Johnny Stecchino: le scene divertenti del film con Roberto Benigni

Autore: Giacinta Carnevale ,

Diretto ed interpretato dal premio Oscar Roberto Benigni, Johnny Stecchino è un film comico uscito in Italia il 24 ottobre del 1991. La pellicola è stata prodotta da Mario e Vittorio Cecchi Gori e distribuita da Penta Film, la casa di produzione oggi conosciuta come Medusa Film. 

La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Benigni insieme al suo storico collaboratore Vincenzo Cerami con il quale ha realizzato anche il suo capolavoro #La vita è bella. Nel cast troviamo, oltre a Roberto Benigni, sua moglie Nicoletta Braschi, Paolo Bonacelli, Franco Volpi e Ivano Marescotti.

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La trama ruota intorno a Dante, autista di autobus per bambini disabili, che non sa di essere il sosia identico del mafioso pentito Johnny Stecchino, che vive chiuso in casa con il terrore di essere ucciso. La vita di Dante viene completamente stravolta quando conosce e si innamora di Maria, la donna del boss, e decide di seguirla fino in Sicilia. Qui inizieranno per lui tutta una serie di disavventure

Il personaggio di Johnny Stecchino interpretato da Roberto Benigni è ispirato a Charlie Stecchino, il mafioso che viene ucciso da un clan rivale all’inizio del film A qualcuno piace caldo di Billy Wilder del 1959.

Penta Film
Roberto Benigni e Nicoletta Braschi

Dopo l'uscita nei cinema italiani, Johnny Stecchino è stato distribuito anche in molti altri paesi nel resto del mondo. Negli Stati Uniti è stata censurata la scena finale del film dove Dante, il protagonista, fa sniffare la cocaina a Lillo, convinto fosse un farmaco miracoloso contro il diabete.

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In Italia fu un grande successo al botteghino incassando circa 42 milioni di lire all'epoca e piazzandosi al primo posto nella classifica cinematografica 1991/1992. Inizialmente non venne accolto molto bene dalla critica, ma con il passare degli anni è stato rivalutato e ancora oggi è considerato uno dei film migliori di Benigni. L'attore toscano per la sua interpretazione ha conquistato un David di Donatello speciale e un Nastro d'Argento come migliore attore protagonista.

Johnny Stecchino è ricco di frasi ma soprattutto di scene divertenti che sono entrate nella nostra memoria collettiva. Scopriamo insieme quali sono al grido di "Non me somiglia pe' niente!", frase cult della pellicola pronunciata dal protagonista. 

Johnny Stecchino - La piaga di Palermo: il traffico

Una delle prime scene di Johnny Stecchino che tutti ricordano è quella sulle famose piaghe che affliggono Palermo. Dante, arrivato da poco nel capoluogo siciliano, è in macchina con il sedicente zio di Maria che gli spiega quali sono le bellezze della città e quali invece i gravi problemi che purtroppo la rendono famosa nel resto del mondo. Dall'Etna che ogni tanto fa i capricci, alla siccità per la terra che l'estate brucia, fino ad arrivare alla peggiore in assoluto: il traffico. Alla fine della scena Dante si scusa con lo zio per averlo costretto a guidare nella piaga più terribile di Palermo.

La famosa scena del furto della banana

La scena più celebre e una tra le più esilaranti della pellicola è senza dubbio quella del furto della banana. E si sa a Palermo sono persone simpatiche ma se c'è una cosa che Dante ci ha insegnato nel film è che non bisogna mai provare a rubargli le banane perché poi si rischia di finire nel penale. La famosa scena ha inizio quando Dante cammina tranquillo tra le strade di Palermo e viene riconosciuto da due malviventi convinti che sia il mafioso pentito Johnny Stecchino.

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Decidono così di seguirlo e farlo fuori. Nel frattempo Dante si ferma da un fruttivendolo e mentre lo distrae, gli ruba una banana infilandola nella manica della giacca. Proprio in quel momento i due mafiosi gli sparano ma lui riesce a scappare e corre di corsa dai carabinieri dove si autodenuncia per aver rubato la banana ammettendo che non sapeva fosse un reato così grave. Il maresciallo dei carabinieri gli dice infatti che con il furto di una banana si rischia di finire nel penale ma che per questa volta ci passerà sopra. 

