Hayabusa-2, la sonda giapponese ancora una volta sull'asteroide

Autore: Rina Zamarra ,

Alle 03:30 del mattino dell’11 luglio 2019 (ora italiana), Hayabusa-2 ha toccato nuovamente il suolo dell’asteroide Ryugu e ha creato un piccolo cratere, da cui ha estratto del materiale. La missione, diretta all’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), era molto delicata ma sembra che si sia conclusa con successo. La JAXA stessa lo ha dichiarato con un post sui social!

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Come forse ricordate, la sonda era già scesa sull’asteroide ad aprile 2019 per prelevare del materiale formando un cratere. Ma ricostruiamo insieme la storia dell’operazione per spiegarvi meglio l’importanza della missione.

Ryugu è un asteroide, vale a dire un piccolo corpo celeste che assomiglia a un pianeta, pur non avendo la classica forma sferica. Secondo gli scienziati, gli asteroidi sono dei residui del disco protoplanetario non incorporati nei pianeti. In parole povere, sono ciò che è rimasto nello spazio dopo i processi che hanno dato vita al sistema solare.

I ricercatori ritengono che questi corpi celesti (del diametro non superiore a 1 km) contengano gli elementi che hanno determinato la formazione della vita sulla Terra. Dall’analisi del materiale di cui sono composti, dunque, si potrebbero scoprire molte cose su quanto accadde miliardi di anni fa.

Ryugu è un asteroide di tipo C, uno dei più comuni, ed è costituito soprattutto da carbonio. È tra l’altro di tipo molto scuro e difficile da osservare a distanza. La sua scoperta risale al 1999 e la missione di Hayabusa-2 per studiarlo meglio è iniziata nel 2014, dopo il lancio avvenuto dal Centro Spaziale di Tanegashima.

Gli scienziati giapponesi hanno valutato con attenzione la possibilità di effettuare un secondo atterraggio, che rischiava di danneggiare seriamente la sonda. Il terreno dell’asteroide, infatti, è molto più accidentato del previsto.

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Alla fine hanno deciso di fare il secondo tentativo. Hayabusa-2 si è avvicinata, ha lanciato delle cariche esplosive e poi si è posata per pochissimo sulla superficie, alla distanza di circa 20 metri dal cratere. Dopodiché ha ripreso quota e si è allontanata dall’asteroide. Qui sotto, potete vedere le immagini della superficie di Ryugu effettuate durante la missione. 

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La sonda ha ricominciato il suo viaggio diretta verso la Terra, dove dovrebbe arrivare con il suo prezioso carico entro dicembre 2020. Se la missione ha avuto davvero successo, gli scienziati lo scopriranno solo con l'arrivo di Hayabusa-2 perché al momento non conosco il tipo di materiale recuperato grazie all'atterraggio!

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