L'esercito delle 12 scimmie: la trama e la spiegazione del finale

Autore: Chiara Poli ,

Diretto dal grande Terry Gilliam (membro dei Monty Python) nel 1995 e sceneggiato da David e Janet Peoples a partire dal film La Jetée di Chris Marker, L’esercito delle 12 scimmie ha collezionato due nomination agli Oscar per i migliori attori - Bruce Willis come protagonista e Brad Pitt come non protagonista - e ha fatto vincere a Pitt un Golden Globe per la sua interpretazione.

Diventato di culto subito dopo l'uscita grazie al passaparola, il film è costato meno di 30 milioni di dollari e ne ha incassati quasi 170 ai botteghini di tutto il mondo.

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Nel 2015 ne è stata tratta una serie TV, arrivata alla quarta stagione.

Ambientato in un futuro distopico e post-apocalittico, il film racconta la storia di un uomo che viaggia nel tempo, nella speranza di raccogliere informazioni utili per la cura contro un virus che ha quasi sterminato la razza umana.

La trama del film

James Cole (Bruce Willis) è un detenuto condannato all’ergastolo che, nell’anno 2035, viene periodicamente inviato in missione sulla superficie terrestre - quel che resta dell’umanità, la cui popolazione è stata sterminata al 99% da un virus, è costretta a vivere sottoterra - per raccogliere campioni di insetti da analizzare.

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Sotto la città di Philadelphia, ricoperta da un manto nevoso e abitata solo da animali - inclusi quelli fuggiti dallo zoo cittadino - gli scienziati studiano i campioni riportati da Cole per valutare lo stato della superficie.
Un giorno, però, a Cole viene proposto un nuovo incarico.

Poco dopo, la dottoressa Kathryn Railly (Madeline Stowe), psichiatra, viene chiamata dalla polizia per occuparsi di un uomo arrestato dopo aver mandato due poliziotti all’ospedale: si tratta di James Cole, che è stato mandato indietro nel tempo e ora sembra in preda a una crisi psicotica. Siamo nell’aprile del 1990. Cole vaneggia della sua prigionia sottoterra, delle sue missioni come osservatore e di un futuro che lo fa sembrare completamente pazzo.

Rinchiuso in un manicomio criminale, Cole entra in contatto con Jeffrey Goines (Brad Pitt), un paziente affetto da una grave forma di schizofrenia paranoide.

Circondato da malati mentali, Cole fa di tutto per convincere i medici di non essere pazzo e chiede loro se conoscono L’esercito delle 12 scimmie, un’organizzazione che entrerà in azione nel futuro, causando la morte di 5 miliardi di persone fra il 1996 e il 1997. 

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Gli scienziati hanno commesso un errore: l’hanno mandato nell’anno sbagliato. Cole avrebbe dovuto indagare sullo sviluppo del virus per riportare al suo presente le informazioni necessarie all’umanità per trovare una cura e tornare a vivere in superficie.

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Tormentato fin da bambino da un sogno ricorrente in cui è presente anche la dottoressa Railly, grazie all’aiuto di Jeffrey - che evade a sua volta - Cole riuscirà a scappare.

Inviato di nuovo indietro nel tempo, si troverà ferito durante la Prima Guerra Mondiale, per poi arrivare finalmente nel 1996.

Ritrovata la dottoressa Railly, Cole la sequestra per farsi accompagnare a Philadelphia. Grazie ad alcuni indizi e a molte peripezie, durante il viaggio la Railly si convince che Cole dica la verità: viene davvero dal futuro.

Cole ottiene delle informazioni su Goines, il ricco e potente padre di Jeffrey, e rintraccia il suo ex compagno di manicomio: Jeffrey è il leader dell’esercito delle 12 scimmie e accusa Cole di esserne stato l'ispiratore.

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Di nuovo al cospetto degli scienziati del suo presente, Cole viene elogiato per l’ottimo lavoro e graziato dall’ergastolo. Ed è a questo punto che crede di essere pazzo: non si può viaggiare nel tempo, gli scienziati sono una manifestazione della sua follia.

I ruoli s’invertono: Kathryn rintraccia i ragazzi con cui aveva parlato di Jeffrey insieme a Cole e, quando si ritrovano, Cole vuole costituirsi e farsi curare.

