Game of Thrones è stato fatto per 'pura fortuna': la controversa intervista a D&D

Autore: Stefania Sperandio ,

Dopo la messa in onda della stagione finale di Game of Thrones, lo scorso maggio, gli showrunner David Benioff e D. B. Weiss sono praticamente spariti dalla circolazione. Investiti sia dalle critiche di chi non ha apprezzato le scelte narrative degli ultimi sei episodi, sia di chi si è concentrato soprattutto sul ritmo troppo veloce di questi ultimi, i due autori hanno anche saltato l'appuntamento con il Comic-Con di San Diego, lo scorso luglio, ricomparendo solo per ritirare i premi assegnati alla serie TV di HBO agli Emmy Awards.

Questo, almeno, fino all'Austin Film Festival, nel corso del quale Benioff e Weiss – o D&D, come vengono "affettuosamente" indicati dai fan di Game of Thrones – hanno parlato di alcuni dietro le quinte del loro lavoro su Jon Snow e compagni, rivelando che non tutto è andato come si potrebbe pensare.

Game of Thrones e l'aiuto della buona sorte

Non ci sono dubbi che Game of Thrones, nato dai romanzi Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin, sia una delle serie televisive più celebri e più famose di tutti i tempi. Forte del suo motto, che vuole portare i valori produttivi e qualitativi del cinema sul piccolo schermo, HBO ha dato a Benioff e Weiss tutti i mezzi per realizzare la loro visione. Visione che, però, scopriamo dalle parole degli stessi showrunner, inizialmente è stata tutt'altro che chiara.

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Gli Stark a Grande Inverno nell'episodio pilota di Game of Thrones
Da sinistra: Isaac Hempstead-Wright, Maisie Williams, Sophie Turner, Richard Madden, Sean Bean, Michelle Fairley e Art Parkinson nell'episodio pilota (definitivo) di Game of Thrones

Quando si proposero per realizzare una serie TV basata sui romanzi di George R. R. Martin, lo scrittore domandò loro quali referenze e quali esperienze avessero da presentare, a supporto della loro idea. La risposta, hanno ammesso Benioff e Weiss, è che all'epoca non ne avevano nessuna.

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Le loro parole sono state riprese dall'account Twitter @ForArya, con gli showrunner che raccontano che, insieme a Martin, era presente anche Carolyn Strauss, per HBO, celebre per essere molto severa nelle valutazione delle proposte. D&D volevano che la loro idea venisse accolta e, per questo, erano estremamente nervosi.

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In merito al confronto con Martin, Benioff ha rivelato:

Non avevamo nessuna credenziale. Non capiremo mai perché ci abbia affidato l'opera della sua vita.

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Gli inciampi del pilot

Approvata l'idea di Game of Thrones, restava da realizzare "solo" l'episodio pilota. Per renderlo realtà, rivelano D&D, hanno però commesso tutti gli errori che si potevano commettere, da quelli di scrittura a quelli di casting, passando anche per le scelte legate ai costumi. Come i fan sanno, in effetti, l'episodio pilota è stato poi girato nuovamente (oggi è quello di apertura della prima stagione), con alcuni attori, come Emilia Clarke, che sono stati scritturati in sostituzione di quelli precedenti.

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Lena Headey e Mark Addey in Game of Thrones
Il confronto tra Cersei e Robert Baratheon è stato inserito in Game of Thrones solo in un secondo momento

Secondo Benioff & Weiss, "tutto quello che si poteva sbagliare, in quel pilot, lo abbiamo sbagliato".

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I due showrunner affermano che HBO, probabilmente, decise di non cestinare tutto solo perché aveva già in essere delle pre-vendite per la serie verso i mercati esteri.

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Oltretutto, per puro caso abbiamo avuto alcune scene particolarmente amate in cui i personaggi si confrontano, come quella in cui Cersei Lannister e il marito, Re Robert Baratheon, sono uno di fronte all'altro a parlare del loro matrimonio. Inizialmente questa sequenza non era prevista, ma è stata girata perché HBO impose di rendere gli episodi più lunghi, chiedendo di girare circa cento minuti di scene extra, che vennero aggiunte qua e là.

Una di queste fu proprio quella tra i coniugi reali, con gli showrunner che solo a quel punto si accorsero che non avevano mai messo Cersei e Robert a confronto. Aggiungere queste scene, però, li ha aiutati a capire meglio i personaggi della serie.

