Il ritorno di don Camillo, il cast del secondo film della serie

Autore: Emanuele Zambon ,

Lo avevamo lasciato in punizione, costretto all'esilio nell'inospitale Montenara, frazione in quota, al di là addirittura delle nuvole. Non poteva finire così una delle commedie irresistibili del dopoguerra ispirata liberamente ai racconti partoriti dalla penna di Giovannino Guareschi.

Il ritorno di don Camillo debutta nei cinematografi italiani (così venivano chiamati a quel tempo) nel settembre '53, appena un anno dopo il primo capitolo delle avventure del burbero parroco di Brescello e del focoso sindaco comunista Peppone. Due personalità non così dissimili, separate appena da una diversità di sfumatura - nero vs rosso - in un periodo storico/politico di grande partecipazione popolare.

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Nel sequel di Don Camillo fanno ritorno solo alcuni interpreti dell'originale: confermatissimi i protagonisti, a partire dal francese Fernandel - doppiato dal celebre Carlo Romano - e l'italiano Gino Cervi. Salutano invece Franco Interlenghi (I vitelloni) e Sylvie, affermata attrice transalpina.

Il ritorno di don Camillo si segnala come il capitolo più fantasy della serie: l'elemento del crocifisso parlante - giudicato all'epoca quasi un'eresia dagli ambienti cattolici - era già presente nel primo film (la voce è sempre quella calda e rassicurante di Ruggero Ruggeri), ma qui viene affiancato da altre soluzioni per così dire irrealistiche: dalla compravendita dell'anima del compagno detto "il Nero" (lo interpreta Alexandre Rignault) alla nostalgia del paesello tutto per il rude parroco in esilio che si traduce nella totale assenza di morti e nascite.

Non mancano però i riferimenti a vicende reali e momenti di commedia pura: don Camillo osannato sul ring, la vendetta verso l'ex fascista Marchetti a suon di olio di ricino e - soprattutto - l'alluvione che colpisce la bassa padana e che rimanda ad un fatto di cronaca, l'alluvione del Polesine del novembre 1951.

Il ritorno di don Camillo: il cast del film

Fernandel in una scena del film

Dopo l'inatteso successo ottenuto col primo film, Fernandel torna ad indossare l'abito talare anche nel sequel. Nonostante un'intensa carriera alle spalle, soprattutto in patria, il francese diviene popolare agli occhi del pubblico italiano proprio con Don Camillo. Appena due anni prima - nel '50 - aveva già impersonato al cinema un uomo di Chiesa (Fra' Cristoforo) in un film diretto da Claude Autant-Lara. Successivamente reciterà per Mario Soldati (Era di venerdì 17), Michael Anderson (Il giro del mondo in 80 giorni) e Vittorio De Sica (Il giudizio universale). Apparirà anche al fianco di Totò nell'amara commedia La legge è legge.

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Altro gradito ritorno è quello di Gino Cervi, acerrimo rivale del protagonista. Presenza scenica fuori del comune e voce cavernosa sono i punti di forza di colui che viene ricordato come uno dei più prolifici e duttili protagonisti della storia dello spettacolo italiano, attivo in teatro, al cinema e in TV, settore quest'ultimo onorato con le magnifiche interpretazioni del cardinale Lambertini (ruolo ricoperto anche sul grande schermo) e del commissario Maigret.

Tra i suoi film più celebri vanno ricordati il capolavoro (pre)neorealista Quattro passi fra le nuvole di Alessandro Blasetti, Gli anni ruggenti di Luigi Zampa (in cui compare al fianco di Nino Manfredi e Gastone Moschin) e Gli onorevoli di Sergio Corbucci, in cui interpreta ancora un politico, il senatore Rossani-Breschi, in un film corale reso celebre dall'Antonio La Trippa di Totò.

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Ad affiancare i due scontrosi mattatori de Il ritorno di don Camillo troviamo poi attori del calibro di Paolo Stoppa, che definire caratterista sarebbe alquanto riduttivo. Versatile artista, partecipa ad alcuni dei capolavori nostrani come Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, Rocco e i suoi fratelli e Il Gattopardo di Luchino Visconti, C'era una volta il West di Sergio Leone (è il cocchiere che accompagna la Jill di Claudia Cardinale dopo il suo arrivo in stazione). Gli amanti della commedia lo ricordano con affetto in pellicole come Casotto di Sergio Citti, Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (interpreta Papa Pio VII) e Amici miei - Atto IIº, secondo capitolo della memorabile saga in cui ricopre il ruolo di uno strozzino del conte Mascetti.

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