L'amica geniale: il finale di Storia del nuovo cognome (e le differenze col libro)

Autore: Cristina Migliaccio ,

Lila ed Elena, le protagoniste de L'amica geniale, hanno concluso un altro capitolo della loro avvincente storia. Con l'ultima puntata andata in onda lunedì 2 marzo, in prima serata su Rai 1, abbiamo visto concludersi le vicende di Storia del nuovo cognome.

La seconda stagione dell'amata serie TV è tratta dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante. Il percorso delle protagoniste è tutto in salita e in cima soltanto Elena può prendere una boccata d'aria fresca, mentre Lila precipita in un vortice d'ingiustizia e impotenza, costantemente alimentata dalla vena ribelle e dal desiderio di dimostrare quanto vale.

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A differenza del primo romanzo, in Storia del nuovo cognome le due protagoniste perdono l'innocenza e si affacciano a un mondo difficile, complicato, brutale, dove prevale più l'insoddisfazione che la felicità. Persino il loro legame s'incrina: se da bambine era più facile tollerare una parola o uno sguardo scortese, una volta cresciute ogni errore pesa dieci volte in più, soprattutto quando si scivola nei piccoli problemi di cuore.

Rai/HBO
Elena e Lila sedute nella cucina di Lila
Lila e Lenù

Nella serie come nel libro, in Storia del nuovo cognome Lila scopre per la prima volta la passione dirompente dell'amore in compagnia di Nino Sarratore, lo stesso per il quale Elena, tanti anni prima, aveva perso la testa.  Il coinvolgimento sentimentale di Lila e Nino è uno schiaffo in faccia per Elena, un tradimento difficile da mandar giù ma, per amore di entrambi, a poco a poco le entra dentro e diventa parte di sé, come se quella fosse una relazione a più componenti, come se il loro segreto fosse anche il suo. 

Il finale della seconda stagione della serie

La parte finale di Storia del nuovo cognome (tratta dall'omonimo romanzo della Ferrante) vede la vita di Lila ed Elena procedere su due binari opposti: mentre la prima crolla sempre più sotto il peso delle ingiustizie, la seconda è un fiore appena sbocciato, consapevole del proprio valore e di poter essere qualcuno anche lontana da casa, dal rione, da Lila.

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Elena scopre un'altra versione di sé, più sofisticata, elegante, colta. Al fianco di Lila, è sempre stata pallida, scialba, un'ombra. Buffo pensare che, nell'ambiente di Elena, fosse Lila invece a sentirsi la sua ombra. 

HBO/Rai
Elena e Franco in una scena intima
Elena e Franco

Lontana dal rione, Elena non sa che Lila sta attraversando un momento difficile: Nino l'ha lasciata ed è tornata da Stefano con un figlio in grembo che gli rinfaccia più volte non essere suo. Il matrimonio non funziona e, quando nasce il piccolo Rino, per Lila è chiaro il prossimo passo. Ma tiene duro finché può, anche quando Stefano continua ad abusare di lei, del suo corpo, della sua mente, del suo cuore. Anche quando Stefano, forse per ripicca o per insoddisfazione, avvia una relazione extraconiugale con Ada, finendo con il metterla incinta. 

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Arrivata al limite della sopportazione, Lila (forse più per amor di Ada) si trasferisce da Enzo Scanno, l'amico d'infanzia che le ha garantito protezione, e trova lavoro presso il salumificio di Bruno Soccavo, l'amico di Nino che Lila ed Elena hanno conosciuto a Ischia.

Di quel Bruno, però, non è rimasto molto e Lila lo impara sulla propria pelle, l'ennesimo scoglio da superare, l'ennesimo alligatore da circumnavigare per non essere inghiottita tutta intera. Le condizioni in fabbrica sono pessime: siamo pur sempre alla soglia degli anni '70, Lila era una ragazza-madre e i suoi diritti non valevano nulla.

All'inferno di Lila si contrappone il quadro armonico di Elena: la vita a Pisa non potrebbe essere migliore. Prima c'era Franco, un animo ribelle dalla famiglia benestante che ha trattato Elena come una principessa. Poi, Franco è andato via ed Elena è piombata nuovamente nella solitudine, nell'inadeguatezza, come se non avesse mai abbandonato il rione, perseguitata dai suoi demoni interiori. 

Poi conosce Pietro Ariota, figlio di uno stimato professore universitario, e la bussola torna a indicarle la retta via: scrive un libro, dopo aver letto i diari segreti di Lila (che le aveva giurato di non leggere mai), e lo propone a Pietro, il quale a sua volta decide di farlo leggere a sua madre. Prima di tornare a Napoli, Pietro chiede ad Elena di sposarlo. 