La scena poi prosegue con l'incontro di Dante con Cataratta, il giudice di Cassazione, che gli dice di aver seguito tutta la sua storia. I due intrattengono una lunga conversazione fatta di equivoci davvero divertenti che convincono Dante a tornare dai carabinieri per ritirare la sua ammissione di colpa per il furto della banana e accusandoli di essere dei gran chiacchieroni e che è tutto un magna magna. 

La cura per il diabete

Altro momento che è ben impresso nella memoria di tutti coloro che hanno visto e apprezzato il film, è quello della festa alla villa quando Dante cerca di far sniffare la cocaina al vescovo dicendo che si tratta di una famosa cura per il diabete che arriva direttamente dal Sud America e che gli ha dato il Ministro corrotto. Una gag davvero divertente che merita di essere rivista.

La scena del teatro: "Assassino"

Memorabile anche la scena in teatro, in cui Dante vede un cesto di banane e ne prende una ma stavolta si mette in fila per pagarla mostrando a tutti anche le cinquemila lire. Ma Maria lo porta via prima che potesse saldare il conto con la cassiera. Una volta seduto dentro al teatro si scatena l'ennesimo grande equivoco perché la gente di Palermo presente in sala non vuole che il mafioso Johnny Stecchino, per il quale scambiano Dante, sia tra di loro e in coro urlano che "la deve pagare". Dante convinto che si riferissero alla banana risponde a tutti urlando che l'avrebbe pagata alla fine del primo atto. Scena fantastica quando il suo vicino di posto lo guarda e lo chiama "Assassino". 

Dante dal barbiere: "Chi faceva il tacchino?"

Nella scena del barbiere invece Dante intrattiene il resto della banda di mafiosi incaricati di farlo fuori e insegna loro la canzone sullo zoo che cantava ad inizio film sullo scuolabus con i ragazzi disabili. Durante la canzone Dante chiede al gruppo chi doveva fare la parte del tacchino e nessuno risponde. In quel momento però arriva Maria che porta via l'uomo lasciando il resto della banda di mafiosi a chiedersi: "Si può sapere cu minchia era ca faceva u tacchino?Eh?". 

Johnny Stecchino e la morte della moglie di Cozzamara

La scena in questione riguarda il mafioso Johnny Stecchino che racconta a Maria, camminando freneticamente avanti e dietro per la stanza, di aver sparato e ucciso per sbaglio la moglie del boss mafioso Cozzamara. Subito dopo il suo errore però lo ha chiamato per scusarsi ma il Boss si è arrabbiato lo stesso e Johnny arriva a questa conclusione: "Cozzamara è troppo permaloso. Che sarà mai, mica gli ho ammazzato la madre".

La scena finale con Lillo

Infine la scena conclusiva del film vede Dante fare ritorno nella sua Firenze dove incontra di nuovo il suo amico Lillo, un ragazzo disabile, e gli racconta la sua avventura in Sicilia. Gli dice che i palermitani sono persone zuzzurellone, giocherellone e simpatiche ma guai a toccargli le banane perché su questo sono permalose e arrivano a spararti. Poi gli offre la famosa "medicina" per il diabete (la cocaina) che gli ha regalato il ministro corrotto e il ragazzo dopo averla sniffata inizia ad urlare e corre esaltato per strada con Dante che lo insegue.

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Non ci resta che invitarvi a riguardare questa pellicola diventata un vero e proprio cult della commedia italiana grazie ad uno straordinario ed esilarante Roberto Benigni. Vi lasciamo con la brevissima ma celebre frase che Johnny Stecchino pronuncia dopo aver incontrato Dante: "Non me somiglia pe' niente!".

E voi quale scena preferite di Johnny Stecchino tra quelle che vi abbiamo proposto?

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