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L'importanza degli attori

Anche gli attori hanno avuto la loro importantissima parte, nel successo di Game of Thrones. I due showrunner hanno raccontato di non aver compreso da subito i singoli personaggi – o, almeno, non prima di aver girato i cento minuti di scene aggiuntive richieste di HBO. A dargli una mano, in questo compito, sono stati anche e soprattutto gli attori.

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Maisie Williams in Game of Thrones
Maisie Williams nei panni di Arya nella prima stagione di Game of Thrones

Come raccontato da D. B. Weiss, artisti come Maisie Williams (Arya Stark, che all'epoca della messa in onda della prima stagione doveva ancora compiere quattordici anni) hanno "ridefinito il loro ruolo", motivo per cui gli showrunner hanno cominciato a scrivere per gli attori. Secondo Weiss:

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È come se gli attori avessero appena traslocato nella 'casa', decidendo di arredarla da zero.

Per questo, l'autore riferisce di aver imparato molto, dei personaggi, proprio dagli attori che erano stati scelti per interpretarli. Sappiamo, nel caso specifico di Maisie Williams, che effettivamente dopo aver ottenuto la parte la giovanissime attrice si interessò a scoprire Arya nelle opere di George R. R. Martin, con sua madre che le raccomandò di usare la mano sinistra per le coreografie con la spada, in modo da rimanere estremamente fedele alla controparte dei romanzi.

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C'è anche un'altra curiosità, in merito agli attori: alcuni ruoli furono particolarmente difficili da scritturare, come rivelò qualche tempo fa anche George R. R. Martin – come quello di Brandon Stark, o quello di Khal Drogo.

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Jason Momoa in Game of Thrones
Jason Momoa è stato Khal Drogo in Game of Thrones

Proprio in merito a quest'ultimo, Benioff e Weiss rivelano di aver scelto Jason Momoa scoprendolo dai fan di Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, che immaginandone una trasposizione cinematografica avevano indicato proprio l'attore come interprete ideale del leggendario guerriero Dothraki.

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Allontanarsi dai romanzi

Dopo aver candidamente ammesso i loro errori, Benioff e Weiss hanno anche rivelato che l'idea era quella di allontanarsi dai romanzi e rimuovere quanti più elementi fantasy possibile. Il motivo? Fare in modo che la serie potesse essere appetibile a qualsiasi tipo di pubblico, anziché ai soli fan del genere – dalle madri ai giocatori di football. Nelle parole di Weiss:

Semplicemente, non volevamo rivolgerci a quel tipo di fan [gli stessi dei romanzi, n. d. r.].

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Benioff e Weiss decisero, nonostante le ammesse difficoltà, di scrivere da sé tutti gli episodi, con HBO che li spinse a farsi affiancare anche da qualcun altro: fu così che venne scelto Bryan Cogman, che firmò quattro episodi.

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Considerando le reazioni scatenate dalla stagione finale di Game of Thrones, D&D si sono anche visti chiedere se si sono mai dedicati a leggere i commenti delle persone online, via via che le stagioni si susseguivano. Weiss ha risposto di non capire che guadagno avrebbe potuto esserci dal considerare le reazioni degli altri per decidere cosa fare, mentre Benioff ha risposto di averne letto qualcuna, ma che lo hanno messo di cattivo umore. Sicuramente, Emilia Clarke lo aveva avvertito...

Gage Skidmore
Benioff e Weiss al Comic-Con di San Diego
Messo alle spalle Game of Thrones, D&D hanno ora molti nuovi progetti a cui dedicarsi

Che sia stata solo fortuna, che ha portato diversi elementi a incastrarsi per dare vita a una serie che ha appassionato milioni di persone, o che D&D abbiano solo voluto sminuire il lavoro fatto, Game of Thrones non smette di far parlare di sé. Il prossimo mese di dicembre, la serie HBO vedrà l'arrivo anche in Italia del cofanetto che comprenderà tutte le stagioni, oltre all'esclusiva reunion dei membri storici del cast, moderati da Conan O'Brien.

Inoltre, i lavori sul pilot della serie prequel, conosciuta con il nome in codice di Bloodmoon, sono ultimati – con George R. R. Martin che ha tenuto aperta la porta a un ulteriore spin-off, dedicato ai Targaryen. Il viaggio a Westeros ed Essos guidato da Benioff e Weiss, insomma, potrebbe essere stato solo il primo (grande) passo televisivo della saga fantasy.

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