Non solo La Bella e la Bestia: ecco altri film su amore e ossessioni estetiche

Autore: Alice Grisa ,

La Bella e la Bestia è la piccola rivoluzione del 1991. È stata la prima volta di Disney con un principe orribile e sensibile (ma con la possibilità di tornare a essere bellissimo: è sempre Disney, non Aronofsky) innamorato di una ragazza qualunque.

Negli anni '90, in pieno Rinascimento Disney (il decennio dei maggiori successi della major), qualcosa stava cambiando. La casa di produzione delle favole si stava aprendo finalmente a storie più complesse, quelle in cui (vogliamo credere che) la bellezza venga dal cuore e non da una pelle splendida.

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Nel film d'animazione del 1991, una rosa è diventata il simbolo della bellezza fragile, piegata dalle leggi della morale e potenzialmente trasformabile in mostruosità. La principessa de La Bella e la Bestia, per la prima volta, non doveva solo essere salvata, ma aveva il compito di fare un viaggio introspettivo, scoprendo un sentimento più cerebrale e intimo, quello che lega due persone indipendentemente da un aspetto che possa attirare l’attenzione.

Disney
La Bella e la Bestia ballano sulla balconata
L'amore tra la Bella e la Bestia

Amore e ossessione estetica, raccontati tramite storie di splendore, decadimento, deformità o mostruosità, sono il binomio di un sottogenere, quello dell’amore e bellezza (o bruttezza). Quali sono le altre storie d’amore in cui la componente estetica incide sulla formazione di un sentimento o ne è partecipe?

Ecco altri film da vedere, di diversi generi e stili, se vi interessa il tema.

Amore a prima svista (2002)

Meno slapstick e superficiale di come potrebbe sembrare, il film dei fratelli Farrelly con Gwyneth Paltrow e Jack Black racconta una storia su come l’amore cambi la realtà (e anche l’aspetto estetico).

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Dopo un incantesimo ipnotico, il frivolo Harold (che sceglie sempre le donne per il loro aspetto fisico) è “condannato” a vedere solo la bellezza interiore delle persone. Per questo, inconsapevolmente, il protagonista s’innamora di Rosemary Sciannone, figlia del suo capo, una ragazza di 120 chili ma che Harold vede con le sembianze di una modella.

Il film non è che una metafora dell’innamoramento, che trasforma e piega qualunque elemento estetico a una bellezza pura e assoluta. Proprio su questo s’innesta la trasformazione di Harold.

Come tu mi vuoi (2007)

Il film di Volfango De Biasi appartiene al sottogenere delle Cenerentole in cerca di riscatto (estetico). Ancora lontana dall’epoca di Instagram e degli influencer, Giada è una purista delle teorie della comunicazione che sceglie di vestirsi in modo sciatto (oggi sarebbe hipster e modaiolo) e non cura il proprio aspetto estetico. La studentessa però s’innamora di Riccardo, bello e superficiale, che la sedurrà per ottenere delle ripetizioni gratis.

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YouTube
Cristiana Capotondi e Nicolas Vaporidis in Come tu mi vuoi
Lei brutta e lui bello in Come tu mi vuoi

Proprio il dolore cocente del cuore infranto sarà il meccanismo che sfodererà l’orgoglio di Giada, decisa e diventare la classica “gnocca” per rivalersi sul ragazzo (e omologarsi ai meccanismi sociali che tanto aveva contestato). Cristiana Capotondi, che non aveva il physique du rôle, si è coperta di trucco e accessori per un necessario imbruttimento. E ha raccontato in un’intervista a Leiweb di aver fatto un’esperienza particolare, più seccante che catartica.

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Avevo finte bolle sul viso e tubicini per allargare il naso, baffetti finti e così via. Una volta giravo a Piazza di Spagna ed ero conciata così, la gente mi riconobbe dicendo cose tipo ‘Anvedi quanto è brutta la Capotondi’, ‘Il cinema fa miracoli’.

Il gobbo di Notre Dame (1996)

Dopo La Bella e la Bestia, Disney rilancia con un altro successo tratto dal romanzo di Victor Hugo Notre Dame de Paris (1831). La storia, crudele e dai tratti orrorifici, viene ristrutturata da Disney con le pieghe più delicate del tocco fiabesco. Quasimodo, gobbo deforme che vive appollaiato sulle guglie della Cattedrale, incontra per caso la splendida zingara Esmeralda. Può amarla? O non può amarla a causa del proprio aspetto?

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Disney
Quasimodo triste in una scena de Il gobbo di Notre Dame
L'amore impossibile di Quasimodo

Esmeralda è innamorata del capitano delle guardie Febo ma, tramite l’amore non corrisposto per la ragazza, Quasimodo riesce finalmente a spiccare il volo uscendo dalla prigione dove si era sempre riparato per il suo aspetto.

The Neon Demon (2016)

Il film di Nicolas Winding Refn, definito da qualcuno “bello in modo assurdo” non è solo un omaggio pop dal citazionismo esasperante e dalla videoarte ostentata ma anche un trattato rigoroso e splatter sul magnetismo della bellezza, forse la stessa bellezza disneyana che suscita l’amore a prima vista.

La protagonista Jesse è bellissima, ma non come le altre: il proprio aspetto genera una forza vettoriale che fa innamorare tutti di lei. Il segreto è qualcosa di inafferrabile che si rintraccia nel suo sguardo, quello di una bellezza impossibile da definire e condensare. Sarà proprio questa bellezza però che, oltre a far innamorare gli uomini (e le donne), determinerà la fine della ragazza.

Holy Motors (2012)

Nel terzo capitolo del capolavoro di Leos Carax, Monsieur Oscar è Mr. Merde, che è vestito di verde, ha lunghi capelli rossi, un occhio bianco e vive nelle fogne: girovagando tra la Parigi sotterranea e la spazzatura dei vicoli, questa specie di Gobbo post-apocalittico piomba su un set fotografico del cimitero di Père Lachiase. Le lapidi riportano scritte che rimandano a profili Internet e il regista rappresenta la morte del cinema puro, una scomparsa sottolineata da Merde che mangia con voracità i fiori sulle tombe.

New Yorker
Mr. Merde mangia i fiori delle tombe in Holy Motors
Il mostro di Holy Motors, chiamato a impersonare la Bestia

Intanto il fotografo chiede al mostro di impersonare "la Bestia" insieme a "la Bella", la modella Kay. Rapito dalla bellezza di Kay e orripilato dal meccanismo dei ruoli nello shooting, Mr. Merde stacca a morsi due dita dell'assistente del fotografo e rapisce la Bella portandola nel suo regno, le fogne.

L'imbalsamatore (2002)

Da sempre attratto dai meandri delle ossessioni estetiche e delle dinamiche dei corpi, Matteo Garrone ha realizzato un film sulla storia vera del nano di Termini, un imbalsamatore affetto da nanismo e ossessionato da uno splendido adolescente, prima assunto come assistente e poi eletto a "protegé". Sottomesso dalle proprie condizioni estetiche, il nano Peppino Profeta, nel film di Garrone, esercita su Valerio un controllo ossessivo sfruttando la propria maturità, il denaro e una vita di lussuria e piaceri.

Ma la "Bella" in questione (o il Bello) riuscirà a liberarsi dalla Bestia, e dal rapporto di sottomissione psicologica, compiendo un gesto estremo.

Quale di questi film vi incuriosisce di più?

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