Il patriota: storia vera ed errori storici del film con Mel Gibson

Autore: Silvia Artana ,

Nel corso della sua carriera, Mel Gibson ha dimostrato di avere una particolare predilezione per storie realmente accadute e personaggi esistiti per davvero. Ma la passione non è bastata a metterlo al riparo da critiche feroci. Ben due suoi lungometraggi sono stati inseriti in una (poco lusinghiera) classifica dei 10 film con più errori storici stilata dal Time qualche tempo fa. Uno è Braveheart - Cuore impavido (che pure è valso al regista due Oscar) e l'altro è Il patriota

Il lungometraggio sulla Guerra di indipendenza americana è stato bersagliato da studiosi e detrattori per la sua rappresentazione fuorviante di fatti e personaggi. Ma qual è la vera storia? Qui trovate la trama e gli aspetti più problematici della pellicola.

La trama de Il patriota

Dopo avere combattuto contro i francesi per il controllo delle colonie, Benjamin Martin (Mel Gibson) ha lasciato l'uniforme e vive coltivando la terra e allevando vacche in Carolina del Sud con i 7 figli. Quando iniziano a soffiare i primi venti della Guerra di indipendenza americana, si oppone alla prospettiva del conflitto. Tuttavia, non riesce a impedire al figlio maggiore Gabriel (Heath Ledger) di arruolarsi nell'esercito continentale.

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Tornato a casa ferito, il giovane viene catturato dallo spietato colonnello inglese William Tavington (Jason Isaacs). Il fratello minore Thomas (Gregory Smith) prova a farlo fuggire, ma l'ufficiale uccide il ragazzino a sangue freddo di fronte al padre e ordina di bruciare la casa, i campi e le stalle.

L'efferata esecuzione del figlio spinge Benjamin a riprendere le armi. L'uomo libera Gabriel e si schiera con l'esercito continentale, organizzando una divisione di volontari specializzata in atti di guerriglia. Benjamin diventa la spina nel fianco degli inglesi, che lo chiamano "Spettro", e provoca la reazione del generale Charles Cornwallis (Tom Wilkinson), che autorizza il colonnello Tavington a stanarlo con ogni mezzo.

L'ufficiale esegue l'ordine perpetrando una serie di atrocità, che culminano nell'uccisione di tutti gli abitanti di un villaggio che spalleggia Benjamin. Uomini, donne e bambini vengono radunati in chiesa e l'edificio dato alle fiamme. Tra le vittime c'è anche la giovane sposa di Gabriel, che reagisce andando a cercare Tavington per farsi giustizia. Ma lo spietato colonnello ha la meglio sul giovane e lo uccide.

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La morte del figlio sembra togliere a Benjamin la volontà di continuare a combattere. Ma il ricordo del coraggio di Gabriel e Thomas gli dà nuova forza e l'uomo scende in campo nella battaglia decisiva tra indipendentisti e inglesi. Dopo diversi capovolgimenti di fronte, la vittoria arride all'esercito continentale, anche grazie a diversi errori tattici del generale Charles Cornwallis. Benjamin affronta Tavington e, quando sembra che stia per avere la peggio, uccide l'ufficiale.

Il film si chiude con l'annuncio della definitiva sconfitta degli inglesi da parte delle truppe guidate da George Washington e con l'arrivo degli alleati francesi, mentre Benjamin fa ritorno a casa dalla sua famiglia.

La rappresentazione degli inglesi

Il patriota racconta la Guerra di indipendenza americana, ma l'accuratezza storica scarseggia. I detrattori hanno avanzato numerose critiche al film, a partire dalla narrazione arbitraria degli eventi (spesso mescolati e sovrapposti) per arrivare agli svarioni cronologici (per esempio, la caduta di Charles Town è avvenuta nel 1780, non nel 1778, e i francesi non sono arrivati alla fine del conflitto, bensì combattevano con gli indipendentisti già da tempo). Ma è soprattutto la rappresentazione degli inglesi come spietati, sadici e senza onore (e in definitiva, simili ai nazisti) che ha fatto salire sugli scudi gli studiosi.

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In un articolo del Telegraph pubblicato in occasione dell'uscita del film nel 2000, lo storico e critico cinematografico Stephen Hunter ha sottolineato la parzialità revisionista della pellicola di Mel Gibson:

Ogni rappresentazione della Rivoluzione americana che fa apparire voi inglesi come nazisti e noi americani come gente per bene è certamente sbagliata.

