Francesco Caringella: Non sono un assassino è un thriller sulla doppiezza degli uomini

Autore: Chiara Poli ,

Francesco Caringella, autore di Non sono un assassino ha una vasta esperienza in ambito giudiziario.

Nato a Bari nel 1965, è stato Consigliere di Stato dal 1998, si è laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti ed è un ex Commissario di Polizia. In seguito è diventato Magistrato, prima ordinario e poi per il TAR. Fra il 2001 e il 2002 è stato a capo dell'ufficio legislativo del Ministero per le Politiche Comunitarie. Oltre ai suoi romanzi, ha pubblicato anche diversi testi giuridici. 

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In occasione dell'imminente arrivo nelle sale il 30 aprile del film tratto da Non sono un Assassino, con Riccardo Scamarcio e Claudia Gerini, l'abbiamo intervistato sulla storia che l'ha reso uno scrittore molto popolare.

Ecco cosa ci ha raccontato.

01 Distribution
Non sono un assassino, la locandina ufficiale del film
Il poster del film non sono un assassino

Non sono un assassino” è stato definito un legal thriller, ma io credo che la parte più coinvolgente sia quella psicologica: un grande dramma umano, che intreccia le vite di diversi personaggi. Lo studio dei suoi protagonisti fa la differenza fra questo e molti altri romanzi che, seppur ben congegnati, mancano di approfondimento psicologico. Lei invece sembra aver dedicato a tutti i personaggi la stessa attenzione: li ha immaginati come persone reali, dando loro una vita e una storia completa che la aiutasse a descriverli meglio? Ci può raccontare qualche curiosità su di loro, qualcosa che nel libro non c’è?

Ogni buon giallo non è solo un giallo, ricorda Sciascia. Il delitto e il processo sono solo pretesti, buchi della serratura per spiare quel grande mistero che è l'animo umano. Come ammonisce Oscar Wilde, dietro un delitto c'è una vicenda umana molto più interessante del delitto stesso.

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Nel mio romanzo non mi chiedo solo e tanto se Prencipe è un assassino, ma soprattutto che razza di uomo è, chi si nasconde dietro quegli occhi gelidi : un servitore dello Stato o un funzionario corrotto ? Un amico leale o uno sporco traditore ? Un padre e marito perfetto o un uomo innamorato di se stesso ? Lavoro così anche con gli altri personaggi, mischiando soggetti  di fantasia e persone incontrate nella mia vita. Il protagonista riecheggia un mio ineffabile collega di polizia, la Maralfa una meravigliosa collega pubblico ministero di Milano che illuminava la Corte d'Assise con i suoi sfavillanti occhi azzurri, l'avvocato difensore un mio compagno di  banco diventato principe del foro, la vittima un giudice missionario  in cui mi sono imbattuto nei primi anni della mia avventura giudiziaria.

Ogni processo è un viaggio dell'uomo nell'uomo.

Il processo del mio romanzo non fa eccezione: è un dramma messo in scena da attori e attrici in cerca di se stessi.

Il protagonista è un uomo di legge che impara a destreggiarsi fra regole ufficiali e regole non scritte. Un uomo imperfetto, ma intriso d’amore per la figlia. Il loro rapporto incanta il lettore, soprattutto in quella giornata trascorsa insieme al mare, con una parentesi che sembra “fuori” dal mondo ordinario della narrazione. Cosa l’ha ispirata per raccontarci quella giornata e quel rapporto padre-figlia così complesso?

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Il giorno che il protagonista trascorre con la figlia quindicenne, l'ultimo da uomo libero, può sembrare una digressione. Una sospensione della realtà, forse un’evasione. In realtà è un modo per scavare nell’universo  interiore di un uomo complesso e complicato: Prencipe  non è solo un funzionario di polizia opaco e sfuggente, ma anche un padre innamorato che cerca di riconquistate la figlia nel momento più buio. Sono padre di due meravigliose ragazzine di sedici e dodici anni e so bene quanto sia assoluto e arrendevole l'amore di un padre per una figlia femmina.

La descrizione dei luoghi della narrazione restituisce l’idea di una regione splendida, ma anche un po' malinconica e in un qualche modo fuori dal tempo. Per lei è questo il fascino della Puglia?

Non ho voluto rappresentare la Puglia estiva da cartolina, con le spiagge infestate da materassini e ombrelloni , ma quella più vera , con il mare d'inverno, il vento che fischia e le ombre delle nuvole che si allungano sulla città vecchia affacciata sul porto. L'unico dovere dello scrittore è' l'onesta’ per Hemingway. E onesta' significa raccontare una terra che è dentro di te, di cui conosci anche i silenzi e i respiri. Per me, la Puglia. Un luogo dell'anima che è ancora più dentro di me da quando me ne sono allontanato.

Per chi ha letto il romanzo prima dell’annuncio del cast del film, è piuttosto facile identificare i suoi personaggi con gli attori scelti per interpretarli. Gli scrittori spesso traggono spunto dalle persone che conoscono: lei ha pensato anche a qualche attore, o a personaggi di altri romanzi o film, nel creare i suoi personaggi? Trova che la loro corrispondenza con gli attori sul grande schermo restituisca appieno la loro identità?

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Non ho pensato ad attori ma a persone della mia vita quando ho  dato vita ai protagonisti del romanzo. Ho però condiviso,  con il regista e i produttori,  la scelta degli attori. Ognuno di loro ha incarnato le anime e le doppiezze degli uomini e delle donne che popolano le mie pagine. Anzi li completano con la magia degli sguardi e la bellezza inesplicabile dell'arte. Ho persino offerto un pranzo a Scamarcio per conquistare alla nostra causa un attore pugliese che dona al vicequestore Prencipe il suo fascino impenetrabile.

I protagonisti del film Non sono un assassino

Il suo romanzo racconta, di fatto, un sistema in cui l’ingiustizia sembra prevalere fin troppo facilmente. In base alla sua vasta esperienza nel mondo giudiziario, quale sarebbe il suggerimento migliore per porre rimedio, almeno in parte, alle falle del sistema? 

La giustizia è imperfetta come è imperfetto l'uomo chiamato ad amministrarla: il giudice . Se la giustizia assoluta non esiste, non deve mancare la sete di giustizia, la voglia di verità, la ricerca della soluzione migliore. Il giudice è' chiamato a un compito difficile e solitario : trovare la verità migliore, facendo attenzione a non scambiarla con la bugia raccontata meglio. La strada è quella che ci insegna lo Stato di diritto più antico del mondo: le regole , le garanzie, il contraddittorio , il diritto di difesa, la ragionevole durata. E poi il fattore umano: la vita del giudice significa anche notti passate in bianco, ricorda il giudice americano Calabresi.

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Ci racconta le ragioni dietro alla scelta dei tre libri consigliati a Martina nel finale? Cosa significano, per lei, quei tre volumi?

Il giovane Holden è la leggerezza dei miei sedici anni. Anime perdute, sordida storia di ebrei erranti,  da' piena vita all'imperativo kafkiano secondo cui un romanzo deve essere uno colpo di scalpello per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi. Quell'estate prima della fine del mondo del mio amico Enzo Varricchio evoca l'azzurro dell'Adriatico, la bellezza della Puglia, la voglia di scoprire continenti sconosciuti.

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