Confuso fra presente, passato e futuro, Cole si avvia verso il proprio destino. In un cinema che proietta una maratona dei film di Hitchcock, Cole capisce che tutto ciò che gli sta accadendo è già successo, che non può cambiarlo e che il suo sogno ricorrente riguardava Kathryn e il loro presente. Adesso. 

Universal Pictures
L'esercito delle 12 scimmie: James Cole in una scena del film
L'esercito delle 12 scimmie: una scena del film

Il senso del film: follia, dubbi e verità

Il messaggio del film è piuttosto chiaro: il passato non si può cambiare. Per quante informazioni si possano conoscere a riguardo, non c'è modo di impedire che gli eventi, perfino i più catastrofici, si compiano.

Lo scopo degli scienziati del 2035, che l'hanno capito da tempo, è quindi quello di sviluppare una cura che permetta all'umanità di tornare in superficie. Ma sanno già di non poter salvare quei 5 miliardi di esseri umani sviluppati dal virus.

Incentrato sulla volontà di farci dubitare di tutto - sui viaggi nel tempo e sulla sanità mentale di Cole, in primis - L'esercito delle 12 scimmie sottolinea la vitale importanza della fiducia nel prossimo e della volontà di aiutarlo.

Kathryn è l'unico fra i molti psichiatri mostrati nella pellicola ad avere davvero a cuore i suoi pazienti: la sua umanità si sposa con la sua professionalità, rischiando di compromettere la sua posizione all'interno della comunità medica.

Allo stesso tempo, si esplora a fondo il concetto di follia: Jeffrey Goines si rivela molto più normale di molti altri (il suo "Non è vero" in risposta al padre, che lo accusa di essere pazzo davvero, lo testimonia) e mostra una spiccata sensibilità verso le sofferenze degli animali. James Cole, che Kathryn conosce come un pazzo con la bava alla bocca, è perfettamente sano di mente. Intrappolato in un loop temporale senza via di scampo.

Il tema del viaggio nel tempo allo scopo di correggere il passato, esplorato da migliaia fra film e romanzi, diventa l'occasione per farci riflettere su come la nostra tendenza all'autodistruzione - unita alla crudeltà verso le altre specie animali - sia inesorabile.

L'esercito delle 12 scimmie tratta tutte le tematiche affrontate dalla fantascienza classica, inserendo la variabile della follia per ricordarci come sia sbagliato giudicare superficialmente ed etichettare persone e situazioni.

L'esercito delle 12 scimmie: il finale del film

Show hidden content Liberati gli animali dallo zoo, Jeffrey e gli altri rinchiudono il signor Goines in una gabbia: non è stato L'esercito delle 12 scimmie a diffondere il virus. Il pazzo Jeffrey in realtà è innocuo e la sua schizofrenia diventa la semplice manifestazione di una spiccata sensibilità e di una grande empatia verso tutte le specie animali.Kathry e Cole capiscono che l'azione di Jeffrey si limita a una bravata animalista e arrivano in aeroporto.A questo punto, in barba alle leggi di Ritorno al futuro, James Cole incontra se stesso: il bambino che osserva il futuro James adulto, e ne rimarrà segnato per tutta la vita, sottolinea come il destino si debba compiere. A dispetto di tutti i tentativi contrari. James è conscio del pericolo, ma non vi si può sottrarre: gli scienziati del futuro sono ovunque e lo spingono a inseguire il vero responsabile della diffusione del virus. Il vero, unico pazzo del film: il dottor Peters (David Morse), biologo impiegato presso il laboratorio di ricerca di Goines.Un uomo apparentemente normale, per evidenziare come sanità mentale e follia siano concetti lontani dalle apparenze.Naturalmente, in linea con il principio di narrazione, la comprensione della verità arriva troppo tardi: Peters ha già diffuso il virus. E s'imbarca indisturbato sull'aereo che lo porterà a sterminare 5 miliardi di persone.Cole, invece, muore per un colpo di arma da fuoco sparato dalla polizia. Muore mentre corre armato in mezzo all'aeroporto, cercando di colpire Peters senza riuscirci.Muore fra le braccia di Kathryn, e sotto gli occhi del se stesso bambino.Mentre l'ultima scena ci toglie ogni dubbio: una degli scienziati del futuro - per quanto bizzarri, sono reali loro e i loro viaggi nel tempo - si presenta a Peters sull'aereo.Non può fermarlo, ma potrà studiare il virus abbastanza da consentire a quel che resta dell'umanità, quarant'anni dopo, di riappropriarsi del mondo. Forse.
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