Il caso Amanda Knox, che ha ispirato la creazione di Proven Innocent

Autore: Chiara Poli ,

FoxCrime sta per trasmettere #Proven Innocent, la nuova serie TV in cui una donna ingiustamente accusata di omicidio, dopo essere stata scarcerata, difende in aula le vittime di altri errori giudiziari. Il caso che ha ispirato il produttore Danny Strong è quello di Amanda Knox, la studentessa americana accusata, condannata e poi assolta per l'assassinio della sua coinquilina a Perugia.

Ecco la ricostruzione del caso Knox, con tutte le sue tappe giudiziarie.

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Perugia, 1° novembre 2007. Meredith Kercher, studentessa inglese in trasferta all’Università di Perugia con il programma Erasmus, viene trovata morta nella sua camera da letto.

Meredith, 21 anni, studiava a Perugia da poco più di due mesi e divideva la casa di Via Pergola 7 con altre studentesse: due italiane, Laura e Filomena, e la statunitense Amanda Knox, statunitense, ventenne e proveniente dall’Università di Washington.

Pare che Meredith e Amanda non avessero legato molto, e che Meredith preferisse frequentare studenti italiani, per imparare meglio la lingua e ambientarsi più in fretta.

  • La finta rapina e l'accusa a Lumumba
  • Rudy Guede
  • Le condanne e la ricostruzione dell’accusa
  • Il processo d’appello e la Cassazione
  • La teoria del quarto uomo
  • La nuova condanna: assoluzione annullata
  • L’assoluzione definitiva
  • I film e Proven Innocent

La finta rapina e l’accusa a Lumumba

Nella notte fra il giorno di Ognissanti e il due novembre, Amanda Knox e Raffaele Sollecito - il ragazzo italiano che la Knox frequentava da sei giorni - chiamano i carabinieri affermando di aver trovato il cadavere di Meredith sul pavimento della sua stanza a seguito di una rapina. Gli investigatori esaminano la scena e si convincono che la rapina finita male sia stata una messa in scena. Amanda Knox diventa la sospettata numero uno per l’omicidio.

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La Knox viene messa sotto torchio per giorni, finché non confessa di essere implicata nella morte di Meredith insieme a un’altra persona, il congolese Patrick Lumumba, gestore del pub Le Chic in cui Amanda lavorava come barista. Meredith afferma che Patrick ha avuto un rapporto sessuale di natura violenta con Meredith, e poi l’ha uccisa.

Lumumba viene arrestato, Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono accusati insieme a lui dell’omicidio di Meredith.

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La Knox dichiara: 

Siamo andati a casa mia. Non ricordo precisamente se la mia amica Meredith fosse già in casa o se è giunta dopo, quello che posso dire è che Patrick e Meredith si sono appartati nella camera di Meredith, mentre io mi pare che sono rimasta nella cucina. Non riesco a ricordare quanto tempo siano rimasti insieme nella camera ma posso solo dire che a un certo punto ho sentito delle grida di Meredith e io, spaventata, mi sono tappata le orecchie. Poi non ricordo più nulla, ho una grande confusione nella testa. Non ricordo se Meredith gridava e se sentii anche dei tonfi perché ero sconvolta, ma immaginavo cosa potesse essere successo. Non sono sicura se fosse presente anche Raffaele (Sollecito, ndr) quella sera, ma ricordo bene di essermi svegliata a casa del mio ragazzo, nel suo letto, e che sono tornata al mattino nella mia abitazione dove ho trovato la porta dell’appartamento aperta.

In seguito rinnegherà le sue parole, affermando di averle pronunciate per via dello stress dovuto all’ansia, allo shock e a una condizione di “estremo esaurimento”. 

Patrick Lumumba, grazie a un solido alibi, risulterà estraneo ai fatti e la Knox verrà condannata a tre anni per calunnia nei suoi confronti.

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Lumumba viene risarcito con 8000 euro per 14 giorni di ingiusta detenzione. 

Rudy Guede

Le testimonianze di alcuni vicini indicano la fuga da Via Pergola di un uomo dal viso scuro, nella notte del delitto. L’uomo viene identificato: si tratta di Rudy Guede, arrivato in Italia dalla Costa d’Avorio quando aveva 5 anni insieme ai genitori, ma rimasto cittadino ivoriano.

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Immediatamente dopo il delitto, Guede si rifugia in Germania, da dove viene estradato il 20 novembre in seguito alle prove che ne identificano con certezza la presenza sulla scena del delitto. Rintracciato proprio grazie alle numerose e indiscutibili prove biologiche rinvenute nella stanza di Meredith e sul suo corpo, viene identificato come l'omicida di Meredith Kercher.

