10 cose da sapere sulla storia di Jeffrey Epstein prima del documentario Soldi, potere e perversione

Autore: Alessandro Zoppo ,

Chi era davvero Jeffrey Epstein? Com'è morto in prigione? E perché è stato arrestato soltanto nel 2019 se i suoi reati risalivano alla metà degli anni '90? A queste e a tante altre domande prova a dare delle risposte Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione (in originale Jeffrey Epstein: Filthy Rich), la docu-serie che Netflix ha commissionato a Lisa Bryant, Joe Berlinger (il regista candidato all'Oscar per Paradise Lost 3: Purgatory, doc sulla storia dei tre di West Memphis) e James Patterson, il re del thriller e scrittore di romanzi bestseller (tra cui Murder Games, alla base della serie #Instinct) che ha creato il personaggio di Alex Cross.

Il trailer, che potete gustare in apertura di questo articolo, anticipa ciò che vedremo nei quattro episodi della serie: come Epstein, miliardario amico di molte personalità di spicco del mondo della politica, dello spettacolo e degli affari e arrestato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori, abbia usato ricchezza e potere per perpetrare i suoi crimini.

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Per arrivare preparati alla visione, ecco dieci cose da sapere su una delle vicende più torbide, orrende ed ambigue degli ultimi tempi.

  1. La carriera da imprenditore
  2. Le inchieste giudiziarie
  3. Le amicizie importanti
  4. La condanna per crimini sessuali
  5. L'isola privata ai Caraibi
  6. Il ritratto di Bill Clinton vestito da donna
  7. L'"insolito sogno" eugenetico
  8. Il ranch in New Mexico
  9. I rapporti con l'intelligence
  10. La morte misteriosa

Netflix
Una scena del documentario Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione
Una delle testimonianze scioccanti raccolte dal doc

La carriera da imprenditore

Nato nel 1953 a Brooklyn da genitori ebrei, Jeffrey Epstein era un normale insegnante di matematica alla Dalton School prima dell'incontro con Alan Greenberg, l'amministratore delegato della banca d'investimento Bear Stearns. Greenberg lo assume come assistente e Epstein diventa subito un affermato trader di opzioni. Nel 1982, con il trasferimento dell'attività nelle Isole Vergini americane per motivi fiscali, fonda la J. Epstein & Co., che si trasforma in Financial Trust Company, ovvero una delle più influenti società di consulenza finanziaria per i patrimoni superiori al miliardo di dollari.

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Nel corso degli anni, Epstein diventa incredibilmente ricco e tesse una fitta trama di relazioni con politici, imprenditori, broker, banchieri, scienziati, attori e musicisti. È una figura misteriosa, "simile a Gatsby", dice una delle testimoni intervistate nella docu-serie Netflix. Epstein compra una casa da 20 milioni di dollari a New York e vanta proprietà lussuose (usate per scopri discutibili, come spieghiamo più sotto) a Parigi, nel New Mexico e a Palm Beach.

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Le inchieste giudiziarie

Prima dell'arresto per pedofilia, abusi e traffico di minorenni scaturito dalle testimonianze di tre donne, Epstein è stato al centro di altre inchieste giudiziarie.

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La prima risale al marzo del 2005 e scoperchia centinaia di casi avvenuti a New York e in Florida a partire dal 2001. Una donna contatta la polizia di Palm Beach perché la figlia 14enne è stata adescata, portata nella villa di Epstein insieme ad altre due ragazzine, pagata 300 dollari per spogliarsi e massaggiare il tycoon.

Gli eventi, ricostruisti dal Miami Herald, seguono uno schema consolidato: Epstein contatta minorenni povere o provenienti da famiglie disagiate tramite i suoi collaboratori e promette loro soldi in cambio di piacere. Alla fine Epstein si dichiara colpevole e nel 2008 patteggia scontando 13 mesi di custodia.

Da allora, sono numerose le cause federali che riguardano il finanziere: quella di una donna californiana che accusa Epstein e Donald Trump di averla aggredita sessualmente nel 1994 quando aveva 12 anni; quella di Sarah Ransome, che sarebbe stata imprigionata e stuprata e il cui caso si è chiuso con un patteggiamento extragiudiziale; quelle di Maria Farmer e Jennifer Araoz, che fanno risalire gli abusi alla metà degli anni '90.

