I migliori film sulle rapine: quando il cinema è un 'colpo grosso'

Autore: Emanuele Zambon ,

Colpi ideati con precisione chirurgica oppure scorribande che puntano sull'effetto sorpresa per mettere k.o. funzionari annoiati dalla routine lavorativa: il cinema delle grandi rapine ci ha abituato negli anni a piccoli e grandi cult.

Rientrano nella definizione sia sofisticati heist movie che quei film il cui focus è incentrato su sfide all'ultimo sangue tra gangster e poliziotti. Esistono, al riguardo, splendide variazioni sul tema "colpo grosso", mentre a volte si registra il furto di cliché ed espedienti di storytelling da parte di altri generi (si pensi, ad esempio, alle rocambolesche rapine western di Butch Cassidy o Per qualche dollaro in più o al sapiente sfruttamento della suspense nel film truffa La stangata).

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È necessario ricordare, poi, l'introduzione nel tempo di tecniche di regia che hanno consentito all'action in toto di rinnovarsi: i camera-car spericolati di William Friedkin (tra i suoi cult figurano Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles), l'uso della steadycam da parte di Kathrin Bigelow negli inseguimenti a piedi di Point Break - Punto di rottura oppure il fenomenale piano-sequenza del più recente Victoria.

Rapina al cinema fa sovente rima con sparatorie, destini beffardi, variabili impazzite e contrattempi. Si esplorano dinamiche relazionali fragili come cristalli, ci si appassiona a piani escogitati fin nei minimi dettagli e si osserva, dall'altra parte dello schermo, lo spietato gioco della vita che coinvolge malviventi che non hanno nulla da perdere (e quasi sempre preferiscono la morte ad un'esistenza dietro le sbarre) e sbirri spesso e volentieri senza scrupoli, dai modi sbrigativi, a volte privi addirittura di un'etica.

In tanti si sono cimentati con colpi sensazionali o rapine finite male, a partire dal grande classico Gangster Story (che segue le vicende della coppia di rapinatori formata da Bonnie e Clyde), passando per i furti da ridere di Scuola di ladri, le rapine perfette di Jason Statham, i colpi sofisticati di Sean Connery (Entrapment) e per gli assalti a bancomat e portavalori del ladruncolo "super" Claudio Santamaria in Lo chiamavano Jeeg Robot.

Di seguito le 20 rapine più avvincenti del cinema, in ordine cronologico.

20) Giungla d’asfalto (1950)

John Huston dirige un noir destinato a fare epoca, metro di paragone - per certi versi inarrivabile - per chiunque abbia voluto cimentarsi con il genere. Tutto il film, che inizia con un ladro professionista appena uscito di galera intenzionato a realizzare il colpo della vita, è attraversato da un latente fatalismo. 

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In Giungla d'asfalto si segnala anche la presenza di un'avvenente Marilyn  Monroe.

19) Rififi (1955)

Uno dei "colpi grossi" più celebri partoriti dal cinema transalpino. Vero e proprio gioiello del genere - quello dell'heist movie - questo adattamento del romanzo omonimo di Le Breton è diretto dallo statunitense Jules Dassin. Presentato in concorso all'ottava edizione del Festival di Cannes, valse a Dassin il premio per il miglior regista.

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Si tratta di una pellicola che narra di tradimenti (veri o presunti), passi falsi e del bottino sensazionale di una rapina ad una gioielleria di lusso che si rivelerà però "maledetto".

18) Rapina a mano armata (1956)

Torna ai film di rapine lo Sterling Hayden di Giungla d'asfalto, organizzatore di un astuto colpo all'ippodromo di Long Island in Rapina a mano armata (in originale The Killing), terza pellicola diretta da Stanley Kubrick appena un anno prima del formidabile war movie Orizzonti di gloria.

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Il complesso meccanismo narrativo ha attecchito così tanto nell'immaginario collettivo delle diverse generazioni di spettatori a tal punto da essere metabolizzato e venire riproposto in diverse salse negli anni a venire: ne è un esempio Le iene di Quentin Tarantino.

17) I soliti ignoti (1958)

Lux Film
La banda del buco a lezione da Totò in una scena del film

La banda del buco più famosa della storia del cinema. È quella assoldata da Mario Monicelli per l'irresistibile commedia I soliti ignoti: Gassman, Mastroianni, Salvatori chiamati a guidare un manipolo di inetti alle prese con un macchinoso furto al Monte di Pietà (obiettivo: "la commare", la cassaforte con dentro i preziosi).

