Genitori quasi perfetti, il finale inaspettato del film di Laura Chiossone

Autore: Alessandro Zoppo ,

Perché fare i figli se poi non ci si vuole stare insieme? Perché investire i bambini di sogni, desideri e aspettative che appartengono soltanto ai genitori? È ancora possibile esistere come individuo quando si diventa mamma o papà? A queste e a tante altre domande prova a rispondere Genitori quasi perfetti, l'opera seconda della regista milanese Laura Chiossone.

Produzione firmata Indiana, Rosso Film e Maremosso, Genitori quasi perfetti si doveva chiamare Palloncini, dallo spettacolo teatrale (al quale è liberamente ispirato) di Gabriele Scotti che firma il soggetto e la sceneggiatura con Renata Ciaravino. I toni sono quelli della commedia tinta di dramma: non un film di genere ma "un film sui generis", come l'ha ribattezzato ironicamente la regista.

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C'è molto di autobiografico nella dramedy della Chiossone, madre di due figli (un maschio e una femmina) che va nel panico quando tocca accompagnarli alle feste di compleanno. Lo sforzo di socializzare, le riunioni a scuola, le insostenibili chat su WhatsApp, gli aneddoti del parto: da questo "inferno" nasce un film che sin dalle prime scene si presenta come un racconto di comicità amara e si conclude con un finale davvero inaspettato.

Genitori quasi perfetti Genitori quasi perfetti Simona è una mamma single quarantenne legata da un amore profondo al suo bambino, Filippo. Si sente però terribilmente inadeguata al ruolo e l'organizzazione della festa per gli otto anni ... Apri scheda

La trama del film

Simona (Anna Foglietta) è una veterinaria, mamma single, incasinata e sempre di corsa del piccolo Filippo (Nicolò Costa). Da ore l'ansia la divora: deve organizzare tutta da sola la festa di compleanno per gli otto anni del suo bambino. Pronta al party, Simona distribuisce gli inviti ai compagni di classe del piccolo e ai rispettivi genitori e ripulisce la casa da cima a fondo scatenandosi sulle note di Girls Just Want to Have Fun.

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Tutto sembra perfetto, dalla torta alla scelta dell'animatrice e dei palloncini rossi, anche se a Filippo proprio non piacciono. L'unica cosa che la preoccupa è quella macchia sul soffitto, una perdita d'acqua nell'appartamento sfitto al piano di sopra. Nel chiuso della sua abitazione ereditata dalla nonna, cominciano ad arrivare gli ospiti.

Ci sono Aldo (Paolo Calabresi) e Ilaria (Lucia Mascino), la coppia vegan-eco-radical chic. C'è la svampita, libera e superficiale Sabrina (Marina Rocco) e c'è Giorgia (Elena Radonicich), lesbica dichiarata che ha avuto una figlia con l'eterologa. Non mancano i papà: l'immaturo e disoccupato Paolo (Francesco Turbanti) che vive il ruolo di genitore con passione e rigore estremi e il vacuo Alessandro (Paolo Mazzarelli), fresco di separazione perché sempre troppo impegnato al lavoro e quasi infastidito dalle turbolenze del figlio.

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Marina Rocco e Francesco Turbanti in una scena del film Genitori quasi perfetti
Sabrina con la sua

La festa deraglia e prende una piega del tutto inattesa quando l'animatrice Luisa (Marina Occhionero), arrivata in ritardo perché incinta e mollata dal fidanzato, trucca Filippo e lo lancia in un'esibizione scatenata. Il figlio di Simona danza en travesti e si sfoga sulle note di Kobra, canzone di culto dell'Italo disco firmata da Rettore, icona queer degli anni '80.

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La coreografia di Filippo e il testo del brano che gioca con espliciti doppi sensi lasciano tutti di stucco, in primis Simona. L'incertezza della propria identità di genere è ancora un elemento destabilizzante e fa esplodere i conflitti. Quando arriva il momento clou della serata, il taglio della torta, cadono le maschere. Alla fine del "tanti auguri a te", spunta una voce che dice "frocio". Chi è stato?

