo (Tenoch Huerta), Tomas (Francisco Barreiro), Luna (Nancy Gomez), Sebastian (Jason Canela) e Marianna (Sheila Vand).

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La missione della reporter è cercare di documentare i fatti e uscire illesa dagli scontri che si consumano al passaggio dei liberatori. Durante le sue sessioni di foto, Avery vede però qualcosa che non doveva vedere: Guillermo non è un eroe rivoluzionario, è soltanto un criminale manipolatore che fa traffici di cocaina con i cartelli della droga. A un bambino che ha assistito per caso allo scambio con due narcos, taglia brutalmente la gola. Avery era lì in quel momento: Guillermo l'ha vista e ordina ai suoi uomini di farla fuori perché "la straniera" maneggia soldi sporchi.

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Nacho Vigalondo in una scena del film Fuga nella giungla
La foto shock di Guillermo che scatena la caccia a Avery

Il finale e la spiegazione

Guillermo è ossessionato da un simbolo: la spirale. Presente da sempre in natura, nella storia dell'arte e delle culture, la spirale simboleggia la ciclicità e lo sviluppo del cosmo, ma anche il cammino della vita (il titolo originale del film è Camino), la morte e la rinascita. "El Guero" sguinzaglia i suoi sulle tracce di Avery per farsi giustizia.

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La fotoreporter, tuttavia, ha straordinarie abilità fisiche e di coraggio non così diverse da quelle di un soldato e i guerriglieri cadono uno dietro l'altro sotto i suoi colpi: prima di tutti l'apparentemente "immortale" Alejo. Poi tocca al povero Sebastian, che vede in Guillermo un benefattore ma che da quest'ultimo viene sacrificato senza troppi complimenti.

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Zoë Bell in una scena del film Fuga nella giungla
La guerriglia personale di Avery

Le vittime successive sono Tomas e Luna, legati fin da quando erano ragazzini. Il primo, considerato un "fratello", è accoltellato a morte da Guillermo che ora lo reputa un traditore per amore. La seconda, che ha sempre sospettato del Guero, aiuta la fotografa a scappare ma è pizzicata da Guillermo mentre prende dell'acqua al fiume e fatta fuori in modo brutale: col simbolo della spirale inciso a sangue sul petto.

Resta Marianna, innamorata di Guillermo e ammaliata dal suo potere. A lei pensa Avery, che la fa precipitare in un dirupo dopo un furioso corpo a corpo. La reporter a quel punto fugge e quando sembra ad un passo dall'essersi messa in salvo, ritrova Alejo. Non è il guerrigliero che ha già ucciso, ma il "gemello pazzo", la sua "ombra" come la spirale doppia.

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Tenoch Huerta e Zoë Bell in una scena del film Fuga nella giungla
Avery affronta il

Stavolta a uccidere il "secondo" Alejo è Guillermo con un colpo di pistola alla testa. Avery pensava fosse una visione come quelle continue apparizioni che ha del marito Daniel (Dominic Rains). L'uomo è morto da tempo: il rullino che porta al collo – e che El Guero le strappa pensando che dentro ci siano le prove della sua colpevolezza – contiene i negativi del loro ultimo incontro durante il carnevale di Rio de Janeiro.

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Guillermo lascia Avery nella giungla, sanguinante e in fin di vita. Il "rivoluzionario" fa il suo ingresso trionfale in un villaggio semi-deserto di contadini. Appena comincia il suo proclama di liberazione nella piazza centrale, una donna lo colpisce a morte sparandogli ripetutamente con un fucile. Il motivo? Lo scatto del pazzo maniaco – ricercato in Spagna per falsificazione, evasione fiscale, estorsione e omicidio – nell'atto di recidere la gola a un bimbo innocente è su tutte le prime pagine.

Ma la foto di Guillermo che sgozza il bambino com'è arrivata ai giornali e ai notiziari? Durante la sua fuga nella giungla, Avery ha incontrato i due soci in affari del Guero che stavano per stuprare due native. La fotografa li ha minacciati con un fucile e li ha fatti secchi quando questi hanno reagito. A quel punto ha affidato i negativi della foto alle donne, chiedendo loro di consegnarli ai media locali.

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Nacho Vigalondo in una scena del film Fuga nella giungla
Guillermo vede finalmente la spirale

Il "camino" di Avery Taggert si conclude nel migliore dei modi: la fotografa è ancora viva, sopravvissuta nonostante le gravi ferite. Tornata negli Stati Uniti, è candidata al Premio Pulitzer, ma annuncia al suo redattore Donald di voler lasciare il lavoro di fotografa. Vuole voltare pagina e viaggiare a bordo di una fiammante Chevrolet El Camino blu per mettersi alle spalle il passato. Come ha raccontato in un'intervista a Entertainment Weekly, Zoë Bell ha realizzato tutti i propri stunt nel film (girato alle Hawaii e non in Colombia) e ha voluto mostrare al mondo che anche una donna può interpretare il ruolo che Hollywood assegna di solito al "maschio bianco virile" e pronto a tutto.

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