Il commento al finale di 24: Live Another Day

Autore: Michela Ballardini ,

Non sono molte le serie tv che hanno fatto la storia delle serie tv. Si può essere più o meno affezionati ad alcune, ma ci sono dei pilastri che oggettivamente hanno cambiato il modo di raccontare, emozionare e stupire sul piccolo schermo.

24 è senza dubbio una di queste, una delle serie simbolo degli anni 2000 che con l’escamotage del racconto in diretta, minuto per minuto, e con la costruzione di un personaggio quasi mitologico come Jack Bauer ha saputo dare una svolta al genere azione, thriller.

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Ieri sera, in prima assoluta su Fox, c’è stata l’ultima puntata di 24: Live Another Day, una stagione evento di questa serie, tornata inaspettatamente alla luce dopo 4 anni.

L’attrice Yvonne Strahovsky aveva dichiarato che sarebbe stato un finale scioccante e che non tutti ne sarebbero usciti vivi. Non aveva mentito.

Quando sembrava che il peggio fosse archiviato, ci siamo trovati a piangere la morte di Audrey, l’unico evento che sia riuscito a far vacillare Bauer in questo ultimo giorno più lungo della sua vita.

La telefonata di Kate ci mostra un Bauer finalmente umano. Un Bauer che con gli occhi lucidi deve sopportare un momento di così grande debolezza che lo spinge a tirare fuori la sua pistola e… cosa significa quel gesto? Jack ha pensato per un attimo di togliersi la vita e porre fine a quel dolore che lo insegue da 4 anni, da quando ha dovuto lasciare la sua famiglia, la sua vita e scappare per sempre per il bene del Paese? Qualunque cosa voglia dire quel gesto, l’amore e il rispetto per il bene superiore lo riportano alla realtà e a reagire come solo lui sa fare.

Quella sequenza di immagini è davvero memorabile: in pochi secondi c’è tutto di Bauer. Il dolore più profondo, lo sconforto e la voglia di arrendersi, e infine il bisogno di giustizia. O vendetta. Con Bauer le due cose sono sempre su un confine molto labile.

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Fin qui tutto perfetto: gli autori non hanno sbagliato una virgola. Poi le cose precipitano.

24: Live Another Day deve finire in 12 episodi. È dal 1° che ci chiediamo come verrà usato il salto temporale per coprire comunque le 24 ore e la risposta è: “12 ore dopo” in sovraimpressione. Tutto qui?

12 ore dopo, Kate Morgan dà le dimissioni. L’hanno licenziata quante volte nelle ultime 12 ore? 2? 3? Adesso se ne va lei, in modo piuttosto sbrigativo. In fondo ci rimangono una decina di minuti per risolvere tutte le cose in sospeso, perché perdere tempo ad analizzare il rapporto di fiducia così forte che si è formato tra lei e Bauer, tanto da spingere lui a mettere nelle mani di lei la vita della donna che ama, Audrey?

12 ore dopo, il Presidente degli Stati Uniti accompagna la bara dell’amata figlia facendo una breve riflessione sull’Alzheimer: commovente, vero, la scelta di rendere l’uomo più potente del mondo vulnerabile a causa della grande malattia di questo decennio. Però, purtroppo, anche qui una manciata di secondi sembra poco per risolvere questo lutto.

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12 ore dopo, Jack Bauer deve scambiare la propria vita per quella di Chloe O’Brian, l’unica amica che abbia al mondo. L’avevamo lasciato che diceva “Organizza tutto” e adesso lo troviamo a camminare spedito verso i russi. Non un cenno al suo tormento interiore, ai suoi dubbi, alla fatica di non poter salutare per l’ultima volta la famiglia.

Ancora una volta, il saluto finale è fra Jack e Chloe. 4 anni fa l’ultima occhiata fu attraverso un drone. Oggi l’ultimo saluto è una stretta di mano: le dita che si incrociano in quello che è l’addio all’uomo che, ancora una volta, ha salvato il mondo.

Per fortuna che siamo abituati al fatto che Bauer sia un uomo di poche parole e in quasi 15 anni abbiamo imparato a leggere l’espressione del suo viso più che ascoltare il racconto dei suoi pensieri. E allora su quel viso ritroviamo tutto quello che ci serve: ancora una volta, a Kiefer Sutherland basta “solo” la giusta occhiata per emozionarci.

Scommettiamo che il cuore degli appassionati di 24 si sarà spaccato in 2. Da una parte il sollievo, come già accaduto 4 anni fa, di non dover seppellire Bauer e sperare così nell’ennesimo ritorno, quando il mondo ne avrà più bisogno.

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Dall’altra, la delusione per un finale che ricalca troppo quello della stagione precedente. Certo, mentre alla fine del giorno 8 non sapevamo dove si sarebbe diretto Bauer, ora sappiamo bene che sta facendo un viaggio (di sola andata?) verso una poco amichevole Mosca. Però il succo non cambia: lo vediamo andare via, verso l’ignoto. Ancora una volta.

Addio Jack. Grazie per aver salvato Londra dai terroristi. Grazie per aver salvato il mondo da una guerra nucleare. Grazie per aver sacrificato la tua vita come un eroe.

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Tu hai fatto tutto questo nelle ultime 12 ore. Mentre noi, comuni mortali, al massimo abbiamo sistemato qualche documento in ufficio, preparato la valigia per le ferie estive e ordinato una pizza perché in frigo non c’era niente.

 

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