Tra i più accesi motivi di controversia ci sono il colonnello William Tavington e i suoi Dragoni Verdi.

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Il Patriota: William Tavington
Jason Isaacs è William Tavington ne Il patriota

L'ufficiale che nel film uccide i due figli di Benjamin Martin non è mai esistito. Ma la sua figura è stata ispirata da quella del colonnello Banastre Tarleton, che tra gli indipendentisti aveva fama di essere un uomo spietato e capace di ogni efferatezza. Tuttavia, l'articolo del Telegraph puntualizza che non esistono evidenze storiche che l'ufficiale si sia macchiato degli atti spregevoli compiuti dalla sua controparte nella finzione:

Non c'è alcuna prova che Tarleton, chiamato 'Ben il sanguinario' e 'il macellaio' negli opuscoli di propaganda dei ribelli, abbia mai infranto il codice di guerra. Tantomeno che abbia sparato a sangue freddo a un bambino.

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Allo stesso modo, i Dragoni Verdi erano un corpo di dubbia moralità, che raccoglieva americani lealisti e inglesi dagli ideali poco chiari e discutibili, ma a loro carico non sono documentati atti come quelli descritti nel film.

A questo riguardo, nella storia della Rivoluzione americana non c'è traccia di una chiesa bruciata con dentro uomini, donne e bambini. Invece, un episodio simile è avvenuto in Francia nel 1944 per una rappresaglia nazista. Il fatto è noto come il massacro di Oradour-sur-Glane.

Il personaggio che ha ispirato Benjamin Martin

Sulla falsariga di William Tavington, neppure il protagonista del film, Benjamin Martin, è esistito davvero. Il suo personaggio si basa su un mix di protagonisti della Guerra di indipendenza americana e in particolare su Thomas Sumter, Daniel Morgan, Andrew Pickens e Francis Marion. E proprio la presenza nell'elenco di quest'ultimo ha scatenato una feroce polemica.

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Il patriota
Mel Gibson è Benjamin Martin ne Il patriota

Un articolo pubblicato dal Guardian nel 2000 ha puntato il dito contro l'eroe di guerra, rivelando che l'uomo dava la caccia ai nativi americani per divertimento e abusava delle proprie schiave.

Soprannominato "Swamp Fox", ovvero "Volpe della palude" (nome di battaglia che ricorda molto da vicino lo "Spettro" del film), Marion è stato descritto dallo storico Christopher Hibbert in modo tutt'altro che lusinghiero:

Era molto attivo nella persecuzione degli indiani Cherokee e non era per nulla un uomo che dovrebbe essere celebrato come un eroe. La verità è che persone come Marion hanno commesso atrocità dello stesso livello, se non peggiori, di quelle compiute dagli inglesi.

La produzione ha cercato di minimizzare il peso della "Volpe della palude" nella costruzione del personaggio di Benjamin Martin. Ma a quanto pare, all'inizio l'idea era di realizzare una biografia proprio su Francis Marion. Fortunatamente, la storia dell'uomo è stata scoperta per tempo.

La controversia sullo schiavismo

Un altro aspetto de Il patriota che ha ricevuto moltissime critiche è la rappresentazione parziale ed edulcorata dello schiavismo. Gli afroamericani che vivono e lavorano per Benjamin Martin e per sua cognata sono chiamati "domestici" e l'uomo - di fatto - non viene rappresentato come uno schiavista.

Ma il fenomeno era già profondamente radicato nel tessuto sociale americano e la scelta del film di parlarne poco e di sfuggita ha provocato la veemente reazione di Spike Lee.

In una lettera aperta pubblicata su The Hollywood Reporter (e ripresa dal Guardian), il regista ha criticato duramente le scelte narrative della pellicola:

Per 3 ore, Il patriota schiva, gira attorno o ignora completamente il fenomeno dello schiavismo. Quanto ha fatto comodo non rappresentare il personaggio di Mel Gibson come uno schiavista? Il patriota è pura, sfacciata propaganda americana di Hollywood. È whitewashing storico.

Gli spettatori sono avvisati. Il patriota è un film avvincente e con molti personaggi e momenti epici. Ma la veridicità storica è un'altra cosa...

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