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Ispirata dal "serio" Rififi, la pellicola è universalmente riconosciuta come uno dei film italiani più belli di sempre. Non tutti i colpi geniali del cinema possono vantare un prof. del furto come Totò che tiene lezione sui tetti del quartiere San Giovanni a Roma.

16) 7 uomini d'oro (1965)

Piccolo gioiello del genere heist, 7 uomini d'oro narra la preparazione e l'esecuzione di un audace colpo che consente ad una banda formata da professionisti internazionali del crimine di svaligiare il caveau di una banca svizzera, prelevando ben sette tonnellate d'oro.

La patina pop del film, la regia frizzante di Marco Vicario e le musiche di Armando Trovajoli - assieme ad un cast azzeccato, da Gastone Moschin a Rossana Podestà e Philippe Leroy - fanno di 7 uomini d'oro un autentico cult.

15) Il caso Thomas Crown (1968)

United Artists
Steve McQueen in una scena del film

Miliardario affascinante con il vizio del colpo perfetto: Steve McQueen è un uomo d'affari dallo charme irresistibile che mette a segno una rapina sensazionale. Sulle sue tracce la compagnia d'assicurazioni della banca sguinzaglia un'affascinante detective (Faye Dunaway). Tra i due scoccherà la scintilla. Di mezzo, però, c'è il dovere (di lei).

Il caso Thomas Crown, assieme al western metropolitano Getaway!, è uno dei grandi film di rapine con McQueen protagonista: sexy, fasciato in abiti elegantissimi e con i mitici Persol 714 a nascondergli parzialmente il viso. Non è certo da meno la Dunaway.

De Il caso Thomas Crown esiste anche un remake, Gioco a due, diretto da John McTiernan ed interpretato da Pierce Brosnan e Rene Russo. L'originale, però, è un'altra storia.

14) Un colpo all'italiana (1969)

Tra i film in classifica, Un colpo all'italiana è forse il più debole, almeno sul piano della sceneggiatura (sconta la presenza di luoghi comuni un po' forzati). È altresì vero che il film con Michael Caine è anche tra i più iconici del genere, grazie ad una parte finale dominata dalle tre Mini Cooper in fuga col malloppo.

Ambientato a Torino (nella città della Fiat!), questo film inglese diretto da Peter Collinson si segnala per la presenza nel cast anche di un insolito Benny Hill e del nostro Raf Vallone. Nel 2003 è stato realizzato un remake intitolato The Italian Job (in realtà un mega spot per il ritorno della MINI sul mercato automobilistico).

13) Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975)

Versione romanzata che ricostruisce la vera rapina tentata in una banca di New York, nel quartiere di Brooklyn, avvenuta il 22 agosto del 1972 (gli eventi furono raccontati in un articolo scritto da P.F. Kluge e Thomas Moore della rivista Life, intitolato "The Boys in the Bank").

Quel pomeriggio di un giorno da cani è la storia di una rapina iniziata nel peggior modo possibile (uno dei complici si tira indietro all'ultimo) e finita pure peggio. Il film diretto da Sidney Lumet vanta le strepitose performance di Al Pacino (doppiato per la prima volta da Giancarlo Giannini) e John Cazale, che nella pellicola prestano il volto ai disperati rapinatori Sonny e Sal, i quali, una volta scoperto il magro bottino del colpo, decidono di prendere in ostaggio dipendenti e clienti di una banca, dando così il via ad un braccio di ferro con la polizia dai risvolti tragici.

12) Strade violente (1981)

"Chi fa questo mestiere non esce mai veramente dal giro". È quanto realizzerà l'abile ladro di gioielli Frank (lo interpreta James Caan), uscito di galera dopo aver scontato 11 anni.

La pellicola diretta da un giovane Michael Mann è a tutti gli effetti un dramma esistenziale che racconta di un ladro attratto da una vita normale ma ricattato da un potente boss che lo costringe a mettere a segno altri colpi. 

Noir notturno, illuminato dai neon di una città-gabbia che sembra intrappolare senza via d'uscita il protagonista. Strade violente segna il debutto cinematografico di Jim Belushi e Dennis Farina.

11) Point Break - Punto di rottura (1991)

"È ora del rock 'n' roll", grida il criminale Bodhi nascosto dietro la maschera di Ronald Reagan. Point Break - Punto di rottura cattura l'immaginario anni '90 attraverso la banda degli ex presidenti che concepisce le rapine come uno show spassoso. Non sono però criminali da strapazzo con il pallino del surf bensì professionisti che entrano ed escono da una banca in meno di 90 secondi, senza mai sparare per giunta.

