Il gladiatore, le migliori frasi del film con Russell Crowe

Autore: Danilo Abate ,

Il gladiatore (Gladiator) è un film colossal di Ridley Scott rilasciato nelle sale di tutto il mondo nel 2000. L’interpretazione di Russell Crowe (che gli è valsa il Premio Oscar come miglior attore protagonista) nei panni del generale Massimo Decimo Meridio è scolpita per sempre nell’immaginario di tutti gli amanti del cinema ma anche degli “spettatori occasionali”.

Il gladiatore è, senza giri di parole, un film che ha segnato un’epoca, un capolavoro dell’intrattenimento regalatoci da Scott, regista estremamente versatile, che è riuscito a farci sognare anche con altre immortali pellicole quali Blade Runner, Alien (primo film della leggendaria saga), Black Hawk Down, e Thelma & Louise.

Insomma, al nostro Ridley non manca proprio nulla per essere considerato una leggenda vivente, nonostante non sia riuscito a conquistare il Premio Oscar come miglior regista, sfiorato in diverse occasioni.

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Nel film Il gladiatore, ambientato nel 180 d.C., il valoroso generale Massimo Decimo Meridio, in seguito a un importante successo militare, riesce a guadagnarsi la totale fiducia dell’imperatore romano Marco Aurelio. L’imperatore, ormai in procinto di passare a miglior vita, non è però convinto che suo figlio Commodo sia adatto a divenire il suo successore, e decide di affidare proprio al generale Massimo l’importante compito di riportare in auge la repubblica, riconferendo il potere al senato.

Marco Aurelio non aveva però fatto i conti con l’invidia e la crudeltà di Commodo che, dopo aver ucciso il suo stesso padre prima che potesse esprimere le sue ultime volontà, ordina di far decapitare Massimo e di crocifiggere la famiglia del generale. Massimo però riesce a scampare alla morte, non è lo stesso purtroppo per la sua famiglia.

Da questo momento in poi per Massimo comincerà la scalata che lo condurrà alla vendetta finale contro il perfido Commodo, fra spettacolari combattimenti nell’arena, dialoghi memorabili e una colonna sonora che rende ancor più epiche le vicissitudini del personaggio interpretato da Russell Crowe.

Fra gli altri interpreti ricordiamo anche Joaquin Phoenix (Commodo), Connie Nielsen (Augusta Lucilla), Oliver Reed (Proximo) e Richard Harris (Marco Aurelio).

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Adesso vediamo insieme le frasi e i dialoghi più celebri del capolavoro di Ridley Scott.

Le frasi immortali di Massimo Decimo Meridio

“Forza e onore.” - Massimo

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“A tre settimane da oggi, io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà! Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli, a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perché sarete nei Campi Elisi, e sarete già morti! Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità!” - Massimo

“Al mio segnale, scatenate l'inferno.” - Massimo

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“Roma ha vinto!” - Massimo

“Un soldato ha il grande vantaggio di poter guardare il suo nemico negli occhi.” - Massimo

“Qualunque cosa esca da quei cancelli... avremmo maggiori possibilità di sopravvivere se combatteremo uniti. Avete capito? Se saremo uniti, sopravviveremo.” - Massimo

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“Lucio è salvo?” - Massimo [Ultime parole]

 “Non vi siete divertiti?! Non vi siete divertiti?! Non siete qui per questo?!” - Massimo [Al pubblico dell'arena, dopo aver ucciso sei gladiatori in pochi secondi]

“Conoscevo un uomo che diceva ‘La morte sorride a tutti; un uomo non può far altro che sorriderle di rimando’.” - Massimo

“Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell'esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell'unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa... e avrò la mia vendetta... in questa vita o nell'altra.” - Massimo

“Il tempo degli onori presto sarà finito per te, principe.” - Massimo

 

Il saggio Proximo

“Io sono Proximo e per i pochi giorni che seguiranno, gli ultimi della vostra miserabile vita, io vi starò più vicino di quella puttana che vi ha messo al mondo urlando; non ho pagato per godere della vostra compagnia, ho pagato per trarre profitto dalla vostra morte, e come vostra madre era con voi al principio, io sarò con voi alla fine... e quando morirete, perché voi morirete, il vostro trapasso avverrà con questo suono: [Clap Clap Clap] Gladiatori, io vi saluto!” - Proximo

“[...] in fin dei conti dobbiamo tutti morire, purtroppo non possiamo scegliere in che modo, ma possiamo decidere come andare in contro alla fine, per poter essere ricordati... da uomini.” - Proximo

“Affondate la lama nella carne di un uomo, ed essi vi ameranno per questo.” - Proximo

“Noi mortali non siamo che ombre e polvere. Ombre e polvere, Massimo!” - Proximo

“Ombra e polvere!” – Proximo [Ultime parole]

 

Lo spietato pubblico dell’arena

“Sangue! Sangue! Sangue!” - La folla [All'arena dei gladiatori]

“Ispanico! Ispanico! Ispanico!” - La folla [All'arena dei gladiatori]

“Morte, morte, morte!” - La folla [All'arena dei gladiatori]

 

