Casi di cronaca nera italiana: Il massacro del Circeo

Autore: Rosanna Donato ,

La scorsa settimana vi avevamo parlato del Serial Killer per eccellenza, Jack Lo Squartatore, ma questa volta abbiamo deciso di dedicarci a uno dei casi di cronaca nera italiana più macabri e discussi di sempre: Il massacro del Circeo. Avvenuta tra il 29 e il 30 settembre 1975, la storia vede protagonisti di violenze indicibili e stupri spietati tre giovani della realtà romana più agiata: Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira.

Questi ultimi, dopo aver incontrato le due ragazze al bar del Fungo all’Eur (Roma) - Donatella Colasanti di 17 anni e Rosaria Lopez di 19 anni -, le hanno invitate a una festa vicino la Capitale che si sarebbe tenuta in realtà a Villa Moresca, di proprietà della famiglia di Ghira, la sera successiva. Il primo incontro, avvenuto tramite una conoscenza in comune, era stato molto gradevole, ma nessuno si sarebbe mai aspettato un tale epilogo della vicenda.

I fatti del Massacro del Circeo:

Ma cosa è successo durante il cosiddetto Massacro del Circeo? Dopo aver accettato l’invito di Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez si sono ritrovate di fronte a una villa isolata a San Felice Circeo, un ambiente molto diverso da quello che si aspettavano. Dov’era la festa? Tra l’altro, in un primo momento mancava il capo del clan dei marsigliesi (così lo definirono i due complici), Andrea, perchè doveva presenziare a una cena di famiglia.

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Arrivati nella villa, Guido e Izzo insistettero per avere un rapporto sessuale con le due ragazze, le quali rifiutano. Donatella Colasanti e Rosaria Lopez erano ancora vergini. Il primo prese una pistola e disse di fare parte della banda dei Marsigliesi e di stare attendendo l’arrivo del boss: Jacques Berenguer. Le ragazze, sentendosi in trappola e consapevoli che nulla di buono sarebbe successo di lì a poco, iniziarono a piangere e per questo vennero chiuse dentro in bagno.

Nonostante siano in molti a pensare che le sevizie cominciarono direttamente la mattina dopo, è stato dichiarato dalla Colasanti che gli eventi si manifestarono già la sera stessa. Donatella e Rosaria, infatti, furono chiamate dai due per svestirsi e fare alcuni ‘lavoretti’ molto intimi, ma senza commettere violenza sessuale. Le due rimasero nel bagno completamente nude fino alla mattina successiva.

Il giorno dopo le due giovani e indifese donne (prima Donatella, poi Rosaria) vennero malmenate e separate. In seguito arrivò Andrea Ghira, presentato come Jacques Berenguer, e - dopo essere state drogate - le due vittime vennero violentate con crudeltà e odio misogino per più di un giorno. Rosaria Lopez morì per annegamento nella vasca da bagno della villa.

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La Colasanti venne colpita senza alcuna pietà: tentarono anche di strangolarla, ma quest’ultima riuscì ad allontanarsi in un momento di distrazione e a raggiungere il telefono per chiedere aiuto. La ragazza, però, venne colpita alla testa da una spranga di ferro e si finse morta per avere una chance di sopravvivere.

Credendole morte entrambe, Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira caricarono i loro cadaveri nel bagagliaio di una Fiat 127 per sbarazzarsi dei corpi. Dopo essere tornati a Roma, andarono a cenare in un ristorante e parcheggiarono l’automobile in via Pola. Ad accorgersi delle urla di Donatella, provenienti dal bagagliaio, è stato un metronotte.

Quest’ultimo chiamò i soccorritori che trovarono l’adolescente in stato di choc e con gravi lesioni fisiche. Poche ore dopo il suo ritrovamento, Izzo e Guido vennero arrestati e in seguito condannati per il massacro del Circeo, mentre Ghira scomparve nel nulla.

Bagagliaio dell'auto del massacro del Circeo

Chi erano i tre giovani di buona famiglia?

Da giovane Angelo Izzo, figlio di famiglia agiata della borghesia romana, entra in un’associazione studentesca dell’estrema destra dalla quale viene espulso assieme a Ghira a causa dei furti di motorini. L’uomo aveva già dei precedenti: la violenza su due donne per cui venne condannato a due anni e mezzo con la condizionale.

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Tra tentate evasioni e false testimonianze, dopo essergli stata concessa la semilibertà, Izzo uccise Maria Carmela e Valentina Maiorano, moglie e figlia del pentito Giovanni Maiorano (Sacra corona unita), con il quale Izzo ebbe contatto in carcere.

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Gianni Guido, figlio di un alto dirigente di banca ed estremista di destra, era il più giovane dei carnefici del massacro del Circeo. Condannato a 30 anni di carcere, nel 1981 evase e riuscì a fuggire a Buenos Aires, in Argentina. Venne riconosciuto ed estradato in Italia, dove scontò altri 20 anni di carcere prima di ottenere la libertà, qualche tempo dopo.

Andrea Ghira venne condannato in contumacia e rimase latitante. Figlio di un noto imprenditore edile della Capitale e campione olimpico di pallanuoto, considerava la banda dei Marsigliesi un mito. Prima del massacro del Circeo era stato denunciato e arrestato per reati di rapina, manifestazione sediziosa, violazione di domicilio e lesioni aggravate. Izzo era stato suo complice e compagno di galera prima dei fatti del Circeo. Nel 2016 - dopo anni di dubbi sulla sua effettiva morte - è arrivata la conferma che il cadavere seppellito nel cimitero dell’enclave spagnola, in Marocco, è proprio quello di Andrea. A rivelarlo è stato il DNA. 

Gli indagati del Massacro del Circeo

Il massacro del Circeo al cinema?

Nessuna pellicola ha mai preso ispirazione dai fatti avvenuti nella villa del Circeo, ovviamente senza tener conto dei film basati sulla violenza sulle donne in generale. Tempo fa, infatti, il regista Stefano Calvagna stava lavorando a un progetto che avrebbe dovuto intitolarsi La villa del Massacro e il cui trailer era stato inserito all’interno di una trasmissione Mediaset.

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Le parole del regista:

Questo è un episodio terribile, che sconvolse l’Italia di quegli anni e che rimase nell’immaginario collettivo come uno dei fatti di cronaca nera tra i più cruenti e la scomparsa di uno dei tre aguzzini, Andrea Ghira, che sfuggì al processo e al carcere è un giallo inquietante su cui è presto calato il sipario. Fino ad oggi non esiste nessuna ricostruzione cinematografica della tragedia.

Stefano Calvagna ha aggiunto:

Sul set si è creata un’atmosfera angosciante, proprio come fu quella notte. Sara Brilli, che interpreta Donatella Colasanti, durante le riprese ha accumulato un tale coinvolgimento emotivo, che in una scena in cui era seminuda e coperta di sangue è scoppiata in lacrime». «Allora abbiamo interrotto le riprese, eravamo tutti un po’ frastornati, Simone Corrente l’ha abbracciata per calmarla, ma ci siamo resi conto di aver fatto un buon lavoro.

Donatella Colasanti, sopravvissuta alle violenze, era stata interpellata dal regista per la ricostruzione di ciò che avvenne nella famigerata villetta, che doveva apparire al termine del film come la si vede oggi, lì, sul litorale del Circeo, ristrutturata ed affittata a qualcun altro.

Il massacro del Circeo è stato uno dei primi casi di cronaca nera italiana di grande impatto mediatico che ha segnato la storia d’Italia e la vita di una giovanissima donna: Donatella Colasanti non si riprese mai dalle violenze subite durante la notte del 29 settembre 1975.

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