L'uomo senza ombra: come Kevin Bacon è diventato un uomo invisibile

Autore: Emanuele Zambon ,

La domanda è: che fareste se sapeste di essere invisibili? Ne scaturirebbe senza dubbio il privilegio incredibile di soddisfare ogni vostro desiderio. Ma cosa accadrebbe se quel potere finisse nelle mani sbagliate? Paul Verhoeven, muovendo da un racconto di Herbert George Wells, L'uomo invisibile, ha fornito una risposta a dir poco inquietante realizzando il thriller sci-fi L'uomo senza ombra.

Il film del regista di RoboCop e Atto di forza vede protagonista Kevin Bacon - colui che in Avengers: Infinity War viene definito tra il serio e il faceto come "il più grande eroe della Terra" - nei panni di uno scienziato arrogante che si inietta un siero sperimentale destinato a scopi militari. Il test non va secondo i piani e gli effetti del siero si rivelano irreversibili, finendo pure per accentuare il lato più dark del carattere dell'accademico, il quale si trasforma prima in uno stupratore e poi in un vero e proprio killer.

Hollow Man, questo il titolo originale della pellicola del 2000 diretta da Verhoeven, è uno di quei film ricordati, oltre che per le atmosfere velatamente horror, soprattutto per gli avveniristici (e complessi) effetti speciali, forse ingiustamente privati del Premio Oscar, che quell'anno andò a Il gladiatore di Ridley Scott, premiato per la ricostruzione del Colosseo e per la "resurrezione digitale" di Oliver Reed, morto poche settimane prima della fine delle riprese.

Gli effetti speciali de L'uomo senza ombra

Reduce dal controverso Starship Troopers - Fanteria dello spazio (1997), Verhoeven accettò alle soglie del Duemila di girare un blockbuster più convenzionale dopo un periodo di inattività. Circa 50 milioni di dollari del budget - su un totale di 95 milioni - vennero stanziati per il lavoro sugli effetti visivi, affidato all'epoca a Sony Pictures Imageworks (SPI) e alla Tippett Studio di Phil Tippett, l'esperto di Go-motion che ai tempi di Jurassic Park rischiò di vedere la sua professione "estinta" (prende ispirazione proprio dalla reazione dell'effettista dinanzi alla computer grafica di Muren la battuta dello scienziato Malcolm nel film di Spielberg). 

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Una termocamera venne impiegata durante le riprese per filmare le scene con animali "invisibili" (in particolare Isabelle, la gorilla) e quelle con Kevin Bacon dopo la trasformazione del suo personaggio, il protagonista Sebastian Caine.

Kevin Bacon: "I'm The Invisible Man"

Columbia Pictures
La trasformazione di Bacon nel film

Guy Pearce ed Edward Norton furono inizialmente presi in considerazione per il ruolo di Sebastian. La scelta ricadde in seguito su Bacon, opzionato secondo il regista per la sua "capacità di essere sia affascinante che diabolico".

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Per rendere credibile l'invisibilità di Sebastian, ci si rese conto che l'attore doveva necessariamente essere presente fisicamente sul set. In tutte le scene in cui Kevin doveva risultare invisibile, l'attore fu vestito e truccato integralmente di un colore solo, che a seconda delle circostanze era il nero, il verde, il blu. Successivamente, quella singola porzione dell'immagine venne cancellata elettronicamente tramite una tecnica chiamata Chroma key. Furono girate due volte le stesse identiche scene: la prima con Bacon, la seconda senza, con l'attore americano rimosso poi digitalmente in fase di post-produzione. L'operazione si rese necessaria per far apparire meno forzata la recitazione del resto del cast, costretto a far finta che sul set ci fosse anche Bacon. La seconda ripresa servì in pratica solo per fornire il fondo da far combaciare con l'identica scena con Bacon presente. 

Per riuscire nell'articolata impresa, venne utilizzata una macchina da presa contenente un software per controllo del movimento, in modo da registrare (e poi riproporre) i movimenti di macchina eseguiti. Fu inoltre creato un clone digitale di Bacon, a partire da una scansione anatomica in 3D del suo corpo. L'impresa maggiore per i tecnici degli effetti speciali fu senza dubbio quella di creare un'intera riproduzione digitale di Bacon anatomicamente completa, che sarebbe stata utilizzata per le sequenze in cui Kevin stesso diventa progressivamente invisibile, dalla pelle agli organi più interni.

Ispirato da sua figlia, la quale acquistò alcuni libri di anatomia al museo della Specola a Firenze, Verhoeven arruolò inoltre il supervisore degli effetti speciali Scott Anderson per creare un modello digitale tridimensionale dell'interno del corpo di Bacon, utilizzato nella "scena della trasformazione" in cui Sebastian diventa invisibile (osserviamo il protagonista scomparire gradualmente: prima la pelle, seguita dai muscoli, infine gli organi interni e lo scheletro.

Bacon, durante le riprese de L'uomo senza ombra, tenne un diario in cui annotò le difficoltà avute nel recitare sul set. L'attore nato a Filadelfia l'8 luglio '58 ha sempre dichiarato che "il senso di isolamento, rabbia e sofferenza" che sentì indossando la maschera e il costume in lattice lo abbia aiutato nella performance. 

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