Il Mostro di Firenze: riaperte le indagini su una vecchia pista

Autore: Chiara Poli ,

Incredibile, ma vero. A distanza di oltre trent'anni dall'ultimo delitto, uno dei più grandi misteri italiani - tuttora irrisolto nonostante le condanne di Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti per alcuni dei 16 omicidi del Mostro - si riapre.

Otto coppiette - inclusi due ragazzi tedeschi scambiati per una coppia per via dei capelli lunghi e della figura esile di uno dei due - vengono sorpresi in intimità dal Mostro e ammazzati brutalmente.

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L'arma del delitto è sempre la stessa: una pistola Beretta calibro 22 LR. Il modus operandi del Mostro prevede anche la mutilazione del corpo della donna con armi da taglio.

Si parla di un gruppo di assassini, identificati dagli inquirenti per una parte dei delitti nel contadino Pietro Pacciani e nei suoi cosiddetti "compagni di merende", Vanni e Lotti.

Pietro Pacciani
Pietro Pacciani al processo

Per via delle mutilazioni inferte alle vittime viene considerata anche la pista esoterica.

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Il Mostro uccide 16 persone fra il 1968 e il 1985.

Pietro Pacciani, condannato in primo grado e poi assolto in appello, vede la Cassazione annullare la sentenza d'assoluzione. Ma non ci sarà modo di procedere col secondo processo d'appello: Pietro Pacciani viene trovato morto in casa sua il 22 febbraio del 1998.

Le perplessità sono e restano moltissime: l'altezza del killer, per l'angolazione degli spari in alcuni dei delitti, sarebbe stata incompatibile con quella di Pacciani e degli altri condannati.

Per questo, solo una parte degli omicidi sono stati "risolti" dalle condanne dei tre, che oggi sono tutti morti.

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Mappa dei delitti del Mostro di Firenze
Una mappa dei delitti del Mostro di Firenze

Anche Fernando Pucci, che testimoniò contro gli indagati per i primi omicidi, è morto lo scorso febbraio.

Da ieri, però, è riemerso il nome di un uomo già coinvolto nelle indagini: Giampiero Vigilanti, oggi ottantasettenne, era stato indicato da alcuni vicini come presente nelle zone dei delitti all'epoca. E conosceva Pietro Pacciani ("Come tutti" dichiarò lui all'epoca).

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Ma non è finita qui: l'ex legionario è legato a una delle tante piste ipotizzate, la "pista nera", che avrebbe visto il coinvolgimento dell'estrema destra nei delitti per una presunta "strategia della tensione" atta a distrarre dagli eventi politici dell'epoca.

La pista, inconsistente quanto quella che identificava il Mostro come un poliziotto, o come lo strumento di complotti internazionali mai provati, è riemersa a partire dal 2013.

Anno in cui il legale della famiglia di una delle vittime, Nadine Mauriot, presenta un esposto che riprende l'ipotesi della stategia della tensione e ricorda che il Vigilanti, oltre a conoscere il Pacciani, era in possesso di diverse armi da fuoco.

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Vigilanti si difende affermando che le sue armi (quattro pistole regolarmente detenute) furono più volte controllate dagli inquirenti, che poi se ne andarono senza proseguire le indagini.

La notizia delle indagini su Vigilanti è emersa ieri, ma pare che negli ultimi mesi l'uomo sia stato sentito più volte da Paolo Canessa, il pm che indagava sui delitti del Mostro e che oggi è procuratore capo a Pistoia.

Vigilanti si dice tranquillo perché "non ha fatto nulla" mentre il caso del Mostro di Firenze, una delle pagine più buie della storia italiana, rimane avvolto nel mistero.

Fra mille contraddizioni, libri con teorie diverse e indagini riaperte a distanza di cinquant'anni. Qualche anno fa FoxCrime narrò la terribile vicenda del Mostro di Firenze in una Serie TV. Di seguito vi riproponiamo la sigla 

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