10) Le iene (1992)

Dialoghi divaganti - da Like a Virgin di Madonna alle mance doverose - che esulano dalla trama e che non sono mai funzionali al procedere dell'azione; personaggi che prima vomitano parole e subito dopo proiettili; una rapina che viene solo rievocata attraverso un continuo ping pong di punti di vista: Quentin Tarantino fa il suo ingresso nel cinema passando dalla porta principale, realizzando un atipico film di gangster che guarda al Kubrick di Rapina a mano armata e, in eguale misura, al cinema di Hong Kong (il modello di rifermento è A Better Tomorrow di John Woo).

Tra tanti protagonisti il cui vero nome non è dato sapere, un'unica grande assente: la rapina. Ne Le iene non viene praticamente mai mostrata, solo raccontata dai criminali rifugiatisi all'interno di un deposito abbandonato dopo il colpo andato in malora. Tarantino si esercita con flashback, hit musicali e stalli alla messicana. Imbratta la macchina da presa col sangue, filma una violenza esagerata che colpisce lo stomaco dello spettatore.

9) Heat - La sfida (1995)

Warner Bros.
Robert De Niro e Val Kilmer in una scena del film

È l'alba a Los Angeles. Un portavalori blindato, che trasporta - oltre ai contanti - anche obbligazioni al portatore, viene speronato da un tir da cui scendono alcuni uomini. Sono mascherati e impugnano fucili d'assalto. In pochi secondi neutralizzano le guardie, penetrano nel furgone e mettono a segno il colpo. Ad uno dei criminali, però, saltano i nervi e i complici sono costretti ad uccidere i tre agenti. 

L'incipit di Heat - La sfida preannuncia un thriller teso e drammatico costruito attorno ad un dualismo avvincente, quello tra il lucido e metodico gangster Neil McCauley (Robert De Niro) e l'irrequieto e nevrotico Vincent Hanna di Al Pacino. La poetica (così come l'estetica) del cinema di Michael Mann si manifesta in modo netto e regala un film di altissimo livello in cui le sfumature tra buoni e cattivi sono davvero labili.

8) Il colpo (2001)

Joe Moore è un ladro professionista di mezza età che medita di uscire dal giro per godersi la vita, specie dopo essersi "bruciato" durante l'ultima rapina. Viene però ricattato da un ricettatore e costretto ad un ultimo, sensazionale e proibitivo colpo. Per riuscire nell'impresa, dovrà superare anche lo scetticismo dei complici e il tradimento di chi gli è accanto.

Il colpo, diretto da David Mamet, è un film solido che ha il pregio di soffermarsi sulle dinamiche relazionali di una banda di professionisti, raccontandone le sfumature psicologiche. Il film registra anche uno degli ultimi ruoli di rilievo di Gene Hackman.

7) Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco (2001)

Warner Bros.
Brad Pitt e George Clooney in una scena del film

Las Vegas, i mega casinò e un colpo architettato dall'astuto Danny Ocean di George Clooney, il quale coinvolge nel suo machiavellico piano altri dieci "uomini d'oro". Reduce dall'acclamato Traffic, Steven Soderbergh si tuffa nell'heist movie brillante assieme ad un cast altisonante che comprende, tra gli altri, Brad Pitt, Julia Roberts e Matt Damon.

Un grande gioco di prestigio del cinema, un "colpo grosso" (del resto, è il remake della pellicola del '60 con Frank Sinatra e Dean Martin) ottimamente recitato da interpreti divertenti e divertiti. Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco è divenuto negli anni un grande classico. Vanta due sequel e uno spin-off tutto al femminile, Ocean's 8.

6) Codice: Swordfish (2001)

Vorremmo tanto entrare nella testa di Gabriel Shear per poter capire la logica dei suoi test per hacker. Una delle sue vittime (si fa per dire) è il cybercriminale Stanley Jobson (Hugh Jackman, reduce ai tempi dal primo X-Men), costretto a collaborare con l'agente segreto sui generis impersonato da John Travolta per riprendersi sua figlia, tenuta in ostaggio da Shear.