Ma gli inquirenti pensano che non fosse solo, e che in casa con lui e Meredith ci fossero anche Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Rudy Guede sceglie il rito abbreviato e viene condannato per concorso in omicidio e violenza sessuale.

In primo grado gli vengono dati 30 anni di reclusione, ridotti a 16 in appello.

Le condanne e la ricostruzione dell’accusa

L’accusa ricostruisce i fatti in questo modo: la sera del delitto, i due s’incontrano con un conoscente della Knox, Rudy Guede, in piazza Grimana a Perugia.

I tre vanno a casa di Amanda, dove la coinquilina Meredith era rientrata da poco. Secondo l’accusa, Rudy chiede di andare in bagno e all’uscita entra nella camera di Meredith, che aveva la porta socchiusa. La ragazza si oppone al suo approccio sessuale, attirando l’attenzione di Amanda e Raffaele. I due, però, anziché aiutare Meredith danno man forte a Guede, che la stupra, e la Knox colpisce Meredith alla gola con un coltello.

Dopo l’omicidio, i tre avrebbero preso i telefoni di Meredith (ritrovati in seguito in una scarpata nei dintorni della casa) e si sarebbero separati: Amanda e Raffaele a casa di Sollecito, Guede in discoteca. Rientrati a casa di Amanda, Knox e Sollecito mettono in disordine e rompono un vetro per simulare una rapina, poi chiamano i soccorsi.

Al processo, Guede - già condannato in primo grado col rito abbreviato - testimonia di essere stato invitato da Meredith a casa sua e di aver avuto un rapporto sessuale con lei. Dopo essersi recato in bagno, al rientro in camera racconta di aver sentito i rumori di un’aggressione e aver trovato Meredith per terra. Chino su di lei:

Un giovane biondo, con una cuffia bianca e una felpa Napapijri

che cerca di colpirlo con un coltello. A quel punto sostiene di essere fuggito, in preda al panico. Non identificò mai l’uomo biondo con Sollecito, né fu in grado di affermare di aver visto Sollecito o la Knox sulla scena, sebbene avesse raccontato di aver sentito la voce di Amanda.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono condannati per concorso in omicidio, in primo grado, a 26 e 25 anni di reclusione.

Il processo d’appello e la Cassazione

All’inizio dell’ottobre del 2011, dopo aver scontato anche 4 anni di carcerazione preventiva, la Corte d’Assise di Appello di Perugia riforma la sentenza di primo grado. Amanda viene condannata a tre anni, già scontati, per la calunnia nei confronti di Lumumba.

La Knox e Sollecito vengono entrambi assolti dalle accuse di violenza sessuale e concorso in omicidio, oltre che da quella di simulazione di reato (per la rapina messa in scena). Immediatamente scarcerati, i due si separano: Amanda Knox parte per gli Stati Uniti, tornando a Seattle.

Al terzo grado di giudizio, il 14 febbraio del 2012 la Procura Generale della Repubblica chiede un ricorso per cassazione, cioè impugna la sentenza precedente.

Con un atto di oltre cento pagine, vengono richieste nuove perizie e nel 2015 si arriva alla sentenza definitiva: la presenza di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito sul luogo del delitto non può essere provata con certezza, per via della catena di custodia e delle molte presenze sulla scena, che compromettono l’attendibilità dei reperti.

I due vengono assolti per mancanza di prove. Rudy Guede resta l’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher.

La teoria del quarto uomo

In base alle dichiarazioni di Mario Alessi (condannto all’ergastolo per  l’omicidio del piccolo Tommy, Tommaso Onofri), si diffonde la teoria che sulla scena fosse presente un quarto uomo, mai identificato, responsabile di aver ucciso Meredith in seguito a un tentativo di stupro al quale la ragazza si sarebbe ribellata. Poi lo stesso Guede, intervenuto per salvare Meredith ma minacciato da quest’uomo, avrebbe posto fine alla vita della ragazza.

È Alessi a raccontare tutto, aggiungendo che Guede avrebbe ricevuto i soldi per fuggire in Germania in discoteca, dopo il delitto, dal misterioso quarto uomo.

Alessi e Guede si trovavano nello stesso carcere, ma le sue dichiarazioni non vennero ritenute attendibili.

Prima di procedere con la storia del caso Knox, vanno segnalate anche le molto discusse presunte violazioni dei diritti di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito, interrogati a Perugia nei giorni immediatamente successivi al delitto senza la presenza dei loro legali.

La cosa avrebbe rappresentato una violazione se i due fossero stati accusati, ma si trovavano in questura solo come persone informate sui fatti.

