Joker: Todd Phillips era stato preso in contropiede dalla polemica sul film

Autore: Alessandro Zoppo ,

Todd Phillips non era pronto a ricevere così tante reazioni negative preventive prima ancora che Joker vedesse il buio delle sale di tutto il mondo. Il regista dell'"anti-cinecomic" vietato ai minori più redditizio della storia, capace di vincere il Leone d'oro a Venezia 76 e di superare il miliardo di dollari di incasso al box office internazionale, definisce "sconcertanti" le polemiche che hanno travolto il suo film, giunte molto prima che il lungometraggio venisse distribuito nei cinema.

In un'intervista concessa al magazine Empire, Phillips ripercorre il clima ostile in cui #Joker, l'origin story del clown principe del crimine di Gotham interpretato da Joaquin Phoenix, è stato ricevuto, soprattutto negli Stati Uniti. Il dibattito sulla violenza, sulla presunta esaltazione della cultura "incel", sull'odio di classe che spingerebbe alla radicalizzazione di ampie fette della società, ha colto di sorpresa il regista.

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Sinceramente, non ero preparato. Sono rimasto sorpreso dalle persone che parlavano del livello di violenza nel film come se fosse irresponsabile, quando a Joaquin e a me era sembrato il ritratto più responsabile della violenza che avessi visto da tempo in un film.

Phillips rivendica il lavoro fatto con lo sceneggiatore Scott Silver e rigetta le numerose accuse che gli sono piovute addosso, come quella del critico Richard Lawson, che su Vanity Fair ha scritto di "propaganda irresponsabile".

Quando si usano le conseguenze del mondo reale per raccontare la violenza, non è forse un modo responsabile di affrontarla? Non è più efficace e responsabile mostrare la violenza come disgustosa e orribile piuttosto che celebrarla come tale? E poi si è parlato di altre cose sulla cultura "incel": un termine che ho dovuto cercare su internet.

"Incel" è un acronimo creato negli Usa che sta per Involuntary Celibates, ovvero 'celibi involontari': quegli uomini che non avendo rapporti con le donne, accumulano frustrazioni e le trasformano in violenza, come nel caso di Alek Minassian, il 25enne di Toronto che ha ucciso sei persone e ne ha ferite 14 falciando la folla su Yonge Street con il suo furgone.

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Sollecitato spesso su questo argomento, Phillips non è mai stato tenero con i giornalisti. In una precedente intervista con The Wrap, aveva detto che "l'indignazione è un lusso" e che "l'estrema sinistra, quando gli fa comodo, suona come l'estrema destra".

Quello che intendevo dire è che ci indigniamo tutti per i negazionisti del cambiamento climatico, giusto? Ma per me è la stessa cosa: vogliamo far finta di non vedere che stiamo fallendo come esperimento umano? Vogliamo far finta che queste persone non esistano? Che male c'è a far luce su un fenomeno come questo? Non è positivo?

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Phillips chiude l'intervista esprimendo tutta la perplessità nei confronti di chi, come la critica Stephanie Zacharek del Time, ha bollato Arthur Fleck come "il santo patrono degli incel".

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Sono rimasto sorpreso da tutto questo, dal fatto che sia diventato uno strumento da usare contro il film. Non è questo il bello di essere registi, la possibilità di esplorare argomenti del genere in un ambiente sicuro? Alla fine, Joker è un film, e la rappresentanza non ha mai eguagliato l'approvazione, quindi le polemiche mi hanno lasciato perplesso.

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E voi siete d'accordo con questo sfogo del regista?

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