L'origine della vita: la NASA ricrea l'oceano primordiale

Autore: Giovanni Rispo ,

Capire come è nata la vita sulla Terra per cercarla anche altrove. È questo l’obiettivo di ricerca del team di ricerca della NASA, che nei laboratori del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena in California ha ricreato il brodo primordiale, habitat dove probabilmente si sviluppò la vita sul nostro pianeta, oltre 4 miliardi di anni fa.

Per poter provare la presenza della vita sulla superficie di altri pianeti potrebbe essere necessario comprendere come e dove essa si sia originata sulla Terra. Da qui la necessità di studiare meglio l’ambiente chimico presente nelle prossimità delle bocche idrotermali.

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Le bocche idrotermali, infatti, sono delle fratture della crosta terrestre da cui fuoriesce acqua geotermicamente riscaldata. La comunità scientifica è per lo più concorde nel considerarle i luoghi dove la vita avrebbe avuto origine. Secondo Lucy Stewart, microbiologa del New Zeland’s GNS Science, 

l’ipotesi che la vita si sia formata nelle bocche idrotermali è l’ipotesi migliore che abbiamo.

Il problema, tuttavia, sta nel fatto che le bocche idrotermali sono situate sui fondali oceanici dove i raggi solari non riescono a penetrare. Un territorio angusto che rende difficile se non impossibile studi approfonditi sul tema. Per questo gli scienziati hanno da sempre cercato di ricreare in laboratorio l’ambiente che favorì miliardi di anni fa la nascita della vita sulla Terra.

E oggi il team guidato dall’astrobiologa Laurie Barge ci è riuscito. L’oceano primordiale è stato creato con una miscela di acqua, molecole di ammoniaca e piruvato, elementi ritenuti essenziali per la nascita della vita e che normalmente si trovano nei pressi delle bocche idrotermali. La miscela è stata poi portata a 70°C e l’ossigeno presente è stato ridotto.

Osservando la miscela sono state rilevate molecole importanti come l'Alanina (aminoacido responsabile della sintesi di molte proteine) e il lattato, il composto chimico che alcuni scienziati ritengono essere l'agente che permette alla vita di prosperare.

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Il team della NASA ovviamente non ha ricreato la vita dal nulla ma ha semplicemente dimostrato che gli elementi fondamentali all’origine della vita sono presenti nei pressi delle bocche idrotermali. Dunque la presenza di tali fratture sulla superficie dei pianeti potrebbe indicare la presenza di vita extraterrestre. La miscela, tuttavia, continuerà a essere osservata nella speranza di ritrovare altre molecole precorritrici.

L’astobiologa Laurie Barge, a capo del progetto, ha affermato che capire le condizioni necessarie a originare la vita potrà

aiutare a restringere il campo di ricerca nei luoghi in cui la si ritiene più probabile.

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