Indignation di Philip Roth diventa un film di James Schamus: la recensione

Autore: Alfonsina Merola ,

Siamo nel 1951 a Newark, negli Stati Uniti d'America. In questo periodo è in corso la Guerra in Corea e gli attacchi si stanno intensificando. La Nazione ha bisogno di nuove reclute e l'aria che si respira non è delle migliori.

Marcus Messner (Logan Lerman) è un diciottenne, figlio di Max Messner (Danny Burstein), un macellaio ebreo molto apprensivo. La guerra sta uccidendo molti ragazzi arruolati ed il padre è preoccupato per il figlio anche perché è prossimo ad andare via di casa.

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Marcus è un ragazzo assennato e studioso prossimo a frequentare il College e, anche se è scampato all'arruolamento, l'ansia paterna non si placa in alcun modo. L'uomo ha paura di lasciar andare via suo figlio e di non poterlo vedere tutti i giorni, di non poter più sapere cosa fa e chi frequenta.

Il figlio invece non vede l'ora di poter andare via e fuggire dall'ala super protettiva e soffocante del padre. 

Iniziata l'avventura, questa nuova esperienza non è proprio come Marcus l'aveva immaginata.

La convivenza con i compagni di stanza non sembra andare per il meglio, alcune regole con cui deve fare i conti non le condivide ma non le può obiettare e la comprensione che aveva prima a casa qui non c'è perché lui è semplicemente uno come tanti.

Confrontarsi con le altre persone, accettare compromessi, scoprire pensieri diversi dai propri sono delle prerogative che non si aspettava potessero essere così invadenti e difficili da gestire. Studiando e aprendo la mente verso nuove forme di pensiero, Marcus inizia anche a mettere in discussione la propria idea di vita e gli ideali che gli sono stati inculcati dalla propria famiglia.

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Indignation parla attraverso gli occhi di Marcus: c'è un unico punto di vista ed è il suo. 

James Schamus conduce lo spettatore attraverso la vita del protagonista, avvolgendolo attraverso il suo sguardo e le proprie considerazioni. 

Ecco un assaggio del trailer in lingua originale per avere un'idea del film!

Il lungometraggio affronta delicatamente la fase del cambiamento e l'allontanamento dal proprio nucleo familiare. Nel film viene mostrato il distacco nei confronti di alcuni precetti educativi che, fino ad un certo punto della propria esistenza, si prendono come verità assolute perché parte dell'educazione familiare, poi crescendo si mettono in discussione.

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Poster del film
La locandina di Indignation

La pellicola si sofferma senza forzare troppo la mano sul legame familiare e su gli eventuali e silenziosi sensi di colpa che ne possono derivare.

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Nonostante Marcus abbia deciso di allontanarsi dal suo nucleo familiare, la distanza geografica non basta per rompere quelle catene che lo legano indissolubilmente alle proprie origini.

Durante il suo lavoro part time in biblioteca Marcus incontra Olivia Hutton (Sarah Gadon), lei è bella come una dea ma ha un animo irrequieto e tormentato. Ad Esther Messner (Linda Emond), la madre di Marcus, bastano un paio d'ore per capire che non è la ragazza giusta per il figlio. 

Attraverso un breve dialogo tra Marcus e la madre si intuisce il legame basato non solo sull'affetto ma su piccoli ricatti morali che i due si scambiano attraverso frasi scarne ma piene di un significato ben più pesante. Da questo breve incontro fatto di lacrime di rinuncia e di rassegnazione si giunge ad una conclusione. Che sia giusta o sbagliata questo il regista lo lascia allo sguardo e all'anima del singolo spettatore.

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La scena conclusiva di Indignation però dice molto di più di ciò che vorrebbero suggerire le immagini. Per poterlo scoprire bisognerà attendere l'uscita del film nelle sale italiane che ancora non è stata definita.

La pellicola è stata acclamata al Sundance Film Festival ed è stata proiettata nei cinema USA lo scorso 29 luglio 2016.

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