L'Ultimo Samurai: la storia vera dietro al film con Tom Cruise

Autore: Emanuele Zambon ,

Lame affilate vs pallottole, si profila una sfida impari. Poi un urlo, e il suolo che trema al passaggio dei cavalli in corsa. È la carica suicida dei ribelli, finale emozionante de L'Ultimo Samurai, il dramma in costume del 2003 con protagonista Tom Cruise.

Ambientata nel Giappone del XIX secolo, la pellicola diretta da Edward Zwick racconta la parabola di un ex ufficiale americano alcolizzato (Cruise), incaricato di addestrare l'esercito dell'imperatore Meiji al fine di sconfiggere la compagine ribelle capeggiata dal valoroso comandante Katsumoto, impersonato nel film da Ken Watanabe.

Contraddistinto da un'epica di fondo, L'Ultimo Samurai si inserisce in modo brillante all'interno del filone di quei film che hanno ad oggetto figure carismatiche impegnate a sposare una causa schierandosi dalla parte dei più deboli o delle minoranze: Mel Gibson in Braveheart - Cuore impavido, Kevin Costner in Balla coi lupi (il cui script ricorda a grandi linee quello del film di Cruise), Sam Worthington in Avatar, solo per citarne alcuni.

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La pellicola, però, pur raccontando eventi realmente accaduti nel Giappone di metà/fine '800, ne snatura l'ordine cronologico arrivando addirittura a rimpiazzarne i protagonisti (alterandone nome e nazionalità) oppure a sovrapporre gli eventi. Nel film, infatti, confluiscono sommariamente le dinamiche della Guerra Boshin - combattuta nel biennio '68-'69 del XIX secolo fra i seguaci dello shogunato Tokugawa e le forze imperiali di Meiji - e la Ribellione di Satsuma, consumatasi nel 1877.

Jules Brunet, l'ufficiale che ha ispirato L'Ultimo Samurai

Jules Brunet in una foto d'epoca

Il personaggio di Cruise, in particolare, si rifà ad una figura di spicco dell'esercito francese agli ordini di Napoleone III realmente esistita: si tratta di Jules Brunet, capitano istruttore d'artiglieria inviato dall'imperatore in Giappone per insegnare ai samurai dello Shogun le più innovative tattiche militari e formarli all'uso di armi tecnologicamente più avanzate.

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Giunto nel Sol levante con l'obiettivo di "svecchiare" l'esercito feudale di Edo (l'attuale Tokyo), Brunet rimane invischiato nella Guerra Boshin che vede contrapposti i fedeli del bakufu - il governo shogunale erede di una millenaria politica d'isolamento - e i sostenitori dell'imperatore Mutsuhito, fervente propugnatore di un rinnovamento nipponico con relativa apertura all'Occidente.

A sorpresa (e contravvenendo al decreto imperiale che ordinava il rimpatrio dell'élite di cui faceva parte), Brunet decide di sposare la causa ribelle e, dopo la caduta di Edo, ripiega fino all'isola di Hokkaidō, dove viene proclamata la Repubblica di Ezo, con Enomoto Takeaki eletto presidente. 

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Inferiore in numero e dotato di scarsi armamenti, l'esercito ribelle si arrende alle forze imperiali, con Brunet che riesce a fuggire e a far ritorno in patria, dove viene accolto come un eroe (dei due mondi). Negli anni successivi completa la brillante carriera militare, raggiungendo il grado di Generale.

La figura di Brunet, che ne L'Ultimo Samurai "rivive" nel capitano Nathan Algren impersonato da Tom Cruise, evoca da sempre doti quali il coraggio e l'apertura verso differenti culture.

Egli infatti rimase letteralmente stregato dalle tradizioni nipponiche, abbracciando la "via del guerriero" - Il Bushido - e combattendo al fianco degli ultimi, veri, samurai.

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