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Nonostante le accuse documentate dell'FBI, Epstein è stato praticamente non-perseguito fino al 2019, come dimostra Filthy Rich tramite i racconti delle vittime e la ricostruzione della "vasta impresa" di cospiratori (definita una vera e propria "macchina del ricatto") che ha sepolto il caso.

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Le amicizie importanti

Grazie al suo lavoro, Jeffrey Epstein ha imbastito profonde connessioni con il mondo politico e finanziario americano. Il consulente vanta amicizie importanti con Trump, il senatore del Massachusetts Ted Kennedy, l'ex primo ministro israeliano Ehud Barak, il principe Andrew (fratello minore di Carlo), il creatore di Victoria's Secrets Leslie Wexner, il fondatore di Amazon Jeff Bezos e quello di Microsoft Bill Gates.

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Secondo un'indagine del New York Times, a partire dal 2011 Gates ha visitato ripetutamente Epstein (che ha donato due milioni di dollari al suo MIT Media Lab) e avrebbe definito "intrigante" lo stile di vita dell'amico Jeffrey.

Le amicizie di Epstein erano segnate nel suo "libro nero", il "Little Black Book" pubblicato per la prima volta nel 2015 da Gawker. Il quaderno include star come Ralph Fiennes, Courtney Love, Naomi Campbell, Dustin Hoffman, Heidi Klum, Alec Baldwin e Phil Collins. Ci sono persino tre italiani: Flavio Briatore, Tiberto Brandolini d'Adda e Andrea Bonomi, il presidente di Investindustrial.

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La condanna per crimini sessuali

Sebbene i funzionari federali avessero identificato 36 minorenni abusate sessualmente, Epstein aveva scontato soltanto 13 mesi di carcere. Il miliardario è stato poi arrestato il 6 luglio 2019 e detenuto con le accuse di abusi, sfruttamento della prostituzione e traffico di minori.

Particolarmente significativa è stata la testimonianza di Virginia Robert Giuffre, che ha dichiarato di essere stata costretta ad incontri sessuali con l'ex  governatore del New Mexico e amico di Barack Obama Bill Richardson, l'ex senatore Dem del Maine George Mitchell e il duca di York Andrew.

Dopo che il giudice ha rifiutato la richiesta degli arresti domiciliari, il 23 luglio è stata tolta la sorveglianza speciale al finanziere, che aveva già manifestato l'intenzione di togliersi la vita: il suicidio è avvenuto pochi giorni dopo, il 10 agosto, in circostanze sospette.

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L'isola privata ai Caraibi

Il New York Magazine ha rivelato che Epstein possedeva due isole private ai Caraibi, al largo della costa di St. Thomas, pagate oltre 25 milioni di dollari.

Questo luogo è stato ribattezzato "Pedophile Island" ("isola dei Pedofili") e "Orgy Island" dai vicini locali: il molestatore portava lì le sue prede con il jet privato.

Secondo il New York Magazine, il miliardario ci ha fatto costruire bizzarri edifici come una laguna con fenicotteri e una specie di tempio sacro.

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Il ritratto di Bill Clinton vestito da donna

Jeffrey Epstein intratteneva stretti rapporti d'amicizia con Bill e Hillary Clinton. L'ex Presidente in particolare sarebbe stato ospite diverse volte a St. Thomas: dai registri di volo pubblicati in rete, risulta che Clinton abbia spesso usato il 727 privato di Epstein, soprannominato "Lolita Express".

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Non solo: un ritratto gigante dell'ex Presidente, in tubino blu e tacchi a spillo rossi (lo stesso vestito indossato da Monica Lewinsky e dalla moglie Hillary al Kennedy Center Honors nel 2009) nello Studio Ovale, campeggiava nell'ufficio della casa di Epstein a Manhattan.

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Sebbene Clinton abbia sempre negato i suoi rapporti con Epstein, una delle ex schiave del finanziere, Virginia Roberts, ha affermato di aver visto Bill sull'isola in occasione di una cena in suo onore.

La foto del ritratto, pubblicata dal Daily Mail, rivelerebbe i legami (e i probabili ricatti) tra Epstein e Clinton, confermati dal New York Times: la persona di raccordo tra il miliardario e la famiglia sarebbe Ghislaine Maxwell, ex fidanzata e presunta maitresse che reclutava le ragazze per Jeffrey. Maxwell è stata immortalata in un celebre scatto al matrimonio di Chelsea Clinton con il banchiere di Goldman Sachs Marc Mezvinsky.

