La Casa di Carta 4, recensione in anteprima dei primi 5 episodi

Autore: Simone Alvaro Segatori ,

È alta l’attesa per il ritorno al Banco de España per quella che (almeno al momento) dovrebbe essere la parte conclusiva de La Casa di Carta, la fortunata serie televisiva creata da Álex Pina nel 2017 per la rete spagnola Antena 3 e poi acquistata da Netflix.

La terza parte ci aveva lasciato con un cliffhanger di massima tensione, un momento che ha cambiato definitivamente le carte in tavola per entrambe le parti in gioco con il Professore (Álvaro Morte) colpito dritto al cuore dalla presunta morte di Lisbona (Itziar Ituño), Nairobi (Alba Flores) a metà tra la vita e la morte e un blindato dell’esercito fatto esplodere dai razzi lanciati da Rio (Miguel Herrán) e Tokyo (Úrsula Corberó).

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Abbiamo visto in anteprima le prime 5 puntate della parte 4 (la seconda metà della seconda stagione), in arrivo su Netflix il prossimo 3 aprile. Come sempre la serie lotta per mantenere alta la tensione e l’aspetto strategico che l’ha contraddistinta sin dall’inizio, ma stavolta deve fare i conti con alcuni piccoli problemi che rallentano la corsa narrativa proprio in vista del finale.

La Casa di Carta 4: Il cambiamento del Professore

L’abbiamo lasciato in ginocchio nel bosco, convinto che la donna che ama sia morta anche per causa sua e con un piano dettagliato al millimetro che si sta sgretolando sotto i suoi occhi. Per il Professore sarà dura riprendersi dal colpo subito e gli spettatori dovranno abituarsi ad un nuovo personaggio più umano e fallace.

Finora, infatti, il Professore era stato la colonna portante della banda e della serie, dimostrandosi fin troppo infallibile e arguto. In questa stagione dovrà invece lavorare doppiamente di ingegno per risolvere un susseguirsi di situazioni non previste che potrebbero causare la definitiva rovina del piano. Una piacevole novità che, anche se rallenta il personaggio nelle prime due puntate, sarà la spinta determinante per la tensione che caratterizza le altre.

La Casa di Carta 4: Dal taglio cinematografico ai retroscena dei personaggi

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La Casa di Carta 4 l'assalto di Helsinki e Tokyo

Proprio la tensione è infatti la cifra stilista della serie che nelle nuove puntate viene spinta al massimo. Ci sono dei topos che rimangono dalle altre stagioni, con situazioni che si ripropongono e trame che derivano direttamente dalle telenovele spagnole classiche, tra storie d’amore, tradimenti ed equivoci a cui ormai siamo abituati e possiamo passarci tranquillamente sopra.

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Il taglio è però diventato più cinematografico, lontano dalla produzione puramente televisiva e punta quindi tutto sulla suspense. Nonostante ciò si riscontra un buon bilanciamento tra le scene d’azione e i momenti più riflessivi, costituiti in buona parte dai flashback. Se da una parte questi danno respiro alla vicenda e servono a comprendere al meglio certi aspetti del piano, dall’altra sono ancora troppo legati alla figura di Berlino. È, infatti, sempre un piacere rivedere l’iconico personaggio interpretato da Pedro Alonso - specie questa volta che sarà intento a intonare Ti Amo di Umberto Tozzi e Cerco un centro di gravità permanente di Franco Battiato con un coro gospel di frati - ma sembra che la serie non sia in grado di affrancarsi dal suo carisma, concedendogli fin troppo spazio oltre al necessario.

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Berlino e Palermo ne La Casa di Carta 4

Il risultato è quindi una minor attenzione agli altri personaggi che potrebbero essere più approfonditi visto il ruolo che hanno nel presente. A differenza delle prime due stagioni, gli ostaggi passano quasi del tutto in secondo piano, con rare eccezioni che assumono però un’importanza passeggera e che contribuisce quindi a rappresentarli come una massa indistinta.

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Aturo "Arturito" Román (Enrique Javier Arce Temple) si conferma essere l’elemento di disturbo per eccellenza, ma forse si calca troppo la mano su questo aspetto, trasformandolo in una macchietta le cui azioni non sono sempre chiare e, soprattutto, stranamente ambigue.

Anche i membri della banda non subiscono un trattamento migliore. Nella stagione precedente, infatti, a causa della complessità del piano, la banda si era dovuta giustamente allargare, ma questi membri, come i ragazzi della fonderia (e una new entry inaspettata che conosceremo nelle nuove puntate), rimangono sempre sullo sfondo, con un ruolo di comparsa necessaria piuttosto che di veri personaggi.

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Tuttavia, sarà Marsiglia (Luka Peroš) a spiccare maggiormente e a diventare la spalla del Professore ora che Lisbona non può. I dialoghi di Marsiglia sono ridotti all'osso, proprio per via della sua natura silenziosa e schiva, ma in quei pochi momenti di dialogo con il Professore emerge un personaggio tutto da scoprire e di cui speriamo di sapere presto qualcosa in più.

La Casa di Carta 4: Lo Stato come nemico

Questa quarta parte de La casa di carta è inoltre differente dalle precedenti perché meno concentrata sul piano e più invece sui rapporti tra i personaggi e sugli equilibri di potere in continuo sconvolgimento. Ci saranno quindi meno situazioni previste in cui attenersi semplicemente ad uno schema prestabilito, ma diversi colpi di scena da gestire.

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La Casa di Carta 4 l'interrogatorio di Lisbona

Il personaggio dell’ispettrice Alicia Sierra (Najwa Nimri) diventa meno stereotipato in queste puntate, ma è ancora lei "il mastino" da tenere a bada. La produzione cerca anche di portarci nella sua vita per empatizzare con il suo background, ma l’antipatia nei suoi confronti continua a vincere (e menomale perché il ruolo della cattiva le calza a pennello). Le istituzioni inoltre sono dipinte come i veri cattivi della vicenda, pronte a gesti estremi o folli senza più paura di sporcarsi le mani. Il perfetto equilibrio tra l'ideale di Legge e l'ideale di Resistenza, visto nelle prime due parti della serie, sembra passare del tutto in secondo piano, dando vita al classico scontro tra buoni e cattivi, in cui "chi spara per primo spara due volte".

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Lo scontro però non è solo tra criminali e polizia, anche all'interno della banda stessa scaturiscono tensioni che rischiano di compromettere il piano più di un diretto attacco di Sierra. Se nelle prime due parti le cose potevano andare storte perché i membri della banda ancora non si conoscevano, ora invece il problema è che si conoscono sin troppo, ci sono più attriti da gestire, gelosie e convinzioni difficili da sradicare. Una situazione che allontana i personaggi invece di portarli a far fronte comune verso un nuovo nemico che proviene dall'interno della Banca.

La Casa di Carta 4: Commento dei primi 5 episodi

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Alba Flores, la Nairobi de La Casa di Carta

Questi primi 5 episodi della quarta parte de La Casa di Carta rallentano un po' la corsa della serie verso il finale che, visto il taglio preso da queste nuove puntate, si preannuncia ancora più cinematografico della fine della prima rapina. Nonostante alcune incertezze narrative, i momenti telenovela troppo accentuati e qualche personaggio un po' abbandonato dalla sceneggiatura, questo assaggio della nuova parte ci ha lasciato parecchio soddisfatti e non vediamo l'ora di raccontarvi tutto nella recensione finale della serie.

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