Il perfido Commodo

“Massacrerei il mondo intero se solo tu mi amassi!” - Commodo

“È un sogno, un sogno spaventoso, la vita.” - Commodo

 

Marco Aurelio e il Senatore Gracco

“Credo che lui sappia che cos'è Roma, Roma è il popolo, farà qualche magia per loro per distrarli, toglierà loro la libertà e la folla ruggirà lo stesso. Il cuore pulsante di Roma non è certo il marmo del Senato, ma la sabbia del Colosseo, lui porterà loro la morte, in cambio lo ameranno.” - Senatore Gracco [Parlando di Commodo]

“C'è stato un sogno una volta che era Roma; lo si poteva soltanto sussurrare: ogni cosa più forte di un sospiro l'avrebbe fatto svanire. Era così fragile. Io temo che non sopravviverà all'inverno.” - Marco Aurelio [Rivolto a Massimo]

 

Le citazioni del valoroso Juba

“Io ti riincontrerò un giorno... ma non ancora. Non ancora.” - Juba

“Hai un grande nome, dovrà uccidere il tuo nome prima di uccidere te!” - Juba [Rivolto a Massimo]

 

Le memorabili frasi di Augusta Lucilla

“Molte cose cambiano nel tempo; molte cose, ma non tutte.” - Augusta Lucilla

“Roma vale la vita di un uomo giusto? Noi lo credevamo una volta. Fa' in modo che possiamo crederlo ancora.” - Augusta Lucilla [Al senatore Gracco, dopo la morte di Massimo]

“Era un soldato di Roma. Onoratelo!” - Augusta Lucilla [Davanti al corpo esanime di Massimo]

 

Massimo e Marco Aurelio

Massimo: La mia casa è sulle colline di Trujillo. Un posto molto semplice, pietre rosa che si scaldano al sole e un orto che profuma di erbe di giorno e di gelsomino la notte. Oltre il cancello c'è un gigantesco pioppo, fichi, meli, peri. Il terreno, Marco, è nero, nero come i capelli di mia moglie, vigne sui declivi a sud, olivi su quelli a nord, cavallini giocano con mio figlio che vuole essere uno di loro.
Marco Aurelio: Da quanto manchi dalla tua casa?
Massimo: 2 anni, 264 giorni e questa mattina.

Marco Aurelio: C'è un ultimo dovere che ti chiedo di compiere prima di tornare alla tua casa.
Massimo: Che cosa vuoi che faccia, Cesare?*
Marco Aurelio: Voglio che tu divenga il protettore di Roma, dopo la mia morte. Te ne darò l'autorità... per un unico scopo: restituire il potere al popolo di Roma e porre fine alla corruzione che la rende abbietta.
Massimo: Con tutto il cuore no.
Marco Aurelio: Massimo, è per questo che devi essere tu!

Massimo: E Commodo? [Parlando del successore]
Marco Aurelio: Commodo è un uomo senza moralità, lo sai sin da quando eri ragazzo... Commodo non può governare, non deve assolutamente governare. Tu sei il figlio che avrei dovuto avere.

Marco Aurelio: Hai dimostrato il tuo valore ancora una volta, Massimo... speriamo che sia l'ultima.
Massimo: Non c'è più nessuno da combattere, Cesare.
Marco Aurelio: Ahh... c'è sempre qualcuno da combattere...

 

Marco Aurelio e Commodo

Marco Aurelio: Tu non diventerai imperatore. I miei poteri passeranno a Massimo.
Commodo: ...Massimo...
Marco Aurelio: Sì...la mia decisione ti delude?
Commodo: Una volta mi scrivesti, citando le quattro principali virtù: saggezza, giustizia, fermezza, e temperanza. Leggendo quello scritto, sapevo di non possederle. Ma ho altre virtù, padre. Ambizione. Questa può essere una virtù quando ci conduce a eccellere. Intraprendenza. Coraggio. Forse non sul campo di battaglia, ma... ci sono molte forme di coraggio. Devozione. Alla mia famiglia, e a te. Ma nessuna delle mie virtù era sul tuo scritto. Anche allora era come se non mi volessi come figlio.
Marco Aurelio: Oh, Commodo. Stai esagerando.
Commodo: Vado cercando i volti degli dèi... per fare in modo di compiacerti, di renderti orgoglioso. Una parola gentile. Ci fosse almeno una volta in cui mi avessi abbracciato e tenuto stretto al tuo petto, per me... sarebbe stato come il sole nel mio cuore per mille anni. Cosa odi in me a tal punto?
Marco Aurelio: Shh, Commodo.
Commodo: Non desideravo altro che... essere degno di te, Cesare. Padre.
Marco Aurelio [si mette in ginocchio]: Commodo... le tue mancanze come figlio sono il mio fallimento come padre. [si abbracciano] Figlio mio. [Ultime parole]
Commodo: Padre... Massacrerei il mondo intero, se solo tu mi amassi! [Commodo preme Marco contro il suo petto e lo fa morire asfissiato]

 

