L’eredità di Kirk Douglas andrà in beneficenza. È questa la notizia pubblicata dai principali siti di informazione internazionale. Si parla di un patrimonio complessivo di 61 milioni di dollari, di cui 50 sono stati devoluti alla Douglas Foundation.
Kirk Douglas e la moglie Anne diedero vita alla fondazione nel lontano 1964 con l’intento di essere d’aiuto agli indigenti. Nel sito ufficiale della Fondazione si legge:
L'obiettivo principale [della Douglas Foundation] è migliorare l’istruzione e la salute, favorire il benessere e soprattutto sviluppare nuove opportunità per i bambini che hanno il nostro futuro nelle loro mani. Riconoscendo la crisi dell’assistenza sanitaria moderna, la Douglas Foundation presta anche il suo sostegno alla ricerca…
Secondo quanto pubblicato, i 50 milioni di dollari verranno donati tramite la fondazione a vari progetti. Saranno finanziate, per esempio, un'iniziativa per gli studenti appartenenti alle minoranze della St. Lawrence University e il centro per l’infanzia intitolato proprio a Kirk e Anne Douglas, ospitato presso il Westwood's Sinai Temple. Non solo, parte del denaro andrà al Children's Hospital Los Angeles e al Culver City's Kirk Douglas Theatre.
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Al momento non si sa nulla, invece, sugli altri 11 milioni rimanenti che fanno parte del lascito dell’attore.
In ogni caso, sembra che il figlio Michael non erediterà nulla. Certo, la rendita stimata dell’attore ammonta a 300 milioni di dollari e la mancata eredità non sarà un danno. Tra l’altro, lo stesso Michael aveva sottolineato lo spirito filantropico del padre nel lungo post con cui ne aveva annunciato la morte il 5 febbraio 2020:
La vita di Kirk è stata ben vissuta e lascia un’eredità nel cinema che durerà per tutte le generazioni a venire e una storia di famoso filantropo che ha lavorato per aiutare il pubblico e portare la pace sul pianeta.
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In effetti, Kirk Douglas si è molto impegnato negli ultimi anni in diversi progetti di beneficenza. Proprio per questo motivo, nel 1983, ha ricevuto il premio Jefferson Award for Public Service assegnatogli per il suo impegno nel sociale. Tra le sue battaglie anche quella per convincere gli Stati Uniti a chiedere perdono agli afroamericani per la deportazione e la schiavitù.
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