Il Re Leone torna al cinema: impressioni a caldo e curiosità sul remake del classico Disney

Autore: Elisa Giudici ,

Insieme al ritorno al cinema di Spider-Man, il remake di #Il Re Leone in occasione dei 25 anni dal suo approdo in sala è uno degli eventi cinematografici più attesi della stagione estiva. Viene quasi da definirlo un ritorno live action, dato l'alto grado di realismo che la computer graphic qui utilizzata riesce ad esprimere: i protagonisti del classico in 2D che aprì un'era di rinnovato splendore creativo per la Disney degli anni '90 tornano su schermo in una veste avvolgente, fotorealistica, tridimensionale. 

La tecnica non è nulla però senza contenuto e tra aspettative e ansie su quanto e cosa sia stato cambiato e cosa sia rimasto lo stesso, i fan e i commentatori della Rete si sono scatenati. Per avere il responso definitivo in Italia bisognerà attendere il 21 agosto 2019, quando il film diretto da Jon Favreau (che si era già occupato del remake di Il libro della giungla) arriverà nelle sale italiane. Qualche anticipazione e commento a caldo però è già possibile farlo, ovviamente senza spoiler.

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Zazu e Simba nella savana
Simba torna a ruggire su grande schermo

Ho avuto la possibilità di vedere l'intero film in anteprima nella sua versione italiana, con Simba e Nala doppiati dai cantanti Marco Mengoni e Elisa. Ecco dunque cosa aspettarsi dal ritorno de Il re leone al cinema.

Ruggiti in regia

Non si può che cominciare a fare qualche considerazione sull'aspetto tecnico del film e, a costo di risultare noiosi, bisogna ancora una volta rimarcare come qui Disney metta in campo lo stato dell'arte dell'animazione in CGI. Si tratta molto più di ricreare criniere e pellicce che coprono Simba e gli altri protagonisti, rendendone il movimento e le reazioni alla luce realistiche. Senza alcun personaggio umano e "reale" da amalgamare al digitale (come succedeva con Mowgli) parliamo di un lungometraggio che fa rivivere un intero habitat, flora e fauna, attraverso il digitale. 

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Il calco sul film originale è palese, anche perché per il primo tempo la regia segue più che fedelmente i movimenti di macchina, la carrellate e la composizione delle immagini del classico Disney. La vera sfida è farlo utilizzando personaggi realistici, integrandone movimento, dialoghi e cantato senza perdere quella sensazione quasi documentaristica che irradiano Mufasa, Scar e gli altri leoni, grazie proprio alla resa più che dettagliata. 

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Scar in versione 2019 circondato dalle iene
Scar nel remake del 2019 è ancora più segnato dal confronto con Mufasa

Siamo ancora lontani da una resa che renda impossibile capire cosa sia reale e cosa digitale, ma si può anche dire che raramente ci siamo andati più vicini con le tecnologie attualmente a disposizione. In questa sfida titanica Jon Favreau si occupa più che altro di variare la composizione originale, sacrificando le poche scene che il realismo estremo della pellicola renderebbe impossibile animare, come per esempio l'abbraccio tra Mufasa e Rafiki. 

Voci dalla savana

Grazie all'anteprima Disney - che ha proiettato la versione con il doppiaggio e l'adattamento italiano - la stampa ha avuto modo di saggiare il lavoro di due grandi nomi della musica italiana, coinvolti nella lavorazione del film. Nell'edizione originale nelle loro versioni adulte Simba e Nala sono doppiati da Donald Glover e Beyoncé, a cui si sostituiscono due cantanti nostrani come Marco Mengoni e Elisa nella traccia audio italiana. 

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Inutile negarlo: entrambi pagano un po' l'inesperienza nel campo della recitazione e del doppiaggio, specie Mengoni, che deve sforzare un po' la voce per ottenere quel suono profondo e "animale" richiesto dalla parte. Si rifanno però ampiamente sul lato musicale, reinterpretando i pezzi originali e Spirit, la canzone che Beyoncé ha realizzato per il film. Anche le musiche ricalcano fedelmente il lungometraggio del 1994.

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Il maestoso Mufasa
Il maestoso Mufasa non perde la sua allure in versione digitale

A metterci mano nei passaggi bisognosi di qualche ammodernamento è stato nientemeno che un certo Hans Zimmer, che ha coordinato il lato musicale della pellicola. 

Fedeltà e innovazione

Quando il film arriverà nelle sale nostrane sarà il pubblico italiano a decretare se questa operazione fedeltà sia un successo o un fallimento. Su un particolare però voglio sbilanciarmi: il piatto forte del film e forse il versante su cui osa di più - operando ogni tanto un netto distacco rispetto all'originale - è quello del duo Timon e Pumbaa. Quando il suricato e il facocero entrano in scena si comincia a ridere davvero, ma non è tutto qui. 

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Pur ricalcando il film originale nell'evolversi delle scene in cui Timon e Pumbaa incontrando Simba e, superati i timori iniziali, trasformano il loro duo in un trio, il film si spinge più in là. Talvolta osa ciò che nell'originale era stato smorzato pensando al pubblico dei bimbi in sala, mentre ogni tanto c'è uno sprazzo di contemporaneità con scambi di battute meta, che fanno riferimento al film originale e a un altro grande classico dell'animazione Disney, in una sequenza che strappa risate in sala. 

Non è l'unico cambiamento in un film più che fedele all'originale. Anche Nala si ritaglia un ruolo più attivo e protagonista, in linea con la "rivoluzione femminista" di casa Disney che quest'anno ci ha regalato ll film di Captain Marvel e una Boe Peep rinnovata e combattiva in Toy Story 4. Tuttavia i veri re della savana rimangono Timon e Pumbaa, pronti a conquistare un'altra generazione di spettatori. 

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Il re leone arriverà nelle sale italiane il 21 agosto 2019

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