Horizon Forbidden West Recensione: la grande epopea di Aloy

Autore: Silvio Mazzitelli ,
Videogames
14' 9''

Sono già passata 5 anni da quando Guerrilla Games fece uscire il suo nuovo progetto, quell’Horizon Zero Dawn che lasciò tutti a bocca aperta per la grande qualità grafica del titolo. In passato Guerrilla era conosciuta principalmente per la serie di sparatutto Killzone che in realtà non fu mai così incisiva tra le esclusive di PlayStation. Con Aloy e la sua prima avventura però riuscirono a fare breccia negli appassionati delle console Sony, grazie a un mondo molto ricco e bello da vedere e una storia con un background narrativo incredibilmente originale e interessante, seppur il gioco in sé cadesse in alcune meccaniche da open world piuttosto comuni. Adesso è finalmente giunto il momento di vedere il proseguimento delle avventure di Aloy, infatti è da poco uscito Horizon: Forbidden West, seguito che arriva sia su PS5 che su PS4 e che ci narra delle nuove gesta dell’eroina dai capelli rossi e della sua battaglia contro le pericolose macchine giunte da un lontano e ormai perduto passato.

Il fascino dell’Ovest proibito

Horizon: Forbidden West riprende direttamente dalla fine degli eventi del primo capitolo. Sono passati sei mesi dallo scontro finale che ha concluso la battaglia contro Hades e le forze dell’Eclissi, Meridiana è salva e Aloy è ormai considerata un’eroina, ma la giovane guerriera Nora sa che il destino degli esseri viventi di tutta la Terra è ancora in pericolo. Per questo motivo la nostra protagonista sarà costretta a partire verso l’Ovest Proibito, dove dimorano tribù sconosciute e pericolose, per scoprire cosa sta accadendo e tentare ancora una volta di salvare il mondo.

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Se avete giocato il primo capitolo all’uscita, ossia ben 5 anni fa e avete ricordi fumosi sulla trama non preoccupatevi: il titolo vi accoglierà con un riassunto di quanto accaduto in Horizon Zero Dawn. Inoltre la prima fase del gioco è posta in una mappa a sé stante che vi reintrodurrà alle meccaniche di gioco, aggiungendone anche di nuove, e inoltre vi permetterà di accedere alla sezione delle biografie dei personaggi che andranno a colmare i ricordi mancanti riguardo gli eventi precedenti. Non vogliamo svelarvi oltre su quanto accadrà nella nuova grande avventura di Aloy, ma possiamo dirvi che la storia è indubbiamente migliore di quella del primo titolo.

Il primo Horizon infatti poneva le sue basi sul mistero del mondo in cui Aloy vive, un mondo post apocalittico in ricostruzione dopo la scomparsa della precedente umanità. La storia legata al passato e a come si è giunti a un mondo fatto di tribù primitive e macchine tecnologicamente avanzate dalle forme di svariati animali era incredibilmente originale e affascinante, mentre la storia che coinvolgeva Aloy nel presente era meno avvincente, complice il fatto che, tolto il grande carisma di Aloy, gli altri personaggi, antagonisti in primis erano piuttosto dimenticabili. Horizon: Forbidden West migliora l’intero intreccio narrativo, svelando ancora più interessanti informazioni sul passato e costruendo soprattutto un mondo reale e credibile, dipinto bene soprattutto dagli usi e costumi delle nuove tribù che andremo a incontrare, tutte caratterizzate in modo dettagliato.

Aloy rimane sempre la regina, anzi in questo seguito è ancora più carismatica ed eroica. Se l’avete amata nel primo capitolo qui la adorerete ancora di più. Stavolta però. c’è più spazio anche per i personaggi secondari, qui più interessanti e con un ruolo di maggior peso rispetto al primo capitolo. Ancora però non ci siamo sugli antagonisti, che presentano una caratterizzazione troppo da macchietta, anche se sicuramente sono meglio gestiti rispetto a quelli del precedente capitolo.

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Segnaliamo inoltre che anche molte quest secondarie sono raccontate davvero bene, tanto che alcune creano delle storie parallele alla vicenda principale che si dipanano in diverse missioni. Queste approfondiscono molto il mondo di gioco e i suoi personaggi, e spesso sono talmente ben fatte da non essere per nulla inferiori alle quest della storia principale. Difficilmente dunque troverete le classiche fetch quest, ossia missioni basilari in cui l’unico scopo è uccidere un certo numero di nemici o raccogliere alcuni oggetti da riportare a colui che vi ha dato la missione e poi finita lì. Alcune missioni simili ci saranno, ma nel menu di gioco verranno poste sotto la voce Commissioni e non missioni secondarie che sono sempre molto più elaborate. Nonostante la semplicità di queste Commissioni, saranno sempre strutturate con una certa narrativa di fondo che le renderà interessanti anche se i compiti da svolgere saranno basilari.