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Anna Foglietta in una scena del film Genitori quasi perfetti
L'imbarazzo, la rabbia e lo stupore sul volto di Simona

Il finale inaspettato

Il carnage è servito: tutti contro tutti. Il pestifero figlio di Alessandro è il principale imputato, ma si scopre che è stata la figlia di Ilaria e Aldo. Quest'ultimo, nel frattempo, fa sesso nel bagno con Sabrina, attratta sin dall'inizio da lui, eccitata dal suo tic e dai nomi di registi giapponesi che mette in fila uno dietro l'altro. "Hirokazu Kore'edaaa!", grida lui al culmine del piacere. 

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Alessandro schiaffeggia il figlio e si interroga su che pessimo padre è stato, Paolo gli fa la morale e si becca un "vaffa" dal bambino, Ilaria coglie Aldo e Sabrina sul fatto e va su tutte le furie, Simona scopre che Giorgia ha postato per sbaglio il video incriminato del taglio della torta sulla chat dei genitori. Lo sfogo di Giorgia è fulminante.

Mi dite che problema avete tutti quanti? Cos'ha fatto sto ragazzino? Si è divertito! Ha ballato, e chissenefrega se è gay o non è gay. È un bambino, ha otto anni. Ma cos'è tutta questa voglia di definirlo?

Simona, a quel punto, manda via tutti. Non prima che Ilaria strappi con foga l'extension a Sabrina e tenti di strozzarla con un festone e Giorgia, seduta sul divano accanto a un affranto Alessandro, vomiti sul pavimento. Soltanto la rottura della crepa sul soffitto e una piccola esondazione restituiscono una quiete apparente.

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Anna Foglietta in una scena del film Genitori quasi perfetti
Simona

I bambini sono immobili, impietriti dinanzi a questo triste spettacolo. Luisa si congeda dal lavoro e dalla festa con un monologo che fa impallidire i presenti.

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Io pensavo di non essere in grado di fare il genitore. Sono giovane, ho un lavoro precario, praticamente non ho un lavoro. Il mio fidanzato mi ha appena lasciata e sono incinta. Però, stando con voi, guardandovi, ho capito che sarà molto difficile fare peggio di quello che avete fatto voi con i vostri figli. Ho capito che posso essere una buona madre, e quindi vi ringrazio. Simona, mi raccomando il bonifico: tra nove mesi partorisco.

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Marina Occhionero in una scena del film Genitori quasi perfetti
L'animatrice Luisa saluta a modo suo mamme e papà

Un black-out fa saltare la corrente. Buio. Finita la festa, ci sono i resti da pulire e le scorie fisiche ed emotive da smaltire. Simona si sveglia tra i palloncini rossi: leggeri, colorati, divertenti, ma quando scoppiano all'improvviso ci riportano alla realtà. Non le resta che prendere Filippo, un bambino di otto anni capace di capire meglio di sua madre il mondo degli adulti, e portarlo a ricevere il suo regalo di compleanno.

Un gruppo di ballo attende la coppia. Simona passa a uno di questi street dancer una chiavetta, il ragazzo la infila nello stereo e parte Kobra di Rettore. L'amarezza si stempera in un lieto fine catartico: l'accettazione dell'identità di Filippo, qualunque essa sia. Il finale è improbabile e completamente estraneo alla vicenda, eppure credibile: un numero da musical, una sorta di flash mob per le strade di Milano con tanto di coreografia e palloncini rosa. Il cobra, d'altronde, non è un serpente, "ma un pensiero frequente che diventa indecente".

Nicolò Costa e Anna Foglietta nel finale del film Genitori quasi perfetti
Filippo e Simona possono finalmente riconciliarsi

Sin dall'esordio con Tra cinque minuti in scena, passando per i cortometraggi e i documentari, le pubblicità e i videoclip per Morgan, Marlene Kuntz, Otto Ohm, Marracash e MondoMarcio, tutti i film di Laura Chiossone sono impregnati di musica. Lei stessa, con la sua attitudine punk, suona e ha fatto parte di una band. Non deve meravigliare un finale musicale in un film che prima di chiudere ha scandagliato nevrosi e paranoie. L'energia positiva si libera, mentre i titoli di coda scorrono sui pupazzi realizzati dall'artista varesina Nadia Milani, quasi vent'anni passati in scena al Teatro del Buratto di Milano e insegnante di animazione di figure e teatro su nero presso il corso di formazione Animateria del Teatro Gioco Vita di Piacenza.

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