Fra controversie e cavilli legali, la questione ha portato a diverse denunce e dichiarazioni molto contestate, risolte in un nulla di fatto a livello nazionale, se non con dei richiami formali.

La nuova condanna: assoluzione annullata

Come tutti sappiamo, la lunga e travagliata storia del caso Knox non finì senza ulteriori complicazioni.

La Procura Generale della Repubblica di Perugia presenta ricorso in Cassazione contro l’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Il 26 marzo del 2013 la Prima Sezione penale della Cassazione annulla le sentenze di assoluzione precedenti e rinvia il giudizio alla Corte d’Assise di Appello di Firenze. La quale, il 30 gennaio del 2014, condanna Amanda Knox a 28 anni e mezzo e Raffaele Sollecito a 25, annullando l’assoluzione precedente.

La Knox resta negli Stati Uniti e a Sollecito viene ritirato il passaporto, non vengono prese misure cautelari. Il giudici Nencini viene messo sotto inchiesta e poi prosciolto dal CSM per aver anticipato le motivazioni della sentenza durante un’intervista.

Sollecito rientra dall’Austria e si reca spontaneamente a consegnare il passaporto, mentre Amanda Knox diventa una star della TV andando a difendersi contro la sentenza in diversi celebri talk show statunitensi. Anche Sollecito partecipa in Italia a diverse trasmissioni, proclamando la propria innocenza.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono diventati due star internazionali.

Entrambi scriveranno un libro sulle loro storie… Non ancora concluse.

L’assoluzione definitiva

I legali di Amanda Knox e Raffaele Sollecitano depositano il ricorso in Cassazione il 16 giugno del 2014, chiedendo di annullare la sentenza precedente.

Gli avvocati di Sollecito chiedono di derubricare l’accusa da concorso in omicidio a favoreggiamento personale.

La sentenza definitiva arriva il 27 marzo del 2015, quasi 8 anni dopo l’omicidio di Meredith.

Knox e Sollecito vengono assolti con formula piena.

Le motivazioni parlano dell’assenza di tracce biologiche riferibili agli imputati nella stanza dell’omicidio o sul corpo della vittima, perché “le indagini genetiche sono state acquisite in violazione delle regole consacrate dai protocolli internazionali”.

I legali di Knox e Sollecito, forti della sentenza, chiedono un risarcimento per ingiusta detenzione, ma la Knox decide di rinunciare per la condanna per calunnia - divenuta intanto definitiva.

All’inizio del 2017 la Corte d’Assise d’Appello di Firenze respinge la richiesta di Sollecito, confermata in Cassazione e quantificata dai legali in 516.000€, a causa delle contraddizioni e menzognere rilevate durante i primi interrogatori di Sollecito. 

La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per l’assenza di un interprete e del legale di Amanda Knox durante gli interrogatori iniziali a Perugia, intimandole di risarcire la Knox con 18.800 euro.

Per la giustizia italiana, l’unico responsabile per l’omicidio di Meredith è Rudy Guede.

I film e Proven Innocent

Oltre ai libri di Knox e Sollecito hanno fatto molto discutere i due film realizzati sul caso Knox.

Il 21 febbraio del 2011 viene trasmesso negli USA il film TV Amanda Knox: Murder on Trial in Italy, in cui l’ex cheerleader di Heroes, Hayden Panettiere, interpreta Amanda Knox. Diretto da Robert Dornheim (Into the West), il film racconta la storia di Amanda, dal suo arrivo in Italia alle accuse per l’omicidio di Meredith Kercher, fino all’assoluzione.

Il film è stato girato in Italia, principalmente nei dintorni di Roma, perché la troupe non ottenne il permesso di fare le riprese a Perugia.

In Italia venne trasmesso da Canale5 nel dicembre del 2012, con il processo ancora in corso.

Il secondo è un docu-film, datato 2016 e intitolato Amanda Knox. Ricostruisce la vicenda giudiziaria che coinvolse la Knox e Sollecito, che raccontano con numerose testimonianze la loro versione dei fatti.

E poi... C'è #Proven Innocent. La serie TV che il prodotture Danny Strong (l'ex Jonathan di Buffy) ha dichiarato essergli stata ispirata proprio dal caso Knox.

Negli States, infatti, Amanda Knox e il suo caso sono diventati molto famosi. L'opinione pubblica è sempre stata schierata dalla parte degli innocentisti, con solo poche illustri eccezioni (come il celebre giurista Alan Dershowitz).

Il caso Knox è stato il punto di partenza per le vicende della serie, spesso tratte da fatti di cronaca.

Firma da creatore David Elliot (G.I. Joe - La nascita dei Cobra).

Seguite Proven Innocent su FoxCrime dal 19 febbraio

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