Massimo e Proximo

Massimo: Mi hai mandato a chiamare?
Proximo: Si è vero. Tu sei bravo ispanico, ma non così bravo. Potresti essere magnifico.
Massimo: Mi ordinano di uccidere, e io uccido. Tanto basta.
Proximo: Tanto basta per le provincie, ma non per Roma. Il giovane imperatore ha proclamato una serie di spettacoli per commemorare suo padre, Marco Aurelio; lo trovo divertente visto che è stato Marco Aurelio, il saggio, il sapiente Marco Aurelio a interrompere i giochi. E così dopo cinque anni passati a guadagnarsi faticosamente da vivere in villaggi infestati dalle pulci, finalmente torniamo al posto che ci spetta: il Colosseo... oh dovresti vedere il Colosseo. Cinquantamila romani che osservano ogni movimento della tua spada, aspettando che vibri il colpo ferale; il silenzio prima del fendente e il fragore dopo... cresce... cresce e si solleva come... come una tempesta... come se tu fossi Giove tonante!
Massimo: Tu sei stato gladiatore.
Proximo: Sì, lo ero.
Massimo: Hai vinto la tua libertà?
Proximo: Tanto tempo fa l'imperatore mi fece dono del rudis. È solo una verga di legno, il simbolo della tua libertà. Egli... egli mi toccò la spalla e io fui libero.
Massimo: Ah ah ah... tu conoscevi Marco Aurelio?
Proximo: Non ho detto che lo conoscevo, ho detto che mi toccò la spalla!
Massimo: Mi chiedi quello che voglio? Voglio stare in piedi davanti all'imperatore. Come hai fatto tu.
Proximo: Allora ascoltami, impara da me: io non sono stato il migliore perché uccidevo velocemente. Ero il migliore perché la folla mi amava. Conquista la folla, e conquisterai la libertà.
Massimo: Conquisterò la folla, le darò qualcosa che non ha mai visto prima.
Proximo: Ah ah ah! Allora ispanico andremo a Roma insieme, e vivremo avventure sanguinose. E la grande meretrice ci allatterà finché saremo grassi e felici e non potremo più succhiare, e allora... quando saranno morti tanti uomini, forse tu avrai la tua libertà.

 

Augusta Lucilla e Massimo

Augusta Lucilla: Conoscevo un uomo una volta, un uomo nobile, un uomo dai saldi principi che amava mio padre e che mio padre amava. Quell'uomo servì bene Roma.
Massimo: Quell'uomo non esiste più. Tuo fratello ha fatto bene il suo dovere.
Augusta Lucilla: Lasciati aiutare da me.
Massimo: Sì, tu puoi aiutarmi, dimentica di avermi conosciuto e non tornare mai più qui. Guardia, questa donna ha finito con me!

 

I dialoghi fra Massimo e Commodo

Commodo: La tua fama è ben meritata Ispanico, non credo che ci sia mai stato un gladiatore come te e quanto a questo giovane insiste nel dire che sei Ettore redivivo. Oppure era Ercole? Ma perché l'eroe non si rivela e non ci dice il suo vero nome? Perché tu hai un nome.
Massimo: Mi chiamano "gladiatore" [si volta dandogli le spalle]
Commodo: Come osi voltare le spalle a me? Schiavo! Ti toglierai l'elmo e mi dirai il tuo nome!
Massimo [togliendosi l'elmo, e voltandosi]: Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell'esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell'unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa... e avrò la mia vendetta... in questa vita o nell'altra.

Commodo: Che cosa devo fare con te, sembra proprio che tu non voglia morire. Siamo poi così diversi tu e io? Anche tu togli la vita quando devi, come faccio io.
Massimo: Ho solo un'altra vita da prendere, poi avrò finito.
Commodo: Allora prendila adesso! Mi hanno detto che tuo figlio gridava come una femminuccia mentre lo inchiodavano alla croce e tua moglie gemeva come una puttana mentre la violentavano, ancora e ancora e ancora.
Massimo: Il tempo degli onori presto sarà finito per te, principe...

Commodo: Massimo, Massimo, Massimo, ti acclamano. Il generale che diventò uno schiavo, lo schiavo che diventò un gladiatore, il gladiatore che sfidò un imperatore, una storia che colpisce e adesso il popolo vuole sapere come va a finire, soltanto una morte gloriosa li soddisferà e cosa c'è di più glorioso che sfidare l'imperatore in persona nella Grande Arena?
Massimo: Tu combatteresti contro di me?
Commodo: Perché no? Credi che io abbia paura?
Massimo: Credo che tu abbia avuto paura per tutta la vita.
Commodo: A differenza di Massimo l'invincibile, che non conosce paura?
Massimo: Conoscevo un uomo che una volta disse: la morte sorride a tutti, un uomo non può far altro che sorriderle di rimando.
Commodo: Mi chiedo se questo tuo amico ha sorriso alla sua morte.
Massimo: Dovresti saperlo, era tuo padre.
Commodo: Tu amavi mio padre lo so, ma lo amavo anch'io, questo ci rende fratelli non è così? Sorridi per me adesso fratello. [Lo pugnala al costato]

E voi che ne pensate? Quali sono le vostre citazioni preferite de Il gladiatore?

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