Horizon: Forbidden West è dunque un titolo che non delude dal punto di vista della storia, con una Aloy che ruba ancora una volta la scena e un background narrativo che diventa ancora più affascinante in questo secondo capitolo. Sicuramente se avete apprezzato la storia di Zero Dawn non rimarrete delusi da quella di questo nuovo titolo, anzi siamo sicuri che la amerete ancora di più.

Un mondo pieno di vita

Il grande protagonista di Horizon: Forbidden West è il suo incredibile mondo. Pieno di ecosistemi naturali, tra giungle, spiagge, montagne e molto altro, l’open world del titolo è davvero magnifico da esplorare, grazie a paesaggi da mozzare il fiato che faranno venire voglia di immortalarli in una foto grazie alla presenza dell’ormai onnipresente Photo Mode, sempre ricco di opzioni. Spostarsi nel mondo di Forbidden West è ora più facile e immediato rispetto al passato. Aloy potrà sin da subito cavalcare alcuni tipi di macchina, che saranno poi richiamabili in qualunque momento. Sarà possibile poi utilizzare il viaggio rapido presso qualunque falò gratuitamente quando saremo già nei paraggi di uno di essi, mentre in alternativa potremo utilizzare un comodo kit da viaggio per spostarci in qualunque momento verso questi punti.

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In Horizon: Forbidden West c’è ora anche una maggior verticalità delle aree: usando il Focus di Aloy sarà possibile esaminare ogni particolare di un’area, e le pareti scalabili saranno messe in evidenza così da comprendere deve sarà possibile arrampicarsi. Il titolo permette anche di disattivare questi aiuti visivi per i più coraggiosi che vogliono un’esplorazione lasciata maggiormente all’intuito del giocatore. Ad aiutare in questa rinnovata verticalità delle mappe ci saranno alcuni gadget molto utili, come il rampino: che ci permetterà di aggrapparci in determinati punti delle pareti per raggiungere con maggior facilità le aree più in alto; l’Aliscudo, una specie di aliante tecnologico che ci permetterà di planare dai punti più alti della mappa dandoci una parziale manovrabilità aerea.

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Ma la mappa non si estenderà soltanto verso l’alto: ci saranno anche innumerevoli grotte e luoghi nascosti nei meandri della terra, tra cui i Calderoni, aree con interessanti puzzle ambientali che, una volta completati, ci daranno la possibilità sbloccare nuovi override per controllare sempre più macchine con la nostra lancia. Grande aggiunta è quella dei fondali marini, bellissimi da vedere quanto pericolosi da attraversare, dato che sott’acqua Aloy non potrà combattere e dovrà per forza nascondersi dalla vista delle macchine nemiche.

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L’esplorazione è dunque importantissima in Horizon: Fobidden West e fa parte del divertimento del gioco. Oltre a muoverci per svolgere missioni principali, secondarie e commissioni, ci saranno diversi punti d’interesse (solitamente segnati da un punto interrogativo) sulla mappa che nascondono svariate attività, tra collezionabili che approfondiscono la storia del mondo, campi d’addestramento per migliorare le abilità di Aloy di varia natura e zone in cui è possibile affrontare varie macchine. Serviranno almeno una sessantina di ore se non di più per vedere e completare ogni attività presente nel mondo di Horizon: Forbidden West, ma credeteci quando vi diciamo che non vi accorgerete del passare delle ore mentre sarete persi in questo mondo, grazie alla varietà di situazioni e attività presenti.

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Non manca poi la ricerca di risorse: che va dalla semplice raccolta di piante e minerali in giro per la mappa, al ritrovamento di pezzi rari da staccare dalle macchine. Questi serviranno per costruire e migliorare il nostro equipaggiamento: infatti ogni arma o armatura potrà essere potenziata e sarà anche possibile personalizzarle aggiungendo delle bobine alle armi e dei tessuti alle armature, che daranno effetti nuovi come resistenze elementali o bonus ai danni. Potremo poi costruire munizioni di vario tipo e trappole. Il sistema di crafting è da elogiare perché evita moltissimo i tempi morti grazie a un rinnovato inventario che conserverà tutto il materiale in eccesso in una cassa accessibile da qualunque avamposto o campo base, così da evitare di dover perdere tempo a raccogliere risorse, come le sempre indispensabili erbe curative, in caso le finissimo. Adesso basterà andare da una di queste casse e rifornirci nuovamente senza ulteriori perdite di tempo.