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L'"insolito sogno" eugenetico

Una singolare ricostruzione del caso Epstein è stata fatta dal New York Times. Secondo i giornalisti James B. Stewart, Matthew Goldstein e Jessica Silver-Greenberg, l'affarista faceva sesso con le sue ragazze non soltanto per piacere: il suo "insolito sogno" era quello di inseminare più donne possibili con il suo DNA "nobile" per generare un'umanità pura e perfetta.

Oltre ad essere un collezionista di "beautiful minds", l'imprenditore avrebbe maturato quest'idea dopo diversi studi sul Transumanesimo, "una versione moderna dell'eugenetica, ossia la scienza che vuole migliorare la razza umana per via tecnologica, ingegneria genetica e intelligenza artificiale".

Epstein sarebbe arrivato a consultare scienziati premi Nobel per costruire una banca del seme privata, che avrebbe incluso campioni di sperma illustri come quelli del fisico Murray Gell-Mann, del neurologo e scrittore Oliver Sacks, dell'ingegnere molecolare George M. Church e addirittura di Stephen Hawking, e soddisfare il sogno di perfezionamento del genoma umano.

L'inchiesta del New York Times cita i finanziamenti fatti da Epstein per il Program for Evolutionary Dynamics dell'Università di Harvard e per l'associazione Humanity Plus, che si pone l'obiettivo di "influenzare profondamente una nuova generazione di pensatori che osano immaginare i prossimi passi dell'umanità".

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Il ranch in New Mexico

Il desiderio eugenetico di Epstein si sarebbe esaudito nel suo ranch esclusivo in New Mexico, il tristemente famoso "Zorro Ranch" dove – rivela l'articolo del New York Times – il miliardario avrebbe condotto le sue vittime per inseminarle e farle partorire.

Durante una cena nell'appartamento di Epstein nell'Upper East Side di Manhattan, il professor Lanier disse di aver parlato con una scienziata che gli avrebbe rivelato l'obiettivo dell'affarista: far arrivare venti donne alla volta nel suo ranch fuori Santa Fe e metterle incinte.

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I rapporti con l'intelligence

Quando Epstein viene incriminato dalla polizia di Palm Beach nel 2006 con quattro capi d'accusa per attività sessuali illegali con minori, i suoi avvocati riescono a strappare un accordo con il pubblico ministero della Florida, Alexander Acosta: la Procura non persegue l'accusato in cambio del suo impegno a non reiterare il reato.

È una norma prevista dall'ordinamento, il cosiddetto "non-prosecution deal", e inevitabilmente scatena numerose polemiche. Ma a far discutere ancora di più della volontà di coprire i nomi appuntati dal magnate sul suo "libro nero", è una frase che sarebbe stata rivolta ad Acosta: Epstein va "lasciato in pace" perché "appartiene all'intelligence".

Dietro questa ricostruzione fornita dall'ex agente della CIA Robert Steele, ci sarebbe ancora lei, la socialite britannica, fidanzata e complice Ghislaine Maxwell. La donna è figlia dell'editore Robert Maxwell, ebreo di origini cecoslovacche ritenuto uno degli agenti più efficaci e potenti del Mossad, morto nel 1991 alle Canarie in circostante misteriose.

Epstein e Maxwell, nell'ipotesi di Steele, avrebbero usato soldi, potere e ragazze innocenti per incastrare politici, magistrati e celebrità, almeno fino a quando non si è rotto il meccanismo e i vecchi accordi sono saltati.

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La morte misteriosa

Jeffrey Epstein è morto il 10 agosto 2019: si è suicidato nel carcere di massima sicurezza di New York. Tuttavia, ci sono numerosi buchi neri nella dinamica della sua scomparsa (come la revoca della sorveglianza speciale e la telecamera della sua cella fuori uso) che hanno favorito le teorie cospirazioniste e la massa di meme "Epstein didn't kill himself", come illustra il magazine Variety.

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Secondo un sondaggio di Rasmussen, soltanto il 29% degli statunitensi crede al suicidio.

Netflix
Il poster della docu-serie Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione
Il poster della docu-serie

La vicenda di Jeffrey Epstein sembra un film o un libro degno delle migliori spy-story hollywoodiane. Al contrario, è una storia vera che spalanca una finestra su misteri e abissi terrificanti, che la docu-serie Netflix punta a ricostruire. Finalmente dalla parte delle vittime. 

Quando esce Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione

La docu-serie arriva su Netflix mercoledì 27 maggio 2020.

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