I Peggiori, (in)soliti supereroi al tempo dei social: la recensione

Autore: Emanuele Zambon ,

Si potrebbe tranquillamente affermare che il cinema, e più in generale l'arte, risponde ad una delle leggi fisiche della meccanica classica, ovvero il postulato fondamentale di Lavoisier: sul grande schermo - dove nulla si crea e nulla si distrugge - si ripropongono formule a intervalli costanti, reiterando gag, mutuando schemi e strutture da generi differenti.

Prova ne è I Peggiori, cinecomic made in Italy ora nelle sale italiane con protagonisti Vincenzo Alfieri (che firma anche la regia) e Lino Guanciale, squattrinato duo romano trapiantato e mai integratosi a Napoli, che in maniera rocambolesca si tramuta in una coppia di improbabili paladini social meglio conosciuti come I Demolitori.

Scanzonato pastiche che lega la cultura pop del fumetto alla tradizione nostrana dell'arte di arrangiarsi, frullando commedia di costume e parodia. Contraddistinto da toni farseschi e da una cast che sottolinea la natura caricaturale del supereroistico prodotto finale (da Biagio Izzo a Francesco Paolantoni), I Peggiori guarda al cinema hollywoodiano senza mai tradire le proprie origini italiane.

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Lo fa con riferimenti al cinema di Monicelli, con continue strizzate d'occhio al picaresco e ai classici della risata con Bud Spencer e Terence Hill. Nel cannibalismo filmico che mette in atto, la pellicola di Alfieri si rifà, oltre che al burtoniano Batman, alla lezione del nuovo cinema action italiano, quello di Sydney Sibilia e Gabriele Mainetti.

Warner Bros.
Vincenzo Alfieri e Lino Guanciale nel poster del film

I Peggiori: se i Soliti Ignoti guardano a Kick-Ass

Abbiamo infatti due emarginati alle prese con responsabilità e difficoltà economiche che si avventurano in un qualcosa che va oltre le loro possibilità. Risulta difficile non pensare alla banda de I Soliti Ignoti capitanata da Gassman oppure alla laureata sporca dozzina di Smetto Quando Voglio, se non altro perché I Peggiori, dietro la veste del cinefumetto, tradisce una natura da film comico costruito brillantemente attraverso gag fisiche e trovate umoristiche (le battute su Gotham City, le maschere di Maradona che citano quelle di Point Break e così via).

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L'immaginario videostore che Alfieri porta sul grande schermo, poi, è debitorio ai buddy movie anni '80, ai cinecomic(i) a là Kick-Ass e alla tradizione della risata partenopea (e romanesca).

Al di là del godibile film d'intrattenimento, I Peggiori prova a sviscerare temi sociali che stemperano l'aura ridanciana del film. Lo fa però marginalmente - avrebbe forse potuto osare un pochino di più - palesando altra natura e interesse. La dichiarazione d'intenti del film è per certi versi speculare a quella di Lo chiamavano Jeeg Robot.

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I Peggiori è una parodia tout court che - è interessante notare - ripropone quanto fatto dal cinema nostrano con i Trinità e Bambino dei film con Spencer e Hill nei primi anni '70. Lì si rimasticava e sbertucciava il mito del western (il genere di moda a quei tempi), qui è il supereroe ad essere privato di quell'alone mitico. L'innovazione si mescola alla continuità...

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