Il Drago Invisibile, la recensione: Disney riscopre la tradizione

Autore: Elisa Giudici ,

La sete di storie fantastiche da portare e riportare su grande schermo ha spinto Disney a confrontarsi con uno dei film più bizzarri e surreali mai prodotto dalla Casa del Topo. Parlo di quella commistione quasi psichedelica di attori in carne ed ossa e personaggi animati intitolata Pete's Dragon, lungometraggio datato 1977

Se da una parte questa scelta è sintomatica di un trend espressivo e di una certa diffidenza verso le idee nuove da testare al cinema dell'intera Hollywood, dall'altra con un solo lungometraggio Disney ha ribadito due grandi concetti. Lei è uno degli studios più in forma e quasi infallibili del momento e è disposta persino ad accollarsi alcuni rischi non banali a costo di rimanere nel solco della tradizione morale e spirituale associata ai suoi prodotti. 

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Così Disney rischia con un adattamento che sicuramente ha meno appeal sul grande pubblico di un classicone come La Bella e la Bestia, capace di fare numeri da record con un semplice teaser trailer. Certo, lo fa in una stagione meno competitiva come quella estiva, ma non per questo con un minore dispiego di mezzi ed energie, a partire dagli effetti speciali della Weta di Peter Jackson per portare su grande schermo il nuovo Elliott. 

Disney
La recensione di Pete's Dragon
Pete è il protagonista di Il Drago Invisibile

Il risultato non è sempre ineccepibile dal punto di vista tecnico, ma comunque il grande drago dalla pelliccia verde e capace di rendersi invisibile agli occhi degli umani è un compagno perfetto per i piccoli che le famiglie porteranno al cinema. Elliott è così rassicurante e protettivo da mitigare l'impressionante apertura scelta dal film per narrare la storia di Pete, bimbo di 5 anni rimasto orfano in una grande foresta, salvato e allevato da un drago leggendario. 

Mentre Elliott e Pete trascorrono anni felici nella foresta in quella che sembra la versione statunitense e boschiva di un altro orfanello di successo dell'annata disneyana, Il Libro della Giungla, attorno a loro la foresta si popola di taglialegna decisi ad arricchirsi con i profitti del legname e guardacaccia innamorati pronti a preservarne i confini.

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In realtà la parte "umana" e realistica del racconto è ben poca cosa e risulta persino più favolistica del drago invisibile: Bryce Dallas Howard sembra quasi una principessa Disney vestita da guardia forestale, Robert Redford è un po' sprecato come nonno che racconta le favole, e persino a Karl Urban non viene data possibilità di essere concretamente cattivo. Insomma, siamo di fronte alla solita versione patinata della realtà in cui tutti sono migliori dentro e fuori, esteticamente e umanamente, in una piccola, raccolta città statunitense. 

Disney
Il Drago Invisibile, la recensione
La locandina di Il Drago Invisibile

Peccato davvero che Disney decida di percorrere così insistentemente la via della tradizione anche a livello di messaggi, oltre che di forma. Accollandosi il rischio di puntare su uno sceneggiatore e regista ben diverso da quelli presenti nella sua scuderia (David Lowery) ha consentito al remake del film dimenticato del 1977 di diventare un racconto destinato ai più piccoli con parecchi spunti d'interesse per il suo pubblico d'elezione.

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Certo, con la volontà di rischiare qualcosa in più e attenuando la necessità di vedere a tutti i costi un finale così classico e datato, si finisce un po' per mitigare quella magia che è più raccontata da Redford e dagli altri che davvero incarnata nelle fasi finali del film. 

Il Drago Invisibile però rimane un ottimo prodotto per famiglie e un film che scalda il cuore e fa scendere qualche lacrimuccia, rassicurante e confortevole come il sonno del suo piccolo protagonista tra le zampe gentili e morbide del suo drago. Per un film su cui in pochi, dentro e fuori Disney, sembravano voler puntare, è già un risultato sorprendente. 

Il Drago Invisibile sarà nelle sale a partire dal 10 agosto 2016

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