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Dopo la laurea, Elena può lasciarsi alle spalle i tanti anni di studio ed entrare finalmente nel mondo del lavoro da donna adulta e conscia del proprio valore. Ma, tornando a Napoli, la realtà del rione torna a soffocarla, così come i sensi di colpa per aver abbandonato Lila. 

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La copertina di Storia del nuovo cognome
L'amica geniale, Storia del nuovo cognome

Elena capisce che anche la vita di Lila è andata avanti, ma non come la sua. Lila è agonizzante in un mondo che fagocita la felicità e l'indipendenza ed Elena si sente "quasi" sbagliata all'idea di aver ottenuto un briciolo di soddisfazione.

Nelle sequenze finali della seconda stagione, Elena assimila la nuova realtà di Lila, che ormai vive in un quartiere scialbo, spoglio, misero. Rino, suo figlio, cresce a vista d'occhio, mentre la madre, per garantirgli un futuro, sgobba in un salumificio. 

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Le due amiche si ritrovano mentre sono rispettivamente ai punti più bassi e più alti della propria vita. Elena sta per realizzare un sogno, pubblicando il suo primo romanzo, mentre Lila è costretta ad affettare carni per sopravvivere. 

Nonostante le differenze, entrambe promettono di non lasciarsi più. Mentre Elena va via credendo di aver ritrovato la sua amica, Lila brucia tra le fiamme La fata blu, il racconto che avevano scritto da bambine e da cui Elena ha tratto spunto per il suo romanzo. Lila brucia la prova di quello che avrebbe potuto essere e che invece non sarà mai. 

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Presa dalla promozione del suo romanzo, Elena cade nella disperazione quando le vengono mosse le prime critiche. Impreparata alla cattiveria spietata del mondo, a differenza di Lila, Elena non è capace di rispondere alle critiche di un giornalista ma, per sua fortuna, qualcuno interviene al posto suo e quel qualcuno è Nino Sarratore. 

Le differenze tra il libro e la serie TV nel finale

Partiamo dal presupposto che la serie, grosso modo, cerca sempre di rispecchiare quella che era l'idea di Elena Ferrante. Così come nella prima stagione, anche in Storia del nuovo cognome gli autori hanno provato a rimanere fedeli al romanzo.

Le differenze, infatti, sono minime. Partiamo dal punto definitivo: Nino difende Elena, una Elena imbarazzata, che si chiede cosa l'abbia spinta a lanciarsi in pasto a un gruppo d'intellettuali che non vedeva l'ora di fare a pezzi il suo operato. Nino, senza cavallo né armatura, la difende a spada tratta senza rinunciare alla sua aria sprezzante, saccente, come se il mondo fosse interamente ai suoi piedi. Era esattamente così che Elena Ferrante aveva descritto quella scena. 

RAI/HBO
Elena di profilo
Elena

Una nota più addolcita, rispetto al romanzo, è invece la mamma di Elena. Quando la ragazza, appena laureata, torna a casa e annuncia di essersi fidanzata, nel romanzo la mamma non la prende molto bene. Nella serie, invece, mamma e figlia si scambiano persino sorrisini, oltre alle parole al vetriolo. Ciò che poi manca, e che invece nei romanzi della Ferrante ricorre spesso, è il timore di Elena di diventare come sua madre, di zoppiccare come lei: soltanto in una scena, si è leggermente intuita questa sua paura (quando la mamma si dirige in stazione, arrancando per la strada con le mani piene di bagagli), spazzata via però dal senso di gratitudine e del senso di colpa di Elena per quella donna che, pur di stare con sua figlia, ha rinunciato a ogni certezza (il rione, il Natale, il resto della famiglia). 

HBO/RAI
La mamma di Elena seduta
La mamma di Elena

Una differenza importante rispetto al romanzo è l'espressività di Lila. Nel romanzo, la Ferrante ha lasciato che fosse la voce di Elena a raccontare ciò che è accaduto all'amica ma, nella serie, sono gli occhi di Lila a dimostrare quanto la vita abbia provato a piegarla. Ma Lila non si spezza, è una guerriera che cerca di tener testa a ogni prova con un moto d'orgoglio, sempre a caccia del nuovo, dell'istruzione, quella che l'è stata privata dalla famiglia, dal mondo, da Elena. 

Sono gli occhi di Lila a raccontare la storia del suo personaggio, i suoi gesti, persino la postura, motivo di orgoglio per una giovane attrice - Gaia Girace - che ha compreso le mille sfumature di una donna tanto complessa quanto avvolgente. 

Un'altra differenza, o meglio mancanza, è la storyline di Alfonso. Mentre nel romanzo la Ferrante inizia a sondare il terreno, nella serie TV l'unico riferimento alla sua presunta omosessualità arriva da Michele (quando parla con Lila in macchina). 

Un'ultima differenza tra serie e libro riguarda Pietro Ariota: nel libro aveva molti più ricci!

Avete notato altre differenze tra il libro e la serie TV? 

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