Il mito del grande amore deciso dal Fato: il Filo Rosso del Destino

Autore: Davide Clerici ,

Esiste una leggenda nel lontano oriente.

Una leggenda che narra di un sottilissimo filo rosso invisibile che lega indissolubilmente due anime gemelle, a dispetto di età, luogo di nascita e ceto sociale.

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Questo filo rosso è indistruttibile e, per quanto possa essere lungo e aggrovigliato, farà sempre in modo che le persone ai due estremi si possano incontrare e innamorare.

Il Filo Rosso del Destino (questo è il nome con cui è conosciuto) è una storia che nasce in Cina durante la dinastia Tang, tra il settimo e il decimo secolo d.C.

  • La leggenda originale
  • Your Name e altri Anime
  • Il mito in live action
  • Il mondo dei videogiochi
  • Akai Ito in occidente

La leggenda originale

Un giovane di nome Wei, desideroso di trovare una moglie, incontrò un giorno il dio dell'amore e del matrimonio. Questi gli raccontò dell’esistenza del filo e gli disse di averne uno legato alla caviglia di quella che sarebbe diventata la sua futura moglie. Tuttavia, avendo lei al momento solo tre anni, Wei avrebbe dovuto aspettarne altri quattordici per incontrarla e dichiararsi.

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La bambina però apparteneva a una famiglia molto povera e, siccome Wei desiderava una moglie degna di lui, l'uomo non poteva tollerare di essere legato a una creatura così miserabile, né di dover attendere così tanto per sposarsi.
Wei ordinò così a un suo servo di andare a uccidere la bambina. Questi, mosso da pietà, non riuscì a colpirla al cuore ma la ferì alla testa e, credendo di averla uccisa, scappò.

Gli anni passarono e Wei continuava a non trovare moglie e dimenticò la profezia del filo rosso. Finché, un giorno, non incontrò una giovane ragazza con la fronte celata da un velo. Lei gli raccontò di essere stata cresciuta dalla sua povera governante alla morte dei genitori, di vivere ora con lo zio, un ricco governatore, e di portare quel velo perché da bambina un uomo cercò di ucciderla sfigurandola.

Wei allora si ricordò tutto, capì che la leggenda del filo rosso era autentica e, mosso da profondo pentimento, confessò tutto alla giovane. Lei, sentendo tutta la storia, non solo lo perdonò, ma acconsentì di sposarlo, accettando così quell'amore così fortemente voluto dal Fato.

Your Name e altri Anime

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La leggenda dalla Cina approdò anche in Giappone dove subì alcune modifiche nel corso del tempo, tra fra cui la posizione del filo, non più legato alle caviglie dei due innamorati ma ai mignoli della mano sinistra.
Tuttavia, a parte minime differenze come questa, la storia rimase pressoché invariata, diventando una tra le più amate e conosciute del Paese. E, come spesso accade, la leggenda ha permesso la nascita di moltissime storie basate su di essa.

Una delle più recenti è Your Name, film d’animazione del 2016 per la regia di Makoto Shinkai, che lo ha anche sceneggiato basandosi sull’omonimo romanzo da lui stesso scritto.

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La storia ruota attorno a Taki e Mitsuha, rispettivamente un liceale di Tokyo e una studentessa di un piccolo paese di nome Itomori, che si ritrovano a vivere l’uno nel corpo dell’altra per dei periodi non regolari ma sempre della durata di ventiquattr’ore.

Interagendo l’uno nella vita dell’altro i due scoprono lentamente ma inesorabilmente di avere un forte legame (mostrato, appunto, come il famoso Filo Rosso) in grado di trascendere lo spazio e non solo.

Musubi è il vecchio modo con cui chiamavamo il Dio locale, questa parola ha un significato profondo. Intrecciare i fili è Musubi, i legami tra le persone sono Musubi, lo scorrere del tempo è Musubi, tutti questi sono i poteri della divinità.

Ecco perché le corde intrecciate che noi creiamo sono una delle forme del dio stesso e rappresentano il flusso del tempo. Convergono e prendono forma, si intrecciano e si aggrovigliano. A volte si sciolgono, a volte si spezzano per poi legarsi nuovamente. Questo è Musubi, questo è il tempo.

Ma prima di Your Name anche molti anime hanno avuto episodi incentrati o almeno ispirati al Filo Rosso del Destino: per citare alcuni dei nomi più noti basti pensare a Sailor Moon, Ranma ½, Detective Conan (in un episodio Ran riusciva a trovare Shinichi tornato momentaneamente adulto proprio perché i suoi sentimenti erano così forti da percepire la presenza del Filo Rosso), I Cieli di Escaflowne, Yu Yu Hakusho e Inuyasha (in una delle sigle finali i due protagonisti Inuyasha e Kagome appaiono infatti legati dal Filo scarlatto).

