Jack London al cinema: 7 film da non perdere tratti dai suoi romanzi

Autore: Chiara Poli ,

Dai romanzi e dai racconti di Jack London sono stati tratti molti film e serie TV, avventure animate e miniserie, pièce teatrali e innumerevoli versioni delle stesse storie.

Per orientarsi nel mondo cinematografico che ha attinto dalla fantasia e dalla vita vissuta dello scrittore, che ha sempre inserito degli importanti elementi autobiografici nel suo lavoro, ecco una serie di pellicole da non perdere.

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In attesa che il mio romanzo preferito di London, La peste scarlatta, trovi prima o poi una trasposizione cinematografica fedele…

Martin Eden (2019)

Il romanzo, inutile girarci intorno, è un romanzo difficile: il protagonista è un personaggio inizialmente molto debole, completamente succube dell’amata Ruth - saccente e totalmente antipatica agli occhi del lettore, oltre che crudele nel deridere il povero Martin per la sua mancanza d’educazione (intesa come s’intendeva all’epoca: studi).

Ambientato agli inizi del Novecento, Martin Eden racconta la determinata lotta del protagonista per affermarsi come autore letterario dopo aver compiuto un percorso da autodidatta, conscio di non conoscere nulla della letteratura ma anche di avere un talento da esprimere.

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Il suo amore per la bella Ruth, molto più colta di lui, lo spinge a migliorarsi ma non porterà al coronamento di un sogno d’amore. Il romanzo finisce in modo tragico, con la sconfitta di Martin contro un mondo troppo crudele e ostile per lui. 

Feltrinelli
Martin Eden di Jack London
Martin Eden: il romanzo di Jack London

Adattato due volte per il cinema (nel 1914 e nel 1942) e una volta per la TV (con la miniserie del 1979), Martin Eden trova la sua massima realizzazione nel film di quest’anno diretto da Pietro Marcello e interpretato da Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot).

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Presentato a Venezia e uscito nelle sale il 4 settembre, il film restituisce con efficacia l’atmosfera dell’epoca, la disperata lotta interiore del protagonista e il forte contrasto fra la società - in particolare l’élite letteraria - e le aspirazioni personali di un giovane nato nella famiglia sbagliata.

Ambientato in una Napoli immaginaria, in cui il tempo non è ben definito e viene vissuto come una sorta di sogno-illusione, il film racconta sì la storia di Martin ma anche un po’ la storia d’Italia, in diversi momenti storici che si accostano con naturalezza, pur essendo distanti fra loro, e riuscendo ancor più a mostrare la disperata lotta del protagonista per affermarsi in un mondo senza spazi facili da conquistare.

Il richiamo della foresta (1935)

Ebbene, sì: hanno realizzato moltissime versioni di uno dei più celebri romanzi di Jack London, inclusa una in 3D datata 2009 e una degli anni ’70 con Charlton Heston nel ruolo di Jack Thornton. Eppure, la migliore rimane quella del 1935, in cui il protagonista era interpretato da Clark Gable.

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Nessuna atmosfera da film per ragazzi con musichiate avventurose (come la fastidiosa e già citata versione del 2009), nessuna pedissequa aderenza al romanzo (ed è un bene, vista la crudeltà che lo caratterizza) e una storia d’amore e di coraggio che riguarda sia gli uomini che i cani.

Sono queste le caratteristiche de Il richiamo della foresta diretto dal grande William A. Wellman (premio Oscar per è nata una stella).

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Jack London: Il richiamo della foresta
Il richiamo della foresta di Jack London

Affiancato da altre star dell’epoca come Loretta Young, Frank Conroy e Reginald Owen, Clark Gable ci regala una storia di coraggio, amore e avventura, di fedeltà e di rispetto per la natura.

Molto distante dai fatti narrati nel romanzo, il film ne mantiene intatto lo spirito. E per questo, a mio parere, resta l’adattamento più godibile di un testo che voleva attirare attenzione su determinate tematiche, più che raccontarci la storia del viaggio di un uomo. Buck, infatti, nel romanzo è protagonista assoluto: la storia è la sua. E nel film di Wellman il filo conduttore, dall’incontro con Jack Thornton, accade la stessa cosa.

Il richiamo della foresta del 1935 è passato alla storia anche per la travolgente storia d’amore clandestina che nacque sul set fra Gable e Loretta Young, dalla quale nacque una bambina, Judy Lewis. Per non rovinare la propria carriera e non alimentare pettegolezzi (Gable era sposato), la Young lasciò la vita pubblica, allontanandosi e raccontando, poi, di aver adottato la bambina che invece aveva partorito in seguito alla relazione con Gable.


