Il sabba è basato su una storia vera? Gli eventi che hanno ispirato il film Netflix

Autore: Alessandro Zoppo ,

Nei Paesi Baschi francesi del 1609, quando gli uomini del paesino di Labort sono in mare, un gruppo di donne si raduna nella foresta. Il giudice Rostegui, incaricato dal re di "purificare" la regione, le arresta e le accusa di stregoneria. Decide di far loro confessare, con torture atroci e disumane, quello che sanno sull'akelarre, il rito magico durante il quale si materializza il Diavolo, pronto ad accoppiarsi con loro.

Candidato a nove premi Goya, Il sabba (il titolo originale è proprio Akelarre) è il film dell'argentino Pablo Agüero che ricostruisce la storia vera delle "brujas" e dei processi per stregoneria avvenuti nell'Euskadi del Diciassettesimo secolo. Akelarre è un dramma storico-femminista che Agüero ha presentato in concorso a San Sebastián, dove il regista era già stato selezionato nel 2015 con Eva no duerme, il racconto di un'altra storia vera: la travagliata sepoltura di Evita Perón.

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Ma quanto c'è di reale nella vicenda del film che dall'11 marzo è disponibile nel catalogo dei contenuti in streaming di Netflix?

Le "brujas de Zugarramurdi" hanno già ispirato un altro film, la commedia horror #Le streghe son tornate di Álex de la Iglesia. Nel caso di Akelarre, non siamo in Navarra a Zugarramurdi e Urdax e gli inquisitori di Logroño non sono Alonso Becerra Holguín e Juan Valle Alvarado.

La giovane protagonista del film di Pablo Agüero, Ana (interpretata da Amaia Aberasturi), e le altre "chicas" (le esordienti Garazi Urkola, Irati Saez de Urabain, Jone Laspiur, Lorea Ibarra e Yune Nogueiras) convincono il loro inquisitore (Rostegui ha il volto di Alex Brendemühl) a presenziare a un sabba. Padre Cristóbal (Asier Oruesagasti) sa bene che le ragazze non sono streghe. Si vedono nei boschi per ballare e cantare vecchie canzoni, celebrare la gioia di vivere e cercare un po' di libertà da padri e mariti.

Ma se l'akelarre non esistesse affatto? Se non fosse altro che un sogno? Nelle note di regia, Pablo Agüero spiega che Il sabba "nasce da una sensazione di ingiustizia": la volontà di ribaltare i cliché misogini imposti dall'Inquisizione alla figura della strega, simbolo invece della donna ribelle, libera, indipendente e "redenzione d'Eva, maledetta dal cristianesimo". Oltre ventimila innocenti sono state bruciate vive fra il 1300 e il 1600, condannate al rogo e all'oblio dal sistema repressivo della monarchia clericale.

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Le giovani protagoniste in una scena del film Il sabba
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Pierre de Rosteguy di Lancre è stato uno dei più spietati torturatori di Francia e il più barocco, febbrile e letterario degli inquisitori. Fu Enrico IV, folgorato dalla lettura della sua opera Tableau de l'inconstance des mauvais anges et démons, ad incaricarlo di indagare sui presunti casi di stregoneria nel Labourd, la zona occidentale dei Paesi Baschi.

Agüero ha cominciato a lavorare a Il sabba nel 2008, quando ha letto La strega, il saggio del 1862 dello storico francese Jules Michelet. La sceneggiatura del film, scritta a quattro mani con Katell Guillou, è frutto di un lungo processo di sviluppo, durante il quale il libro di Michelet – considerato l'atto di nascita dell'etnografia moderna e la più violenta denuncia dell'Inquisizione cattolica – ha fornito preziosi materiali come atti giudiziari, cronache e documenti d'archivio sfuggiti alla distruzione.

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Il saggio di Jules Michelet

Nella caccia alle streghe c'era il chiaro desiderio di "schiacciare" le minoranze ed eliminare tutte le possibili differenze di religione, cultura e identità. Non solo i baschi, ma anche i bretoni e i catari subirono invasioni e pesanti divieti. La storia raccontata nel film è tristemente vera: Pierre de Lancre arrivò a far cantare e ballare le presunte streghe che disturbavano il suo senso del "sacro" con la loro gioventù, libertà e bellezza. È per questo motivo che Agüero ha deciso di girare il film nei Paesi Baschi, scegliendo attrici locali che parlano euskara e utilizzando alcune location dove hanno avuto realmente luogo gli episodi storici citati.

Nel suo libro Tableau de l'inconstance des mauvais anges et démons, pubblicato nel 1612 a Parigi presso l'editore Jean Berjon, Pierre de Lancre descrive la propria esperienza nell'Euskadi del tempo come "un viaggio nel cuore delle tenebre". L'indagine etnologica dell'inquisitore sulla cultura basca e la mitologia delle streghe e dell'akelarre ha ispirato Agüero e Guillou per costruire il loro film ambientato in un piccolo villaggio della costa.