Codice: Swordfish è un rocambolesco blockbuster che si segnala, oltre che per l'assurda parrucca di Travolta, per una drammatica rapina che sfocia in un inseguimento da parte della polizia ad un autobus che spicca il volo zigzagando tra i grattacieli della città! Dominic Sena, già dietro la macchina da presa di Fuori in 60 secondi, si diverte a filmare "quello che l'occhio vede e l'orecchio sente e che la mente crede": in pratica depistaggi, inganni, sparatorie, il tutto condito da una frase a effetto pronunciata dal villain psicopatico: "Il guaio di Hollywood è che produce merda". Amen.

5) Inside Man (2006)

Spike Lee si cimenta con la regia di un film apparentemente lontano dal suo cinema. Riesce nell'impresa, stravolgendo tutto il convenzionale di un genere abituato a sparatorie e inseguimenti tramite un'articolata serie di incastri nella messa in scena che fanno sì che un colpo diventi un gioco sofisticato di rivelazioni e deception.

La disarticolazione dell'intreccio, in Inside Man, si compie attraverso continui flashforward che amplificano per lo spettatore il senso di spaesamento. Cast di tutto rispetto: da Clive Owen (che si esibisce in un celebre camera-look) a Denzel Washington, da Jodie Foster a Christopher Plummer e Willem Dafoe.

4) Onora il padre e la madre (2007)

Dalle prolessi di Inside Man ai flashback di Onora il padre e la madre, splendido canto del cigno di Sidney Lumet (il quale morirà 4 anni dopo le riprese del film). Un'opera di grande impatto, tesa e disperata, in cui il cineasta si dimostra interessato a esplorare i confini tra Bene e Male nella mente di personaggi che non appartengono alla categoria dei criminali professionisti.

La storia di Onora il padre e la madre è quella di due fratelli che organizzano una rapina "facile" ad una gioielleria. Peccato che l'obiettivo sia di proprietà dei genitori dei due. Le cose non andranno come previsto e le conseguenze tragiche non si faranno attendere. Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman sugli scudi.

3) Il cavaliere oscuro

Warner Bros.
La scena iniziale della rapina in banca

Il cinefumetto si contamina con il gangster movie. Accade ne Il cavaliere oscuro, secondo step della trilogia nolaniana dedicata all'Uomo Pipistrello. Il film con Christian Bale e Heath Ledger merita di diritto un posto nella hit parade dei migliori film sulle rapine grazie alla spettacolare sequenza iniziale che mostra un colpo ad una banca realizzato da alcuni criminali che indossano maschere da clown per celare la propria identità. Finiranno per eliminarsi a vicenda nel corso della rapina. L'unico a rimanere in vita è, nemmeno a dirlo, il Joker.

Fortemente debitrice a Heath - La sfida (ma un colpo messo a segno da malviventi mascherati da clown avveniva anche ne I mitici - Colpo gobbo a Milano), la scena della rapina in banca dimostra tutto il feeling di Nolan con il genere.

2) The Town (2010)

La materia non è certo delle più originali (la vita di strada, la Boston criminale) eppure Ben Affleck, alla sua seconda regia dopo l'ottimo esordio con Gone baby gone, infila un'altra prova convincente grazie a The Town, storia di criminali incalliti e di amori impossibili.

Film dall'impostazione classica, ottimamente recitato, che si avvale di alcune scene madri davvero notevoli. Ancora una volta i rapinatori appaiono dietro una maschera (prima un teschio, poi una suora horror) e le loro gesta sono riprese senza filtri, in modo diretto, a tratti spiazzante. Ottima la prova di Jeremy Renner ma è tutto il cast - da Rebecca Hall a Jon Hamm - a dimostrarsi all'altezza della situazione.

1) Drive (2011)

01 Distribution
Ryan Gosling, autista senza nome al servizio della mala

"Ci sono centomila strade in questa città, non c'è bisogno che tu le conosca. Dammi ora e luogo e ti do 5 minuti". Taciturno, efficiente, metodico: è l'autista di rapine di cui non sappiamo il nome ma ne riconosciamo il volto, quello di Ryan Gosling.

Stuntman di giorno, pilota eccezionale al di là della legalità di notte. Drive è la dimostrazione di quanto Nicolas Winding Refn ammiri il lavoro di Mann. Ne ricalca lo stile, avvolgendo le vicende in un manto (o)scuro, metropolitano, attraversato da strade tentacolari illuminate da insegne al neon.

Una spirale di violenza senza fine che vanta due, frenetiche, scene di rapina: la prima, nell'incipit, termina in modo davvero singolare; la seconda, girata da manuale, spinge sull'acceleratore della suspense.

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