The Jacket (2005)

Un veterano della Guerra del Golfo torna a casa, nel Vermont, ferito e con attacchi di amnesia. Incastrato per un omicidio che non ha commesso, viene rinchiuso in un istituto psichiatrico in cui viene sottoposto a una terribile terapia sperimentale basata, fra le altre cose, sull’utilizzo di una camicia di forza modificata (the jacket, appunto). 

Quando scopre che gli restano solo pochi giorni di vita, fra flashback del passato e una spaventosa lotta contro il tempo, l’uomo fa di tutto per liberarsi e salvarsi la vita.

Feltrinelli
Jack London: Il vagabondo delle stelle
Il vagabondo delle stelle di Jack London

Uno straordinario Adrien Brody, all'ennesima grande prova d'attore che ci regala, dà vita al protagonista di questo moderno adattamento del racconto Il vagabondo delle stelle (The Star Rover), che Jack London scrisse in seguito ai suoi colloqui con diversi detenuti, fra i quali un carcerato di San Quintino che aveva subito torture e aveva passato gran parte del tempo stretto in una camicia di forza che gli impediva perfino di respirare bene. 

Benché ambientato in un’epoca e in una situazione differente da quella del racconto originale, questo film - in cui Brody è affiancato da un grande cast con Keira Knightley, Jennifer Jason Leigh, Daniel Craig e Kris Kristofferson - è una riuscita denuncia delle misure di detenzione e costrizione che carceri e manicomi criminali hanno applicato per secoli a uomini e donne le cui vite sono state rovinate per sempre.

La storia di Jack Starks (Brody) è una storia drammatica, ma anche di speranza. Proprio come il romanzo-denuncia di London, che si batte contro le misure eccessivamente punitive e la pena di morte, spesso decretata a danno di persone innocenti.

L’imperatore del Nord (1973)

Da Robert Aldrich, uno dei più grandi registi di sempre - autore di capolavori come Quella sporca dozzina, Che fine ha fatto Baby Jane?, Un bacio e una pistola - un film davvero fenomenale tratto da due lavori di Jack London.

Siamo nel 1933, durante la Grande Depressione, quando l’America è invasa dai senzatetto e ben pochi hanno più del necessario a sopravvivere. In questo contesto assistiamo alla guerra spietata fra A Numero 1 (Lee Marvin) - così soprannominato perché è il più abile a viaggiare da clandestino su treni merci - e Shack (Ernest Borgnine), conduttore di treni che ha giurato vendetta contro Numero 1 e che è famoso per scovare - e uccidere brutalmente - ogni clandestino a bordo del suo treno e ogni senzatetto che vi cerchi rifugio.

Oltre ai bravissimi Marvin e Borgnine, il cast è arricchito da nomi del calibro di Keith Carradine, Charles Tyner e Harry Caesar.

Elliot
Jack London: La strada
La strada di Jack London

Spietato, crudo, specchio di una società in cui l’empatia lasciava il posto all’egoismo non solo per la sopravvivenza, ma anche per il gusto di prevaricare sugli altri solo perché si aveva di più.

La coppia collaudata su piccolo e grande schermo formata da Lee Marvin ed Ernest Borgnine (entrambi Premi Oscar, insieme a Keith Carradine, il che porta a 3 il numero degli attori da Oscar in questo film) ci regala interpretazioni memorabili e una storia da brividi, che ancora oggi - il film è del 1973 - ha molto da insegnarci.

Tratto da La strada di Jack London (le sue memorie di viaggio, distribuite in Italia anche con il sottotitolo di Diari di un vagabondo) e da A-No.1 di Leon Ray Livingston, che raccontava - insieme alla raccolta From Coast to Coast with Jack London - il suo viaggio insieme al celebre scrittore attraverso l’America.

Un viaggio che gli avrebbe cambiato per sempre la vita, tanto da volerlo condividere con il resto del mondo.

Alaska Kid

Non è un film, bensì una serie andata in onda nel 1993 con grandissimo successo. Siamo quindi di fronte all'unica eccezione televisiva in questo panorama di adattamenti cinematografici, ma se ho scelto d'inserirla ci sono dei validi motivi.

L’ambientazione e la trama, a grandi linee, richiamano tutte le opere principali di Jack London: siamo negli anni della corsa all’oro, in Alaska, e l’idea viene da una raccolta di racconti intitolata Smoke Bellew pubblicata da London nel 1912.

Diretta da James Hill (Agente speciale, Simon Templar) e divisa in 13 episodi, co-prodotti da Russia, Germania e Polonia, ruota attorno al personaggio di Jack Bellew (soprannominato The Alaska Kid e interpretato da Mark Pillow) un reporter impegnato a seguire la corsa all’oro del Klondike fino all’Alaska.

