Il sangue sulla Sindone è vero e proviene da una persona torturata

Autore: Rina Zamarra ,

Una ricerca appena pubblicata getta una nuova luce sull'autenticità della Sacra Sindone. In quest’ultimo periodo, il lenzuolo con cui sarebbe stato avvolto il corpo di Gesù Cristo è oggetto di numerose ricerche scientifiche e di altrettante polemiche. 

È passato circa un mese dalla pubblicazione del recentissimo studio inglese che ha posto qualche dubbio sulle macchie come risultato del sanguinamento di un corpo crocifisso. E ora la nuova indagine prova a chiarire alcune caratteristiche proprio di quelle macchie.

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Secondo i dati pubblicati dalla rivista scientifica Applied Optics, il sangue sarebbe antico e apparterebbe a una persona realmente esistita e sottoposta a tortura. La ricerca è stata coordinata da Paolo Di Lazzaro, vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia. 

La datazione del sangue

Paolo Di Lazzaro ha diretto un team composto da Daniele Murra dell’Enea, Paola Iacomussi dell’Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRiM), Mauro Missori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il medico Antonio Di Lascio. 

La ricerca è durata 4 anni e ha mosso i primi passi dopo l’analisi ottica della Sindone, avvenuta durante l’Ostensione del telo nel 2015. 

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Questo esame serviva a individuare la composizione delle macchie presenti sul telo e ha rilevato la presenza di metaemoglobina. Di cosa si tratta? La metaemoglobina si produce a causa dal processo di degradazione dell’emoglobina del sangue. Quando cioè il sangue è molto vecchio si genera questa sostanza che, in questo caso specifico, è una prova a sostegno dell’antichità delle macchie. I ricercatori, però, non hanno rilasciato dichiarazioni riguardo la datazione, affermando unicamente che si tratta di sangue antico.

Le cause delle macchie rosse

L’indagine di Paolo Di Lazzaro si è concentrata sia sull’età che sul colore delle macchie. Il sangue antico e ossidato produce delle tracce marroni, mentre quelle della Sindone sono rosse. L’alterazione del colore potrebbe essere determinata dall’esposizione del telo a dei raggi ultravioletti

I ricercatori hanno formulato così l’ipotesi secondo cui la causa del cambio di colore poteva essere determinato dall’interazione tra il sole e l’alta concentrazione di bilirubina del sangue. La bilirubina è un pigmento giallo-rossastro di cui è ricco il sangue dei malati di ittero e delle persone sottoposte a tortura. Quando una persona viene percossa, infatti, i globuli rossi si rompono e il fegato rilascia la bilirubina. 

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Per seguire la loro ipotesi, i ricercatori hanno condotto un esperimento usando il sangue di una persona affetta da ittero e contenente un'altra concentrazione di bilirubina. Il sangue è stato usato per impregnare un telo, esposto successivamente a una luce ultravioletta compatibile con quella del Sole. Il risultato sono state delle macchine di colore rosso simili a quelle della Sindone. 

La nuova ricerca dimostrerebbe quindi che le macchie sono di sangue umano antico appartenente a una persona torturata. Voi cosa ne pensate? La battaglia delle ricerche sulla Sindone continuerà ancora?

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