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Amaia Aberasturi in una scena del film Il sabba
Le torture praticate dal giudice Pierre de Rosteguy di Lancre

"Non c'è niente di più pericoloso di una donna che balla", ama ripetere Rosteguy. La versione della storia che è arrivata a noi fino ad oggi è quella degli inquisitori e mai quella delle vittime. La voce delle donne processate e arse vive era soffocata e repressa. L'immaginario delle streghe "sessualizzate e liberate" nasce da qui. Le denunce e i processi a catena alimentano la paura popolare e il panico sociale, suscitando una enorme psicosi collettiva: l'illusione demonologica arriva dall'esterno e fa finire migliaia di donne nelle camere dei supplizi e sul rogo.

Le imputate che sopravvivono alle torture di Rosteguy e del suo "cerchio" non possono proferire parola su quello che hanno subito. Non solo: devono lodare la clemenza dell'inquisitore. Le ferite visibili sui loro corpi sono opera del Diavolo. Il libro di De Lancre – insieme ai Discours exécrable des sorciers di Henry Boguet, al Compendium maleficarum di Francesco Maria Guaccio e al Disquisitionum magicarum. Libri sex del gesuita Martin Delrio – contribuisce in maniera determinante a trasformare ogni cittadino del periodo in una vittima potenziale della necromanzia.

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Amaia Aberasturi e Alex Brendemühl in una scena del film Il sabba
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Nel suo trattato Rosteguy sostiene che le streghe favoriscono l'incesto tra madri e figli per procreare bambini consacrati a Satana e che il Diavolo copula "con le streghe belle prendendole da davanti e con le brutte prendendole da dietro". La Chiesa legittima così una delle repressioni più feroci dirette al genere femminile, promuovendo l'idea che l'origine del male siano le donne.

Enrico IV tra il 1609 e il 1611 manda continue lettere ai vescovi: devono esortare i sacerdoti a parlare nei loro sermoni della stregoneria, indugiando nei particolari più sanguinosi, pruriginosi ed efferati. È allora che si sviluppa l'iconografia del calderone con i cadaveri umani, le erbe velenose, i rospi crocifissi, gli accoppiamenti selvaggi con Lucifero.

La caccia alle streghe nei Paesi Baschi provoca quella che viene definita "un'epidemia di sogni": centinaia di persone dichiarano di aver partecipato ad un akelarre. Oggi il Tableau de l'inconstance des mauvais anges et démons è esposto nella sezione Whitches and Wicked Bodies del British Museum. Il libro è accompagnato dalle illustrazioni di Jan Ziarnko e Michael Herr, che ritraggono banchetti cannibalici, donne nude e procaci con i capelli fluttuanti – spesso e volentieri in volo, a cavallo di scope o forconi – che cantano e danzano sfrenate insieme agli spiriti attorno al noce.

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Il poster del film Il sabba
Dopo il passaggio a San Sebastián e l'uscita in sala, Il sabba arriva su Netflix

Sotto la facciata di un film d'epoca "cupo ma luminoso", Il sabba parla al presente di paure e pregiudizi, sessismo e misoginia, scientismo e oscurantismo, abuso di potere e manipolazione delle masse.

La caccia alle streghe del film è la condanna di una diversità culturale in un mondo naturale di per sé inquietante e magico, ma nel quale il soprannaturale non appare mai. Agüero si concentra piuttosto sulla lotta al potere patriarcale e per l'uguaglianza di genere che risuona nella società di oggi, come ribadisce in un'intervista concessa a Cineuropa.

La piramide dio-re-padre-marito del potere patriarcale è stata sostenuta per secoli attraverso la violenza e la repressione. Quando una donna disobbedisce al marito, la piramide crolla. È la prima parabola della Bibbia, nella Genesi: la disobbedienza di Eva ci condanna per tutta l'eternità. Questa è la pietra angolare di una struttura di potere e sottomissione che ci hanno inculcato e da cui è difficile per noi liberarci ora. Penso che ci siamo liberati molto rispetto a quello che era il XVII secolo, ma molte volte il sistema capitalista trasforma la libertà in consumo e ansia sfrenata. E può renderci prigionieri della nostra libertà.

"Poiché una donna si veste in un certo modo o sorride – aggiunge il regista in un'intervista a El País – si dice che stia provocando: come se la sua felicità, la sua spensieratezza o la sua bellezza fossero un crimine".

Agüero è cresciuto in una zona poverissima della Patagonia, senza elettricità né acqua corrente, come l'Euskadi del Diciassettesimo secolo.

"La mia identificazione con queste ragazze – spiega il regista – è totale. Per me, sono ancora vive. È questo che mi interessa catturare in loro: la vita, quella trance febbrile e al tempo stesso piena ed intensa".

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