Robin Edizioni
Smoke Bellew di Jack London
Jack London: Smoke Bellew - Storia di un soprannome nel Klondike

Avventura e amicizia, sogni e speranze che s’infrangono contro la realtà, viaggi e drammi s’intrecciano in una storia che restituisce, più che l’atmosfera, la mentalità dell’epoca.

Il cast comprende Donovan Scott (il mitico Leslie Barbara di Scuola di polizia), Craig Alan (The Game, La difficile preda), Dawn Merrick (Lo stile del dragone) e Aleksandr Kuznetsov (Insomnia).

L’adattamento dei testi di London è firmato da Paul Nicholas, regista e autore di b-movies degli anni ’80 che si riscatta decisamente con le sceneggiature degli episodi di Alaska Kid.

Da recuperare, senza alcun dubbio, per tutti gli estimatori di Jack London.

E il trailer qui sopra, sebbene in lingua tedesca, credo sia sufficiente a confermarne la validità.

Assassination Bureau

Basil Dearden (Il primo uomo sulla Luna, La donna di paglia) dirige un cast di ottimi interpreti in questo adattamento del romanzo di Jack London: Assassini S.p.A., lasciato incompleto alla morte di London e finito con interventi importanti dal giallista Robert L. Fish.

La storia ruota attorno a due assassini di professione che s’incontrano per discutere dell’omicidio del capo della polizia e si soffermano a parlare di morale, filosofia e - senza nemmeno troppe metafore - del discusso tema della pena di morte.

Condito da una generosa dose di umorismo nero, questo romanzo è stato portato al cinema, con diverse licenze poetiche ma con un risultato ugualmente apprezzabile, nel 1969.

BUR
Jack London: Assassini Spa - Una strana associazione criminale a fin di bene
Jack London: Assassini Spa - Una strana associazione criminale a fin di bene

Attori di grande richiamo, da Diana Rigg (all’epoca già famosissima per il ruolo di Emma Peel in The Avengers - Agente speciale) a Oliver Reed, da Telly Savalas a Philippe Noiret, ci raccontano la storia di una donna (Rigg) che mette i membri dell’Assassination Bureau, l’associazione che li riunisce, di fronte a dilemmi che influenzeranno il loro futuro e la loro professione.

Specializzati nell’eliminazione di soggetti considerati pericolosi per la società, gli assassini si ritrovano a discutere dell’opportunità d’intervento della loro associazione.

Rispetto al romanzo, il film aumenta a dismisura la dose di humour nero con efficacia, regalandoci una pellicola divertente ma anche intrisa di tematiche e riflessioni importanti.

Nonostante i molti anni che ci separano dalla sua realizzazione, Assassination Bureau rimane attuale e godibile anche per gli spettatori di oggi.

Zanna bianca (2018)

Il romanzo che riprende e amplia le tematiche già affrontate da London ne Il richiamo della foresta è stato adattato in diverse occasioni - 8 film più alcune serie animate - e quasi sempre, inspiegabilmente, come una bella avventura da film per ragazzi.

In realtà, la storia di Zanna Bianca ruota attorno alla crudeltà dell’uomo, ma anche alla sua capacità di riabilitarsi (con rari, sempre più rari esemplari).

Il contrasto fra la schiavitù indotta agli animali dall’uomo, le torture per piegarne il carattere e la gentilezza di chi mostra loro che sappiamo anche dare amore è il vero punto di forza del racconto, unito al punto di vista - come nel già citato romanzo precedente - del lupo protagonista.

Feltrinelli
Jack London: Zanna Bianca
Zanna Bianca, il grande romanzo di Jack London

Ecco quindi che la trasposizione più riuscita è l’ultima, datata 2018 e in versione animata: solo in questo modo viene restituito il punto di vista del lupo, il suo rapporto con diverse persone, tralasciando la parte iniziale della sua vita e naturalmente - trattandosi di un film animato - tralasciando la grande crudeltà che Zanna Bianca subisce nel romanzo. 

In ogni modo, se volete ritrovare il vero spirito ambientalista, animalista e di feroce critica sociale che permea il romanzo, il film che dovete guardare è questo. Una co-produzione fra Francia, Lussemburgo e USA, l’unica a proporre il personaggio di Weedon Scott (assente in tutti gli altri film tratti dal lavoro di London), che è poi il personaggio-simbolo di questa storia insieme al lupo Zanna Bianca.

Il film animato di Alexandre Espigares (responsabile degli effetti visivi in film come Riddick e Iron-Man 3) ha ottenuto un premio precedente l’uscita: la vittoria all’Annecy International Animated Film Festival del 2016 per il lavoro in corso d’opera. Per fortuna, le aspettative non sono state tradite dal risultato finale. 

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