God's Not Dead 2: il film sul diritto alla libertà di espressione

Autore: Alfonsina Merola ,

La libertà di espressione e di pensiero è un diritto inalienabile dell'uomo.

È attraverso la libertà di potersi esprimere liberamente e di poter manifestare un'idea o un determinato credo che si cerca di vivere nel migliore dei modi o per lo meno in quello che a noi sembra essere giusto. È imprescindibile alla libertà di opinione quello di non ledere fisicamente e moralmente gli altri che non la pensano come noi. 

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Tutti siamo autorizzati dal diritto nel poter credere in un'idea qualsiasi, scegliere di abbracciare una teoria rispetto ad un'altra o professare una religione in particolare e sembrerebbe assurdo il contrario.

A volte può succedere che qualcuno la pensi in modo diverso dal nostro e cerchi di far valere la propria idea con prepotenza, avvalendosi di quella stessa legge che tutela la diversità tra gli uomini e che ne sancisce una convivenza pacifica, basata sulla tolleranza e sulla diversità che ci distingue l'uno dall'altro.

Non è giusto ma, in virtù della libertà di ciascuno e della diversità umana, tutti indistintamente potrebbero sentirsi erroneamente in diritto di farlo.

Come scrisse Kant ne La metafisica dei costumi (1797):

La facoltà di agire conformemente alle proprie rappresentazioni si chiama la vita.

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Nessuno dunque può dirci che ciò che pensiamo sia sbagliato, lo si potrà non condividere e obiettare ma non combattere come se fosse un crimine.

Nel mondo non esiste una massima assoluta, non è tutto bianco, nero o grigio. Non esiste un modo giusto per pensare, non c'è una guida per poter scindere o credere che qualcosa sia migliore rispetto ad un'altra.

La libertà di pensiero e di espressione appare vestita di ineffabilità, sembra fluttuare nel nostro quotidiano con vesti leggere eppure il suo peso è così grande e consistente che è difficile quantificarne il suo peso specifico.

Ciò che pensiamo e in cui crediamo rappresenta ciò che siamo e in alcun modo potrà esserci sottratto.

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E se un giorno qualcuno decidesse di condannarci per una nostra idea? Il solo pensarlo sembrerebbe una follia eppure negli Stati Uniti è successo qualcosa di simile che ha portato a dei veri e propri scontri legali.

Dopo God's Not Dead (2014), Harold Cronk ritorna con il sequel ma questa volta c'è un cambio di prospettiva.

Nel primo lavoro cinematografico è l'ambiente accademico che spinge i propri studenti a non credere in Dio invece questa volta le carte si mescolano completamente.   

God's Not Dead 2 si rifà ad alcune cause svoltesi in tribunale e ad essere condannata era proprio quella libertà di pensiero e di espressione che ci appartiene come il cuore che ci rende vivi e che ci permette di esistere nel mondo.

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L'intento del lungometraggio è forte perché porta sul grande schermo un problema che riguarda la giustizia ed il diritto di poter esprimere la propria umanità.

Nella trama la legge e la religione (i due mondi che da sempre rappresentano l'opposto) si fondono, cercando si spiegare l'assurdità di essere costretti a difendere le proprie idee davanti ad un tribunale con il rischio di vedere crollare la propria vita per un'idea o un forte credo.

Anche la religione appartiene al grande bagaglio racchiuso nella libertà di essere e scegliere ciò che si vuole.

Nel mondo esistono persone con un credo diverso dal nostro o senza credo ma ciò non può e non deve rappresentare un limite o un impedimento nei confronti di un singolo individuo.

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Poster originale del film God's Not Dead 2
Locandina originale di God's Not Dead 2

Trama

Grace Wesley (Melissa Joan Hart) è un'insegnante di liceo e un giorno viene accusata di aver fatto proselitismo durante una lezione. L'accusa viene mossa da Pete Kane (Ray Wise), uno degli avvocati più importanti d'America.

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Kane vuole sfruttare questa situazione in modo da creare un precedente all'interno del mondo legale per far sì che non vengano più trattati discorsi religiosi in luoghi pubblici.

All'improvviso Grace si trova a doversi giustificare, di fronte a legali e a persone sconosciute, sul perché avesse detto quella determinata frase che più nel particolare conteneva il nome incriminato: Gesù.

Dal momento in cui inizia la causa legale l'insegnante si ritrova a dover camminare su un filo di rasoio: la sua carriera potrebbe interrompersi da un momento all'altro perché, qualora dovesse perdere la causa, la sua abilitazione all'insegnamento verrebbe annullata. 

Harold Cronk mostra non solo questo lato complesso ma si focalizza anche sulla forza che si deve impiegare per combattere e per giustificare la propria libertà di pensiero.

Appena scoppiato il caso Grace si ritrova circondata da amici e persone care che le propongono di ritrattare evitando la causa legale perché, per loro, la posta in gioco è troppo alta.

Rischiare di perdere il proprio lavoro per un'idea è davvero così folle? Quanto vale un'idea? Quanto coraggio occorre per andare incontro al proprio diritto alla vita? C'è ancora il bisogno, al giorno d'oggi, di porsi queste domande? 

A queste domande ci risponderà senza compromessi e mezze misure God's Not Dead 2.

La pellicola verrà proiettata nelle sale italiane il prossimo 2 marzo.

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