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L’ottimizzazione dell’esperienza per evitare tempi morti al giocatore è encomiabile in Forbidden West. Il gioco ci spiega nella descrizione di ogni oggetto a cosa serve, se possiamo venderlo o se invece è meglio tenerlo perché serve a potenziare un’arma o un’armatura. Ci verrà anche detto quali oggetti rilasciano le macchine e cosa dovremo fare per ottenere una specifica parte. La mappa globale ci segnerà persino i punti inaccessibili fino a quando non avremo trovato lo strumento adatto, per poi ricordarci di andare quando lo avremo trovato. Nel menu ci sarà anche una comodissima tabella degli elementi che ci ricorderà gli effetti di ognuno di essi. Insomma, gli sviluppatori hanno fatto un grande lavoro per rendere la vita facile agli utenti, e questo lo si vede anche per le tante opzioni di accessibilità, che rendono il gioco davvero godibile da qualsiasi persona.

Tra le attività da ricordare segnaliamo la presenza di alcuni divertenti minigiochi: uno è Batosta Meccanica, una sorta di gioco di strategia in cui dovremo muovere le nostre macchine su un tabellone con diversi tipi di caselle, e l’obiettivo sarà quello di sconfiggere le macchine dell’avversario. Il titolo è semplice da imparare, grazie anche a un tutorial esaustivo, ma bisognerà saper sfruttare ogni potere speciale delle vostre macchine e un attento studio delle caselle del tabellone per riuscire a battere tutti gli avversari. Questo gioco da tavolo virtuale risulta molto divertente e siamo sicuri che riuscirà a conquistare molti giocatori. Ci sarà poi una sorta di corsa con le macchine, che ricorderà le gare di go kart; un minigioco altrettanto divertente e ben fatto. In Horizon: Forbidden West troverete dunque un mondo vivo e pieno di sorprese che aspetta solo di essere esplorato.

Cacciatrice di macchine

Uno degli aspetti centrali dell’esperienza di Horizon: Forbidden West è ovviamente il suo combat system. Questo è stato migliorato in ogni suo aspetto, senza grossi sconvolgimenti nel suo funzionamento, ma andando a colmare le lacune del primo capitolo. Nel primo Horizon i combattimenti con le macchine erano il punto forte del gioco, mentre quando si trattava di combattere con gli umani il fascino del sistema di combattimento così tattico e articolato andava perso. Questo aspetto è stato in larga parte risolto in Forbidden West. Ora gli attacchi corpo a corpo portati con la lancia di Aloy sono molto più stratificati, con tante diverse combo fattibili e qualche abilità extra che aggiunge un di più all’esperienza. Inoltre, ora anche gli umani sono divisi in diverse tipologie, e alcuni che fungono un po’ da boss hanno punti deboli da colpire per renderli più vulnerabili. Questo è indubbiamente l’aspetto che più è stato migliorato nel combattimento di Horizon.

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I combattimenti con le macchine invece restano sempre meravigliosi, specialmente con quelle più pericolose. Grazie all’aggiunta di nuove armi e trappole e alcune opzioni di combattimento nuove, questi sono ancora più vari e divertenti, e riusciranno a dare al giocatore grandi soddisfazioni quando si abbatterà per la prima volta un gigantesco Tremortusk o altri esseri meccanici tra i più forti. Anche l’elenco delle macchine è stato aumentato di molto: in questo capitolo ci sono ben 43 creature meccaniche, che quasi raddoppiano quelli presenti nel primo titolo. Molti saranno dei ritorni dal precedente Horizon e dalla sua espansione, ma sono tantissime le new entry. Ad ogni modo tutti i mostri meccanici che andremo ad affrontare saranno studiati con cura e dovremo adattare le nostre tattiche di battaglia in base ai diversi nemici, date le loro differenti debolezze elementali e routine di combattimento.

Aloy potrà contare su ben sei rami di abilità, che andranno a migliorare le sue abilità nel combattimento in diversi campi. Questi rami offrono una certa possibilità di personalizzazione della protagonista, potendo optare ad esempio in una Aloy più agguerrita basata su attacchi corpo a corpo e maggior abilità con l’usco dell’arco da media distanza, oppure potremo puntare per essere più stealth e in grado di colpire con enorme precisione con l’arco di precisione. In realtà i punti talento (che serviranno a sbloccare le abilità) presenti in tutto il gioco sono sufficienti a sbloccare tutti i talenti presenti nei sei diversi rami, ma per farlo bisognerà veramente completare tutto quello che il titolo ha da offrire. Per gran parte dell’avventura però sarete chiamati a scegliere lo stile che più preferite adottare in gioco proprio in base alle abilità che intenderete potenziare.