Il mito in live-action

Questi sono alcuni esempi riguardanti la leggenda nel campo dell’animazione. Ma se volessimo cercare nell’ambito del live-action?

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Fuji TV
La serie TV Akai Ito
Una delle locandine della serie TV Akai Ito

In questo caso ci viene incontro una serie TV nipponica del 2008 che prende il titolo proprio dal nome giapponese della leggenda stessa: Akai Ito. Tratta da un omonimo romanzo da cellulare (ebbene sì), la cui autrice risponde semplicemente al nome di Mei. La serie dura appena una stagione e narra la storia di una ragazza (Mei appunto) e un ragazzo (Atsushi) di un liceo, che prima di coronare la loro storia d’amore dovranno superare gravi ostacoli come droga, stupro e il tentato suicidio.

Di questa serie esiste anche una trasposizione in ambito cinematografico sempre del medesimo anno. 

Tuttavia se foste più interessati ad approfondire la leggenda nell’ambito del cinema d’autore nessun problema. In vostro aiuto ecco il regista, attore, comico e progettatore di videogiochi Takeshi Kitano con la sua pellicola del 2002 Dolls.

In questo film a episodi, tutti incentrati sul tema dell’amore, spicca quello dei “vagabondi legati” ovvero due giovani innamorati (Matsumoto e Sawako) separati dal volere delle rispettive famiglie. Matsumoto viene costretto a un matrimonio di convenienza mentre Sawako, disperata, si chiude completamente in se stessa, tentando il suicidio e rifiutandosi di parlare. Ma l’amore tra i due è troppo forte, e Matsumoto abbandona la moglie per tornare da Sawako. I due inizieranno così a vagabondare per il Giappone, con addosso dei vistosi kimono e con una fascia rossa che li lega saldamente alla vita.

Il mondo dei videogiochi

Success Corporation
Il videogioco Akai Ito
La copertina del gioco Akai Ito per PS2

Dal momento che abbiamo parlato di Takeshi Kitano anche come realizzatore di videogiochi (suo è l’assurdo Takeshi no Chōsenjō del 1986 per Famicom), facciamo un rapido salto in ambito videoludico per vedere se anche qui la leggenda ha ispirato qualche prodotto.

Spuntano infatti (almeno) tre giochi: il primo è un prodotto del 2005 per PS2 mai uscito dai confini nipponici. Si tratta di una visual novel dalle tematiche horror intitolata, neanche a dirlo, Akai Ito, trasposta poi anche in versione manga.

Il secondo è anch’esso una visual novel giapponese, ma con toni molto più leggeri e virati alla commedia, datato 2017 è conosciuto con il titolo di Red String of Fate (ovvero Filo Rosso del Destino in inglese).

Con l’ultimo gioco in elenco usciamo invece dalle visual novel per entrare nei giochi indie. The Red Strings Club, infatti, è un’avventura del 2018 in pixel art dove il Filo Rosso non è altro che uno spunto per una delle meccaniche di gioco, il quale offre invece maggiore spazio a una storia d’ambientazione cyberpunk ricca d’atmosfera.

Akai Ito in Pccidente

E in Occidente come viene visto questo mito? Beh, oltre all’influenza arrivata soprattutto grazie agli anime di cui sopra (tanto che lo stesso Your Name avrà in futuro una trasposizione live-action americana), un concetto molto simile è riscontrabile nel film del 2001 Serendipity, per la regia di Peter Chelsom.

Nella pellicola i due protagonisti, interpretati da John Cusak e Kate Beckinsale, decidono di sfidare la sorte e di scrivere i loro rispettivi numeri di telefono su due oggetti diversi e lasciare che il destino glieli lasci trovare dimostrando che sono effettivamente destinati a vivere insieme.

Miramax Films
Il poster di Serendipity
Il poster originale del film Serendipity

Un altro parallelismo (anche se meno romantico) si può riscontrare in quello che, nei paesi anglofoni, viene chiamato Pinky Swear ovvero il “giuramento dei mignoli”, in cui due persone, per cementare un patto o una promessa, si stringono i mignoli di una mano. Le stesse dita a cui è legato il famoso Filo.

Ma vogliamo fare un ulteriore passo indietro rimanendo in terra europea? Perché alla fine la bellissima leggenda di Akai Ito altro non è che una ricerca dell’anima gemella, qualcosa che, in modo certamente diverso, ci era stato raccontato da Platone nel suo Simposio. Non ve lo ricordate? Forse questo vi rinfrescherà la memoria.

Perché alla fine non importa da quale epoca si possa essere o da quale Paese provenire. Ci sarà sempre la curiosità di scoprire se c’è qualcuno dall’altra parte di un filo rosso ad attenderci.  

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