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Al combat system si aggiungono poi due interessanti novità: le Tecniche per le armi e le Cariche Valorose. Le Tecniche sono degli attacchi speciali legate alle diverse armi di Aloy, consumano una barra apposita che si ricaricherà con il tempo e consentono ad esempio di sparare una scarica di frecce che pioverà dall’alto in una zona scelta dal giocatore, oppure sarà possibile sparare anche tre frecce in una volta.  Le Cariche Valorose sono invece le abilità più potenti di Aloy. Per utilizzarle bisognerà caricare una barra apposita uccidendo nemici e compiendo altre azioni di gioco, una volta piena potremo attivare una di queste abilità che daranno un grosso potenziamento ad Aloy: ad esempio sarà possibile incrementare la probabilità di infliggere colpi critici o un maggior potenziamento a tutti i tiri con l’arco per un breve lasso di tempo. Queste potenti abilità sono un po’ la carta vincente di Aloy, e se usate al momento giusto possono ribaltare le sorti di qualsiasi scontro.

Il combat system dunque ne esce estremamente migliorato dalle nuove aggiunte e dalle correzioni fatte a quello del precedente capitolo. Studiare la morfologia del terreno, piazzare le trappole in previsione dello scontro e poi ingaggiare la nostra preda in uno spettacolare combattimento è sempre esaltante, e in Horizon: Forbidden West saranno molti i momenti simili.

La vera nuova generazione

Dal punto di vista grafico Horizon: Forbidden West è magnifico. Giocato su PS5 fa vedere per la prima volta le reali potenzialità della console, anche se sicuramente gli sviluppatori hanno dovuto lavorare con il freno a mano tirato per poter fare in modo di far girare il titolo anche su PS4. Nonostante questo i primi momenti in gioco sono mozzafiato per via dei paesaggi incredibili da vedere, pieni di dettagli e colori. Vi capiterà più volte di fermarvi ad ammirare un panorama o a osservare quanto realistiche sia lo scorrere di un fiume o le foglie spinte dal vento. Il titolo è una gioia per gli occhi e lo si vede anche dalle animazioni dei personaggi. Ogni dialogo sembrerà quasi recitato da attori veri dato l’alto livello delle animazioni facciali: anche i personaggi più secondari, o comparse che magari vedrete in una sola quest, sono composti da tratti unici e hanno le loro particolarità che li rendono più veri in quel contesto. Al momento dal punto di vista tecnico Horizon: Forbidden West rappresenta l’apice su PS5.

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Sulla console di casa Sony sono presenti due modalità grafiche: Qualità che fa girare il titolo in 4K nativi a 30 FPS e Performance, che invece fa girare il titolo in 4K dinamici, ma a 60FPS. La prima modalità mostra un dettaglio maggiore, ma c’è da dire che il frame rate è molto ballerino. Una volta visti i 60 FPS della performance difficilmente tornerete indietro dato che i movimenti e l’azione su schermo si muove in maniera molto più fluida, e la perdita di dettaglio grafico è minima rispetto alla modalità Qualità. Ci sono poi alcuni piccoli bug ed imperfezioni, ma sono cose di poco conto che non rovinano affatto l’esperienza di gioco.

Horizon: Forbidden West gode poi di una buona colonna sonora, che riesce a essere un ottimo accompagnamento nelle avventure di Aloy nell’Ovest Proibito e sottolinea i momenti più importanti della storia in maniera eccellente. Il titolo è tradotto e doppiato completamente in italiano, con un buon adattamento di testi e dialoghi.

Il verdetto

Horizon: Forbidden West è un’esclusiva tanto attesa che non delude affatto le aspettative. Il lavoro di Guerrilla Games è stato enorme, ed è riuscito a correggere gran parte dei difetti del primo capitolo, portando anche un mondo aperto incredibilmente vivo da visitare e bello da vedere, con una grafica su PS5 che fa vedere finalmente un po’ della potenza delle console di nuova generazione. Ogni aspetto del primo Horizon è stato migliorato in questo seguito, dal gameplay, all’esplorazione e persino la narrazione è ora molto più interessante, soprattutto per quanto riguarda le quest secondarie, che spesso vantano una scrittura che non ha nulla da invidiare a quelle della trama principale. Se avete apprezzato il primo capitolo della saga allora adorerete ancora di più la nuova avventura di Aloy nell’Ovest Proibito.

Commento

cpop.it

90

Horizon: Forbidden West migliora ogni aspetto del precedente capitolo. Il mondo in cui Aloy si muove non è mai stato così bello e divertente da esplorare e mostra tutte le potenzialità della nuova PS5.

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